PALCO VUOTO MENTRE RISUONA LA CANZONE DI "ABE"
Ieri a Montebelluna il reading in ricordo di Alberto
| Mauro Favaro |
MONTEBELLUNA – Un palco lasciato vuoto e una canzone che, a tutto volume, riempie il parco di villa Correr Pisani a Montebelluna. Ad ascoltarla 300 persone, se non si più. Assiepate sotto al punto in cui dovrebbe stare il cantante. Esattamente il punto che ieri avrebbe dovuto essere occupato da Alberto Feltrin.
E' stato questo l'ultimo saluto che gli amici hanno voluto dare ad “Abe”, il 21enne scrittore e cantautore che alle prime luci di martedì si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto dalla finestra del terzo piano della sua abitazione di via San Pelajo a Treviso.
Con la canzone “Cara città wake up”, composta e cantata dallo stesso “Dubito”, nome d'arte che Alberto usava quando prendeva in mano un microfono. Dietro al palco lo striscione: “Siamo tutti... dei Disturbati dalla CUiete”, in onore al suo gruppo. Sotto i genitori, con la mamma abbracciata al papà, Paolo Feltrin, docente universitario, e il fratello Lorenzo.
Oltre agli amici incrociati in una vita breve ma intensa. Quelli dell'artistico, del Coordinamento studentesco e della Rete degli studenti medi. E poi quelli della Casa dei beni comuni di via Zermanese che, tra gli altri, hanno organizzato nella villa la manifestazione “Giornate resistenti” in cui proprio ieri “Abe” avrebbe dovuto condurre la gara di poesia. Dopo la tragedia, però, la competizione si è trasformata in ricordo. Arrivato il giorno dopo all'addio dato dai familiari nella sala del commiato di Santa Bona.
“Abe era un poeta – ha urlato Lello Voce, suo maestro-insegnante, prendendo per primo il microfono – e i poeti non muoiono mai”. Poi gli altri, compagni di mille sfide in rima nei “Poetry slam” più volte vinti da Alberto, che hanno citato testi di Leopardi, Shakespeare e Petrarca. Sino ad Andrea Righetto, studente dell'artistico, che ha interpretato una poesia scritta da “Abe” in “quattro respiri”. Infine la sua canzone. L'ultima.