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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Omicidio a Vittorio Veneto: la storia d'amore e il figlio che Irina attendeva

Aspettavano un figlio, anche se non erano più fidanzati

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Omicidio a Vittorio Veneto: la storia d'amore e il figlio che Irina attendeva

VITTORIO VENETO - Ha continuato ad andare a scuola, nonostante avesse ucciso la giovane ex fidanzata, che aspettava un figlio da lui.

 

Mihai Savciuc, il 19enne di Godega di Sant’Urbano che ha colpito a morte Irina Bakal, la 21enne con cui aveva avuto una relazione, frequentava l’Ipsia di Conegliano, e in questi giorni si era recato normalmente all’istituto di via Pittoni, come se nulla fosse accaduto.

 

Secondo quanto si apprende dal profilo Facebook del giovane di origini moldave, i due si erano fidanzati il 29 marzo del 2015: avevano postato molte foto insieme, e le loro “pagine” erano piene di dichiarazioni d’amore. La loro relazione sarebbe però finita nel settembre scorso, ed il ragazzo ora aveva un’altra fidanzata.

 

Mihai e Irina avevano però ripreso i contatti, perché la giovane, anche lei di origini moldave, aspettava un figlio. Il padre era proprio il 19enne di Godega, al quale Irina aveva comunicato la dolce attesa. Sembra che sia stato proprio questo il motivo del loro ultimo incontro: per chiarire questo aspetto i due giovani si erano dati appuntamento domenica 19 marzo, alle 22.

 

Da allora la ragazza non aveva dato più notizie di sé, erano arrivate la denuncia della madre e la tragica scoperta dell’omicidio. Mihai ha ucciso Irene colpendola alla testa con un sasso e strangolandola. Il cadavere è stato ritrovato, coperto di foglie e rami, in un boschetto di Manzana, sulle colline tra Vittorio Veneto e Conegliano.

 

Sul suo profilo Facebook la giovane aveva italianizzato il suo nome in “Irene”, e pubblicava quasi ogni giorni un nuovo selfie, che la ritraeva in modi sempre diversi. Non aveva dimenticato le sue origini moldave, però, visto che spesso postava frasi nella sua lingua madre: una giovane semplice, come tante altre, che lavorava in alcuni hotel del coneglianese. Era arrivata in Italia nel 2012 insieme alla madre, che fa la badante: ora abitava con dei coetanei in un appartamento di via Martiri della Libertà, a Conegliano.

 

Aveva tutta la vita davanti, ma ha trovato la morte prematuramente in un’area boschiva della periferia vittoriese. Mihai era un tipo alla moda, il berretto “Air Jordan” sempre calato in testa, le Nike rosse ai piedi e un’abbigliamento casual, anche se non mancano le foto in cui compare in abiti eleganti.

 

Al momento dell’arresto era vestito proprio così, con le scarpe ginniche, la felpa grigia e l’immancabile cappello. Proprio come se nulla fosse successo.

 


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