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28 marzo 2024

PERCHE' LA RUSSIA NON DEVE INTERVENIRE IN UCRAINA

Categoria: Notizie e politica -

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Francesca Salvador | commenti | (39)

 

I nazionalisti russi, visti i continui massacri perpetrati dai nazi-ucraini ai danni delle popolazioni russofone, premono per l'intervento atto a difendere quelle popolazioni.

 

Il video spiega chiaramente agli interventisti perché l'entrata sul suolo di un paese già virtualmente in bancarotta, qual è l'Ucraina, sarebbe chiamata "aggressione", e addosserebbe totalmente ai russi le responsabilità drammatiche della sua catastrofe economica (pregressa),  per giunta nel contesto di una trappola bellica preparata dagli USA.

 

Gli USA, vicini alla bancarotta e sul punto di essere travolti  dalla crisi del dollaro, hanno urgentemente bisogno di una grande guerra, e stanno cercando di creare e fomentare il "casus belli" per scatenarla così da poter   "bruciare" il debito  arrivato oggi a 17 trilioni di dollari.

 

Perché la Russia non deve intervenire in Ucraina

 

 

 

Pulizia etnica in Ucraina: quasi 1 milione fuggiti in Russia

 

 MOSCA (IRIB) - Dall’inizio dell’aggressione dell’esercito Ucraino contro le aree filorusse, circa 730mila ucraini si sono rifugiati in Russia.

Secondo l’Unchr, l’intensificarsi degli scontri potrebbe causare “un esodo massiccio”.

 

Quasi la metà dei 284mila abitanti di Lugansk sono fuggiti, mentre proseguono i combattimenti a Donetsk.

 

E’ pulizia etnica, con l’avallo di Ue e Usa.



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Qualche piccolissima confusione sul concetto di "pulizia etnica".
Siamo, dunque, nello standard.

PS: bellissima quella degli USA che fomentano la Terza Guerra Mondiale!

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Prima trollata di Bastanzetti.

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I blogs di Oggi Treviso ed in genere i commenti sono un buon laboratorio di confronto. Sono, però, anche infestati dalle “note” di Bastanzetti. Molti dicono che sono provocazioni. Politicamente Scorretto afferma che sono cazzate, tout court. Per me sono semplicemente delle autocertificazioni di “brillantezza intellettuale”.

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Mosca ha risposto alle sanzioni con sanzioni di ritorno. Indica che non intende arretrare di un solo passo.

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e i primi a farne le spese sono alcuni paesi europei (la Finlandia è messa male in classifica)

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TI CONVENIVA FARE LA ZOCCOLA DELLO ZIO SAM ? ADESSO PAGA IL PREZZO


Serve assolutamente una breve pausa per commentare la vera grande notizia del giorno: L'embargo russo di 12 mesi sulle importazioni in arrivo dalla UE, USA, Australia, Canada e Norvegia. Questa nuova situazione è tanto interessante e importante da richiedere una analisi molto più profonda di un semplice calcolo grossolano su quanto potrebbero perdere i singoli stati della UE o gli Stati Uniti ....



Devo proprio prendermi una breve pausa dalla routine dei soliti argomenti per commentare la grande notizia del giorno: La Russia sta mettendo un vero embargo della durata di 12 mesi sulle importazioni di carne bovina, carne di maiale, frutta e verdura, pollame, pesce, formaggi latte e prodotti lattiero-caseari in arrivo dalla UE, USA, Australia, Canada e dal regno della Norvegia. La Russia sta inoltre introducendo un divieto di sorvolo aereo per le compagnie europee e americane che transitano sul suo spazio aereo per raggiungere l'Asia orientale, vale a dire, la regione Asia-Pacifico e sta considerando anche di rivedere i punti di entrata e di uscita dal cosiddetto spazio aereo russo, sia per i voli di linea che per ivoli charter europei.

