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25 aprile 2024

Nord-Est

Padova: si dimettono 17 consiglieri e il Sindaco va a casa

Da Re: ora corriamo senza quei rompi c... di Forza Italia"

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Padova: si dimettono 17 consiglieri e il Sindaco va a casa

PADOVA - E' caduta la giunta comunale di Padova, guidata dal sindaco leghista Massimo Bitonci (in foto). Ieri sera verso mezzanotte sono arrivate le dimissioni presentate da 17 dei 32 consiglieri di Palazzo Moroni, che hanno così certificato la sfiducia al sindaco.

Davanti ad un notaio si sono presentati per sottoscrivere l'atto formale i consiglieri di Pd, M5S, Forza Italia, Padova 2020, e altri che dai gruppi della maggioranza erano già passati al gruppo misto. L'epilogo è arrivato al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza, soprattutto tra Lega e Fi.

"Abbiamo preso atto dell'implosione della maggioranza del sindaco Bitonci - ha spiegato il segretario provinciale del Pd Massimo Bettin - era evidente che nonostante i suo disperati tentativi era impossibile proseguire in una guida dignitosa, efficace e svolta nell'interesse collettivo". Ora vi sarà la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà l'amministrazione fino alle nuove elezioni.

Per Toni Da Re, segretario veneto del Carroccio, "Ora liberi tutti e per coerenza gli assessori regionali di Fi diano le dimissioni". Per Da Re non ci sono mezze misure e dà il "rompete le righe" agli uomini del Carroccio. "Il via libera ad abbandonare Fi in tutte le amministrazioni del Veneto" dice Da Re con corse solitarie per le prossime amministrative "a Verona e Belluno, senza quei rompi c...". Unica città a salvarsi dalla battaglia è Venezia "lì - dice Da Re - Lega e Fi sono sì assieme ma il sindaco Luigi Brignaro con la sua civica è persona autonoma e non chiederemo nulla ai nostri".

Sul futuro di Padova non ci sono dubbi: "Massimo Bitonci resta il nostro candidato per le prossime elezioni - avvisa Da Re - dove correremo da soli e senza più quei cialtroni che tanti problemi hanno creato".

Per Luca Zaia si tratta di "Una brutta pagina di storia, perché non esistono giustificazioni per chi, dalla maggioranza, si dimette per mandare a casa il suo sindaco".

 


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