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19 aprile 2024

Omicidio Willy, teste: "Aggressione selvaggia con calci e pugni al petto e al torace"

Le drammatiche testimonianze in Aula davanti alla Corte d'Assise della dinamica degli eventi che hanno portato alla morte del 21enne capoverdiano

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Omicidio Willy, teste:

ITALIA -  "Willy era a terra, aveva le convulsioni. Boccheggiava come un pesce fuori dall’acqua". E' il particolare raccontato in aula dal testimone Jorghe Zequiri, dal quale forse meglio si evince la violenza dell’aggressione a Willy Monteiro Duarte, avvenuta la notte tra il 5 e il 6 settembre scorsi a Colleferro. La mano a coprire gli occhi, come se non volesse vedere trasformarsi in immagini le parole di Jorghe. Nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone Lucia, mamma di Willy, rivive lo strazio dell'aggressione a suo figlio. Batte i piedi, si strofina la fronte, si piega, mentre il ragazzo racconta al giudice il pestaggio "violento, selvaggio".

 

"Sembravano addestrati per fare una cosa del genere. E stata una aggressione selvaggia, con calci e pugni al petto, al torace - racconta Jorghe - Ho visto Willy cadere a terra, dietro a una macchina, e quelli che continuavano a tiragli calci. Era accerchiato da tre o quattro persone". "Ho visto arrivare i fratelli Bianchi, che conoscevo di vista. Uno dei due ha tirato un calcio a Willy e l’ho visto cadere. Era un calcio tirato da chi lo sapeva tirare, un calcio da arti marziali". Così Alessandro Rosati, un altro testimone dell’aggressione. "Quella tra il 5 e il 6 settembre scorsi era una serata come tante, passata con gli amici. Intorno alle 2 abbiamo deciso di andare a casa, ma quando stavamo scendendo le scale per raggiungere il parcheggio, la mia attenzione è stata richiamata dal mio amico Massimiliano che mi ha riferito di alcuni apprezzamenti molesti rivolti alla mia ragazza. Mi sono fatto indicare da lui i due, li conoscevo di vista, erano Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Sono tornato indietro - racconta ancora - per andare a parlare con Francesco, chiedendogli spiegazioni. Dopo avermi tranquillizzato, dicendo che era stato il suo amico, che aveva bevuto, mi ha chiesto scusa anche da parte sua. La discussione sembrava esser finita lì, ma poi Federico mi ha detto che era stato colpito da Belleggia. C’è stata quindi una nuova discussione sul luogo dell’aggressione, di lì a poco sono arrivati i fratelli Bianchi, ho visto il calcio a Willy e ho chiamato Federico (Zurma, l’amico del quale la vittima aveva preso le difese, ndr) per invitarlo ad andare via, perché avevo capito che la situazione stava prendendo una brutta piega".

 

"Willy era fermo ad assistere alla scena, il suo ruolo nella scena era assolutamente passivo. Non stava dividendo nessuno e non mi so spiegare perché se la siano presa con lui", ha sottolineato Alessandro aggiungendo: "Lo conoscevo dai tempi della scuola, siamo entrambi cuochi e quando ci incontravamo parlavamo del lavoro, di ragazze". "L’ho rivisto quella sera, mezz’ora prima che Belleggia mi colpisse all’improvviso con un pugno facendomi cadere dalle scale - ha continuato -Quando mi ha fatto cadere ho perso i sensi, sono rivenuto poco dopo e ho rivisto Belleggia sul luogo dell’aggressione - ha continuato - Ci siamo nuovamente confrontati, stavolta con qualche spinta, fino all’arrivo dei fratelli Bianchi. La piazza si era riempita di gente". "I due fratelli mi hanno solo sfiorato, finendo addosso ai ragazzi che ci separavano. Ho visto che iniziavano a dare calci e pugni alla gente - prosegue il ragazzo - sono rimasto impietrito. A quel punto il mio amico Alessandro mi ha preso per un braccio e mi ha detto ‘questa è gente pericolosa, andiamocene’. Mi sono voltato e dopo 5 passi una voce ha gridato ‘Willy a terra’. Intorno a lui si è radunata una folla mentre Willy aveva le convulsioni. C’era chi provava a farlo respirare meglio - prosegue Federico Zurma - C’era tantissima gente e ho deciso di indietreggiare, per lasciare spazio e sono andato via". Sì "anche Mario Pincarelli tirava calci a Willy mentre era a terra", ha detto Matteo Larocca, altro testimone. E' stato lui a chiamare i soccorsi, e ancora lui a fornire a un carabiniere i fotogrammi del suv in fuga.

 

"Quando i fratelli Bianchi sono risaliti sul suv insieme agli altri, ho preso il telefono e ho scattato due foto mentre si allontanavano - ha spiegato in aula - e le ho inviate al maresciallo dei carabinieri". "Ho visto I fratelli Bianchi scendere dal suv; a loro, appena indietro, si sono uniti Belleggia e Pincarelli. I quattro avanzavano come una falange. La loro è stata una aggressione a caso. Willy si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato", ha affermato Cristiano Romani, un altro dei testimoni sentiti nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone. Il ragazzo ha detto al giudice di aver visto tutti e quattro gli imputati, Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, avanzare verso il punto in cui Willy è stato aggredito.

 

Silvia Mancinelli

 


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