Inoltre, la Russia è pronta a rivedere le regole di utilizzo delle rotte trans-siberiane, e potrebbe anche sospendere i suoi colloqui con le autorità aeree. Infine, a partire dal prossimo inverno, potrebbe revocare i diritti accessori concessi dalle autorità aeree russe ad integrazione degli accordi esistenti. Questo è uno sviluppo della situazione tanto interessante e importante da richiedere una analisi molto più profonda di semplice calcolo grossolano su quanto queste decisioni potrebbero costare alla UE o agli Stati Uniti. Non voglio addentrarmi in questo tipo di calcoli, ma invece vorrei sottolineare i seguenti elementi:

Primo : questo tipo di una risposta è tipicamente russo. C'è una regola fondamentale che si oinsegna a ogni bambino russo a scuola, sia quando "fai a pugni per la strada" , in guerra o in qualsiasi altra circostanza: mai promettere e mai minacciare - ma "agire". A differenza dei politici occidentali che hanno passato mesi a minacciare di mettere le sanzioni, tutto quello che i russi avevano da dire, piuttosto vagamente, era che si riservano il diritto di replica. E poi - BANG ! - è arrivato questo embargo, tanto esteso e di vasta portata che, a differenza dalle sanzioni occidentali, avrà un impatto importante su tutto l'Occidente, ma ne avrà ancora molto di più sulla Russia (e non sarà un impatto momentaneo). Questa tattica "senza parole ma solo con l'azione" è stata progettata per massimizzare la deterrenza di atti ostili: dal momento che i russi non hanno mai detto chiaramente cosa avrebbero potuto fare per rappresaglia - Dio solo sa quello che potrebbero fare dopo!

Prima di comunicarle - per rendere ancora più forte l'incerterezza - i russi hanno detto solo quali sarebbero state le misure prese, ma non hanno detto quando sarebbero state introdotte, se saranno applicate parzialmente o integralmente, e contro chi. Hanno anche fatto intendere che allo studio ci sono ancora delle altre misure.

Secondo : le sanzioni vanno a colpire solo certi punti a cui si è meticolosamente mirato . Ad esempio : Gli europei, quelli che si sono comportati come delle prostitute, senza spina dorsale e senza cervello, in tutta questa faccenda: sono stati contrari alle sanzioni fin dal primo giorno, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dirlo allo zio Sam, così ogni volta hanno messo la testa sotto terra. Il messaggio che manda la Russia alla UE è semplice: Vuoi continuare a fare la zoccola dello Zio Sam? Adesso c'è un prezzo da pagare! Questo embargo farà male soprattutto all'Europa meridionale (Spagna, Francia, Italia, Grecia), la cui produzione agricola ne risentirà notevolmente. Colpendo questi paesi che, tra l'altro sono anche quelli più deboli nell'ambito dell'unione europea, la Russia vuole esasperare l'attrito inevitabile all'interno dell'UE che hanno prococato le sanzioni contro la Russia.

Terzo : i vettori aerei della UE dovranno sopportare non solo i costi più alti ed i tempi di volo più lunghi per i voli che vanno dall'Europa all'Asia, ma anche - cosa più importante - che i vettori asiatici non dovranno affrontare gli stessi costi, concedendo così un doppio-vantaggio alla loro concorrenza. Ci può essere un modo più efficace per premiare una parte e colpire l'altra contemporaneamente? L'unione europea ha obbligato a tenere a terra gli aerei di una compagnia russa (la Dobrolet) che volano verso la Crimea, e per questo l’intera comunità delle compagnie aeree europee ora potrebbe trovarsi in un enorme svantaggio nei confronti dei suoi omologhi asiatici.

Quarto : la Russia ha usato queste sanzioni per fare qualcosa di vitale per la propria economia. Mi spiego: dopo il crollo dell'URSS l'agricoltura russa si è ritrovata in un caos assoluto e Eltsin ha contribuito solo a peggiorare le cose. I contadini russi non avevano gli strumenti per competere con le avanzate tecnologie agro-industriali occidentali che avevano portato a enormi economie di scala, non avevano i costosi prodotti chimici e nemmeno l'alta tecnologia della ricerca biologica, che aveva inserito l'agricoltura in una completa catena di produzione (spesso assorbita dalle grandi aziende), e non possedevano nemmeno l'alta capacità di marketing messa in campo dagli occidentali. L' industria agricola russa era tanto malandata e disperata, aveva bisogno di barriere e di tariffe protezioniste per difendersi dai giganti capitalisti occidentali mai, invece, la Russia ha volontariamente rispettato i termini della WTO e poi alla fine ne è entrata a far parte.

