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11 dicembre 2024

Castelfranco

PARROCO METTE SOTTO ACCUSA IL COMUNE: «PAESE SENZA SERVIZI E STRADE PERICOLOSE»

Don Luigi Tonello di Bella Venezia punta il dito in particolare contro il consigliere della frazione. Il caso in Consiglio comunale

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PARROCO METTE SOTTO ACCUSA IL COMUNE: «PAESE SENZA SERVIZI E STRADE PERICOLOSE»

Castelfranco – È finito dritto in Consiglio comunale il foglietto parrocchiale di Don Luigi Tonello, il parroco di Bella Venezia. La prima domenica d’Avvento, il 29 novembre scorso, ha diffuso lo scritto in cui mette sotto accusa l’operato del Comune, puntando il dito in particolare contro il consigliere comunale di Vivere Gino Trentin.

Quest’ultimo l’ha preso e l’ha portato all’attenzione del Consiglio comunale.

«Mancano i servizi più necessari – attacca Don Luigi nel foglietto parrocchiale -. Non si tratta di sportelli bancari o di uffici postali… Non c’è un negozio per il pane, per il latte! Avevamo atteso per mesi che venisse riaperto il negozio che c’era prima per la rivendita del pane e degli alimentari… Qualcuno dice che “i cani hanno la precedenza sui cristiani”».

Quindi passa al tema della viabilità.

«Sono a disagio i genitori delle scuole elementari e dell’infanzia per il pericolo della strada che li divide – recita ancora lo scritto -. Si sente l’esigenza che si realizzi la possibilità di risolvere questo pericolo, magari con una piccola rotonda da via Ponte di Legno. L’anno scorso eravamo lì lì per organizzarci per manifestare questo disagio. Ci è stato domandato di non intralciare così la possibilità della realizzazione di un marciapiede che doveva arrivare fino alla “casa rosa”. Non sappiamo ancora se verrà fatto, né quando. Per fare la spesa siamo costretti a muovere l’auto. Le strade sono pericolose. Ma peggio è per chi non può usufruire dell’auto e le percorre in bicicletta: persone anziane costrette a trovarsi in pericolo; bambini che, crescendo, hanno esigenza di muoversi senza farsi accompagnare dai grandi».

Rivolge la propria attenzione agli amministratori.

«Ci attendevamo, per queste ragioni, di essere oggetto di attenzione di chi amministra la città… - continua Don Luigi -. Non è nostra intenzione fare inutili polemiche. Ma ci rendiamo conto che tra le cose mancate ci sia quel dialogo di cui ha parlato l’Arcivescovo di Milano. Abbiamo bisogno che gli amministratori parlino con noi e c’è bisogno che usciamo dalle nostre chiusure nel privato: il “mi no me interessa” e “no me toca a mi” causano le condizioni del disagio accennato sopra».

Finché arriva a Gino Trentin, con il quale evidentemente non corre buon sangue.

«A chi tocca organizzare politicamente la vita della frazione? Non ignoriamo le difficoltà del consigliere attuale quando ha dovuto riconoscere di non avere le forze necessarie per rispondere alle promesse che aveva fatto in campagna elettorale. Quello che ci sembra più necessario è, per le prossime elezioni, che tutti ci troviamo d’accordo di rendere forte, con i voti di tutti, un nostro rappresentante capace di dialogo che ci incontri per informarsi e per sentire le nostre esigenze. C’è ancora del tempo… Come credenti preghiamo il Signore per capire chi ci possa rappresentare nel modo migliore».

Trentin ha portato il tema in Consiglio comunale per giustificare il suo operato e per avere una presa di posizione da parte del sindaco Maria Gomierato.

«Quando ho letto il foglietto ho cercato di avere un colloquio col parroco – ha quindi puntualizzato Trentin -. Dice anche che non abbiamo aiutato l’asilo, ma non è vero: abbiamo fatto molto. Ho chiesto pure di dialogare con il consiglio frazionale, ma è difficile dialogare con chi non ti accetta come consigliere. Ribadisco che in questi anni la frazione ha avuto molto».

«Capisco il disagio del consigliere che ha speso tempo ed energie per dare risposte ai cittadini – ha affermato il sindaco Maria Gomierato -. Bella Venezia ha avuto risposte ai suoi problemi, ma non abbiamo potuto rispondere a tutto. Ci sono state delle difficoltà oggettive. Servono parecchie risorse, mi auguro che il Comune in futuro possa fare di più».

Matteo Ceron

 


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