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24 aprile 2024

Vittorio Veneto

PARLANO I PROPRIETARI DEI TERRENI SU CUI SORGE LA DISCARICA

"La ditta l'abbiamo scelta noi"

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Vittorio Veneto - “Abbiamo scelto noi la Centro Recupero Piave su consiglio del nostro tecnico, l'ingegnere Fabrizio Maset e no il comune” questa la realtà dei fatti confermata dai proprietari dei terreni su cui sorge la discarica di Forcal.

Diego Tomasi e Bruno Valle (in foto), due degli undici proprietari, mettono così a tacere le infondate illazioni contenute in una lettera anonima fatta circolare la settimana scorsa.

“E’ vergognosa” sentenziano i due proprietari riferendosi alla lettera e continuano “questo corvo dov’è stato in questi ultimi 5 anni?” riferendosi al periodo che va dal 2005 al 24 febbraio 2010, periodo in cui si sono susseguite 6 proroghe sulla bonifica dell’area ad opera della Provincia. “Questo signore non ha il coraggio di mettere la faccia, che venga a parlare con noi!” questo l’invito di Tomasi e Valle all’anonimo.

Da sinistra a destra: Bruno Valle e Diego Tomasi

E quale il reale legame tra la ditta scelta dai proprietari, la Centro Recupero Piave, e la Biodue, legame messo sotto accusa nella lettera anonima? “Sono due attività distinte ed hanno un percorso diverso, sebbene le persone possano essere le stesse” queste le parole di Valerio Brino, socio di entrambe le ditte.

“C’è stata un’indagine partita da Latisana perchè in una discarica della Biodue sono stati trovati residui diversi da terra. L’area è stata dissequestrata già dopo un mese e come Biodue stiamo operando tranquillamente. La natura di quel materiale, attualmente stoccato in sito e coperto da un telone, è in attesa della prova irripetibile della Procura. Non si tratta di rifiuti ospedalieri, come è stato detto, bensì di terre e rocce" dichiara Brino riferendosi alle indagini sulla Biodue.

Che tipo di rifiuti finiranno nella discarica di Forcal? “Materiali da inerti, terra e roccia da scavo”. A quando l'avvio dei lavori? "Siamo in fase di voltura e stiamo completando il piano di adeguadamento; presumo che tra tre o quattro mesi si possa iniziare a lavorare" prospetta Brino.

Dal 1993, anno della prima convenzione con il Comune volta a risanare la zona, gli 11 proprietari non esercitano più alcun diritto su questi terreni che, dopo un primo avvio positivo della discarica, sono stati messi sotto sequestro (dal 2000 al 2003) per la presenza di materiale nocivo (i cumuli).

“Nel 2000” ricorda Diego Tomasi “venne data un’ulteriore proroga al comune di cinque anni, affinchè si provvedesse all’asportazione dei cumuli. Al 31 dicembre 2005 il buco c’era ancora, noi non potevamo accedere ai terreni e il materiale nocivo stava ancora lì, coperto da dei sacchi neri. Nel 2005 abbiamo preparato, ma non inviato, un esposto alla Procura. Ipotizzavamo dunque un’azione legale contro il comune, ma nello stesso tempo lavoravamo per un accordo pacifico grazie al nostro tecnico e all'avvocato, che si interfacciavano con il comune”.

Cosa vi ha trattenuto in questi 5 anni nel passare alle vie legali? “I tempi legali, fondamentalmente, che ci avrebbero fatto trovare dopo 10 o 15 anni ancora con un buco e i cumuli” spiegano i due proprietari.

E la salubrità per voi che vivete vicino? “In questi anni si è parlato di soldi e mai di salute. I cumuli sono stati messi in sicurezza, ma l’area giace nel peggiore dei degradi, con sterpaglie, rovi e topi. Ci siamo anche offerti in comune per provvedere allo sfalcio, ma la prescrizione della provincia ci impediva di entrare in quest’area che confina con le nostre case” spiega Bruno Valle.

E poi lo scorso febbraio la svolta, giusto? “Il comune si è mosso solo quando abbiamo fatto l’esposto al TAR (ora bloccato, ma pendente) lo scorso 31 gennaio 2010, per noi termine ultimo. Il 24 febbraio abbiamo siglato l’accordo con il comune che prevede l’asportazione dei cumuli entro il 2012 e il riempimento della discarica entro il 2017, mentre nel 2021 il terreno dovrebbe tornare ai legittimi proprietari” spiega Tomasi.

“Vogliamo precisare che ai cittadini tutta questa operazione non costerà nulla" continua Bruno Valle. "Solo se l’azione di bonifica l’avesse fatta il comune entro i termini previsti sarebbe stato un sacrificio per tutti i cittadini, visto che il costo si aggirava attorno ai 700mila euro. L’amministrazione comunale” concludono i proprietari “si è fatta bella non pagando nulla, perché abbiamo trovato una ditta che si sobbarca l’onere della bonifica. Questa è la soluzione già prospettata qualche anno fa in cui il comune non ha spese, tutto viene fatto con trasparenza e a noi proprietari viene restituito il terreno”.

 

 


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