Ora la Russia sta usando questo embargo totale per consentirsi il tempo minimo necessario per investire nella sua agricoltura e per andare ad occupare una quota molto più grande sul mercato russo. Inoltre, bisogna tenere in mente che i prodotti russi sono privi di OGM, che hanno molto meno conservanti, antibiotici, coloranti, esaltatori di gusto e di pesticidi. E dal momento che sono prodotti " in loco", non hanno bisogno di essere importati, né di tutte quelle tecniche di refrigerazione/conservazione che normalmente fanno sembrare che tutti i prodotti abbiano lo stesso sapore del cartone. In altre parole, i prodotti agricoli russi hanno un sapore migliore di quelli importati, ma questo non basta. Questo embargo ora può dare all'agricoltura russa una potente spinta a investire, sviluppare e conquistare quote di mercato.

Quinto : ci sono 100 paesi che non hanno votato come gli Stati Uniti sulla Crimea. I russi hanno già annunciato che questi sono i paesi con cui la Russia intratterrà gli scambi per comprare tutti i prodotti che non può produrre nel mercato interno. Una ricompensa piacevole per chi è rimasto in piedi di fronte allo Zio Sam.

Sesto - piccolo ma dolce: avete notato che le sanzioni introdotte dalla UE sono valide solo 3 mesi, e che dovranno "essere riviste in seguito" ? Con l'introduzione di un embargo di 12 mesi la Russia invia anche un messaggio chiaro: chi pensate potrà avere qualche vantaggio da questo pasticcio?

Settimo, è semplicemente sbagliato fare un conto per cui se un certo paese della UE che esportava verso la Russia un importo X di milioni di dollari, si arriva subito alla conclusione che l'embargo russo avrà prodotto una perdita, per quel certo paese, di un numero X di milioni di dollari. Perché è sbagliato? Perché la mancata vendita dei suoi prodotti, creerà un surplus di merci che poi influenzerà negativamente la domanda o, se si diminuisce la produzione, cambieranno i costi di produzione (per effetto delle diverse economie di scala). Al contrario, per un ipotetico paese terzo, un nuovo contratto con la Russia potrebbe significare incassare abbastanza denaro da investire, per ammodernare la propria industria e diventare più competitivo sul mercato, non solo nei suoi commerci con la Russia, ma sul mercato mondiale, compreso il mercato della UE.

Ottavo : I paesi baltici hanno svolto un ruolo estremamente brutto nell'intera vicenda ucraina ed ora alcune delle loro industrie più redditizie (come la pesca), che dipendevano al 90% dalla Russia, dovranno chiudere. Questi paesi sono già un casino di per sé, ma ora le cose andranno ancora peggio. Anche in questo caso, il messaggio è molto semplice: "Vuoi essere la zoccola dello Zio Sam? Questo è il prezzo!"

Nono : e questo è veramente importante. Quanto sta accadendo è un graduale distacco della Russia dalle economie occidentali. L'Occidente ha reciso qualcuno dei legami finanziari, militari e aerospaziali e la Russia ha troncato quelli monetari, agricoli e industriali. Ricordiamoci che il mercato USA e quello della UE stanno affondando, affetti da problemi sistemici profondi e da grandi questioni sociali. In un certo senso, il paragone perfetto sarebbe il Titanic, quando l' orchestra continuava a suonare, mentre la barca stava affondando. Beh, la Russia è come un passeggero al quale le autorità del Titanic hanno appena comunicato che sarà sbarcato al primo porto. Beh, accidenti, non gli sta andando troppo male a quel passeggero, giusto?

Ultimo ma sicuramente non meno importante : questa guerra-commerciale, combinata con la Russofobia isterica dell'Occidente, sta producendo per Putin una campagna di PR molto più efficace di qualsiasi altra campagna che avrebbe mai potuto sognarsi il Cremlino. Tutto quello che devono fare i suoi addetti alle pubbliche relazioni è solo raccontare la verità alla popolazione russa: "Abbiamo fatto tutto per bene, abbiamo fatto ogni mossa esattamente come da manuale, abbiamo fatto tutto il possibile per disinnescare questa crisi e tutto quello che abbiamo chiesto era, per favore, di non consentire un genocidio del nostro popolo in Novorussia - e qual è stata la risposta dell'Occidente ? Una insana campagna di odio folle, di sanzioni messe contro di noi e un sostegno incondizionato per i nazisti - genocidi di Kiev".

