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19 aprile 2024

Nord-Est

Percezione indebita di finanziamenti pubblici: indagati in tre

La Guardia di Finanza ha contestato violazioni fiscali ad una Onlus fittiziamente operante nel volontariato a favore della Protezione Civile Regionale

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

guardia di finanza

PORDENONE - La Guardia di Finanza di Pordenone ha condotto indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica (sostituto procuratore Carmelo Barbaro) nei confronti di un’associazione di volontariato no profit, ad esito delle quali è emerso che la stessa, formalmente dedita al volontariato in ambito di “Protezione Civile”, in realtà conduceva, da anni, esclusivamente attività ludico/sportive, anche aventi scopo di lucro.

Perfino nel periodo emergenziale dovuto alla pandemia causata dal COVID-19, nessun assetto della ONLUS (persone, mezzi e strutture) ha trovato impiego nel comparto, malgrado la Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia sia stata coinvolta fin da subito, con tutte le sue risorse (volontari e non) quotidianamente impiegate sul territorio. Per contro, durante la pandemia, la sede dell’Associazione, realizzata anche con finanziamenti pubblici, trovava impiego per ospitare attività sportive di “softair”.

E’ stata anche rilevata la presenza di personale associato all’Ente come “volontario di Protezione Civile” che svolgeva, sostanzialmente retribuito con fittizi “rimborsi”, attività di mero lavoro dipendente esclusivamente a favore dell’Associazione.

La fittizia ONLUS, attraverso artifizi e raggiri, era riuscita ad indurre in errore diverse Autorità pubbliche circa la sussistenza dei requisiti giuridici e fattuali per i quali poteva ottenere la qualifica fiscale di “organizzazione non lucrativa di utilità sociale” (che prevedono necessariamente lo svolgimento di azioni in settori di interesse collettivo e di rilevante utilità sociale, a favore della collettività, aventi come scopo esclusivamente il perseguimento di finalità di solidarietà sociale), riuscendo, in tal modo, a percepire nel corso degli anni finanziamenti pubblici, erogati dalla Regione Friuli Venezia Giulia e da altri Enti pubblici, per complessivi 560.000 euro.
Inoltre, come soggetto “ONLUS”, l’associazione ha fruito indebitamente, per anni, del contributo pubblico, per un importo complessivo di 26.500 euro, riferibile al “5x1000”, istituito con legge n. 266/2005 e destinato agli Enti che svolgono attività “socialmente rilevanti”.
Alla conclusione delle indagini, risultano indagate dall’Autorità Giudiziaria tre persone, succedutesii nel tempo nella rappresentanza legale e nella gestione dell’associazione, per il reato di truffa ai danni dello stato, nonché l’ente stesso per la responsabilità amministrativa di cui al decreto legislativo n. 231 del 2001.
La Procura della Repubblica disponeva, successivamente, l’esecuzione di perquisizioni nei confronti della ONLUS, nonché autorizzava l’invio degli atti ad altre Autorità deputate all’attività di vigilanza dell’Ente, con le quali sono state condotte, dal Corpo, sinergiche attività di collaborazione.
In particolare:
la Sezione Giurisdizionale della Procura Contabile della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia di Trieste, in relazione ai finanziamenti regionali indebitamente percepiti, disponeva un provvedimento di sequestro conservativo per un importo di 560.000 euro, pari all’importo dei finanziamenti indebitamente percepiti;
la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con apposito decreto, disponeva la cancellazione dell’Associazione dal “registro generale del volontariato organizzato” di cui alla Legge Regionale n. 23/2015; l’Agenzia delle Entrate escludeva l’Associazione dall’elenco dei beneficiari del riparto del cinque per mille dell’IRPEF, nonché intraprendeva, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (competente ad instaurare il procedimento), le conseguenti azioni per il recupero dei contributi della specie indebitamente percepiti in passato.
Inoltre la stessa Agenzia delle Entrate, proprio per l’assenza di attività di tipo pubblicistico e la presenza di attività lucrative che ne avevano fatto venir meno i presupposti per poter essere considerata un Ente no profit, emetteva, nei confronti della ONLUS, avvisi di accertamento per complessivi 393.000 euro (di cui 204.000 per imposte non pagate e 189.000 per sanzioni).
 

 



Gianandrea Rorato

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