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20 aprile 2024

Treviso

Ospedali trevigiani sotto pressione: “Impreparati alla quarta ondata”

L'allarme della Fp Cgil Treviso: "Reparti chiusi o ridotti, prestazioni sanitarie annullate, il personale salta le ferie. Le nuove assunzioni non bastano"

| Isabella Loschi |

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Marta casarin

TREVISO - Record di contagi in provincia di Treviso e ospedali presi d’assalto. La quarta ondata sta mettendo, di nuovo, a dura prova il sistema sanitario. A lanciare l’allarme per la mancanza di un piano pandemico per le strutture ospedaliere è il sindacato Fp Cgil di Treviso.

“La situazione è critica - dichiara Marta Casarin,segreteria generale della Fp Cgil trevigiana - nuovamente il personale dei nosocomi del territorio deve affrontare un’emergenza e si trova ancora nel caos e sottoposto a iper lavoro. Registriamo dai lavoratori situazioni difficilissime che impattano fortemente sulle loro vite professionali e familiari, nonché sulla gestione delle prestazioni. Il personale, infatti, si vede ancora una volta costretto a rinunciare alle ferie, è soggetto a repentini cambi di reparto per far fronte alle urgenze, i turni di lavoro si dilatano e gli straordinari non si contano già più”.

 “Se è lontana la riorganizzazione sanitaria tanto annunciata - aggiunge Casarin -, sul versante delle assunzioni quelle portate a compimento non sono minimamente sufficienti a coprire il tour over. Una falla che si è aggravata anche a causa delle cessazioni inattese dovute a pre pensionamenti e un travaso verso il privato”.

"Se Vittorio Veneto è totalmente ospedale Covid, le difficoltà maggiori si registrano a Montebelluna, con 91 ricoveri Covid e il drastico ridimensionamento dei reparti di chirurgia, ortopedia, otorinolaringoiatria e medicina e la contestuale apertura di malattie infettive e semintensiva. A Treviso si contano 115 ricoveri Covid, con la chiusure di urologia e la riduzione delle chirurgie. Il nosocomio di Castelfranco fatica a gestire i reparti di medicina e lungodegenza, con pazienti che arrivano dalle altre strutture ospedaliere. La sanità territoriale è dirottata ai centri vaccinali e ai servizi Covid, come l’intero dipartimento di prevenzione”.

 “La situazione è grave - chiosa Casarin -, il personale reggerà quest’ondata facendo ancora ricorso all’innato spirito di servizio e abnegazione che lo ha finora contraddistinto. Ma ci chiediamo come si è arrivati a questo punto, dove sono finite le azioni organizzative che avrebbero dovuto prepararci ad affrontare la quarta ondata”.  

 

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