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23 aprile 2024

Nord-Est

Orsoni fa il mea culpa

In quella campagna mi sentivo usato

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Orsoni fa il mea culpa

VENEZIA - Non fa sconti, neppure a se stesso, Giorgio Orsoni quando racconta ai magistrati perchè è finito nella trappola dei finanziamenti garantiti da Giovanni Mazzacurati tramite il Consorzio Venezia Nuova.

Spiega, l'ormai ex sindaco di Venezia, come avesse capito che c'era qualcosa di poco chiaro dietro il fiume di denaro per la campagna elettorale 2010, ma confessa che neanche lui si oppose con fermezza.

Orsoni - si apprende dalle carte dell'interrogatorio del 9 giugno - aveva "posto il problema dell'opportunità di essere finanziati dal Consorzio o da Mazzacurati" ai rappresentanti dei partiti che lo appoggiarono nelle Comunali a Venezia. "Con mia certa sorpresa - prosegue - invece di venir dietro alle mie perplessità, trovai una certa...la consideravano come una cosa normale...già rodata, in quanto già accaduta". "Su questo - aggiunge - probabilmente posso fare un mea culpa, perché non ho con determinazione seguito quello che sarebbe stato il mio istinto, e cioè di dire: 'Beh, insomma, meglio fare una manifestazione in meno, ma rimanere su una certa linea'. Non solo non mi sono opposto, ma quando ho avuto modo di incontrare Mazzacurati gliel'ho detto: 'Guarda, mi dicono che ci vogliono ancora risorse, vedi come puoi provvedere'". Alla domanda dei magistrati sul perchè, nonostante tutto, abbia allora acconsentito alla ricerca di fondi presso Mazzacurati, risponde: "probabilmente questa è stata una mia debolezza"

"Dal mio mandatario elettorale - racconta ai pm l'ex sindaco - fu aperto un conto sul quale poi confluirono, lo scoprii alla fine della campagna elettorale, quasi 300 mila euro. Una cifra che mi sembrò enorme". "Io - aggiunge Orsoni - mi sentivo usato in quella campagna. Mi assumo tutta la responsabilità di questa cosa, pur dicendo che non ho visto un euro in tutti questi giri".

Ai pm l'avvocato 'prestato' alla politica spiega inoltre come si consumò la rottura dei suoi rapporti con il capo del Cvn, un anno dopo averne acettato i finanziamenti. "Il Consorzio e Mazzacurati - chiarisce - avevano disegnato uno scenario che prevedeva sostanzialmente di prendersi una grossa fetta dell'Arsenale, ivi compresa la parte nord, per farci un albergo, per farci una grossa speculazione immobiliare. Io tutto questo l'ho contrastato nel modo più assoluto, mi sono creato tanti nemici".

 


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