Inoltre, in base a quanto posso apprendere dalla mia attenta lettura dei media russi, posso dire che quello che sta avvenendo oggi sembra essere un po come - parafrasando Clausewitz - la "continuazione della seconda guerra mondiale, ma con altri strumenti". In altre parole una lotta estrema tra i due regimi, tra due civiltà, che non possono coesistere sullo stesso pianeta e che sono costrette ad una lotta a morte. In queste circostanze, ci si può aspettare che il popolo russo sostenga Putin ancora di più.

In altre parole, con una tipica mossa di judo, Putin ha sfruttato lo slancio che ha offerto l'Occidente alla Russia per usarlo come punto di forza della sua campagna su tutta la linea: la Russia trarrà da tutto questo dei vantaggi sia economici che politici. Ben lontano dalle minacce di quella specie di "nazionalismo alla Maidan" che dovrebbe colpirlo il prossimo inverno, il regime di Putin è stato rafforzato dalla sua gestione della crisi (il gradimento di Putin oggi è più alto che mai).

Sì, naturalmente, gli Stati Uniti hanno dimostrato di avere una vasta gamma di modalità capaci di ferire la Russia, in particolare un sistema giudiziario (sia degli USA che degli UE), che è asservito alla parte più profonda del potere degli Stati Uniti, che si può confronatere solo con quello dei giudici della Corea del Nord e al loro asservimento al "caro leader" di Pyongyang. E' chiaro che la perdita totale del mercato ucraino (sia per le importazioni e che perle esportazioni) colpirà anche la Russia, ma temporaneamente. A lungo termine questa scelta sbagliata, si trasformerà in una situazione estremamente vantaggiosa per la Russia.

Nel frattempo, Maidan brucia ancora, Andriy Parubiy si è dimesso, e gli Ukies continuano a bombardare ospedali e chiese in Novorussia. di chi altro si parla?

L' Europa intanto è scioccata e furiosa per i bombardamenti. Francamente la mia Schadenfreude non conosce limiti, questa mattina. lasciamo che queste arroganti non-entità come Van Rompuy, Catherine Ashton, Angela Merkel o José Manuel Barroso si rotolino nel mare di merda che hanno creato con la loro stupidità e la loro ignavia.

Negli Stati Uniti, Jen Psaki sembra avere l'impressione che la regione del Astrakhan si trovi al confine dell'Ucraina, mentre il Ministro della Difesa russo prevede di "aprire canali speciali nelle reti sociali e di creare delle risorse che ospitino dei video, in modo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e il Pentagono possano essere in grado di ricevere informazioni imparziali sulle azioni dell'esercito russo ".

Saranno questi elementi sufficienti per fat capire ai leader europei che hanno messo i loro soldi sul cavallo sbagliato?



The Saker

Fonte: www.informationclearinghouse.info

Link: www.informationclearinghouse.info/article39363.htm

8.08.2014


Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione Bosque Primario

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Sono d' accordo in genere con l' analisi, molto articolata.
Grazie per i riferimenti. Stamperò il tutto. Preferisco la lettura cartacea a quella elettronica. Se avrò dei commenti ritornero' .

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Ritornerà, signorfrancescocecchini?
Alle volte ritornano.

Notizia della sera: Appena letto il blog della Salvador Putin ha sconfinato in Ucraina. Kiev sostiene di aver neutralizzato a colpi d'artiglieria una ventina di mezzi corazzati dei neiimperialisti russi già ammassati in forze ai confini.
Dopo essersi mangiato la Crimea al Vladimir gli è venuto appetito... e USA ed UE, per far piacere ai complottisti de noantri, dovrebbero mettersi le mani in tasca, girarsi dall' altra parte e fischiettare.

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a guardare le date, mi sembra che a sconfinare siano tutt'altro che i russi....

probabilmente anche di fronte all'evidenza, non ci sarà verso.




15 agosto 2014, 21:57
Nessun convoglio militare russo ha attraversato il confine con l'Ucraina

Il Ministero della Difesa russo ha negato i rapporti su una presunta "distruzione" da parte dell’esercito ucraino di un "convoglio militare russo" che avrebbe attraversato in precedenza il confine russo-ucraino.
Il Ministero ha osservato che sarebbe stato meglio se l'artiglieria ucraina avesse distrutto il fantasma e non i rifugiati o i propri militari. In precedenza, alcuni media stranieri avevano riferito che un convoglio di 23 veicoli militari, cisterne di carburante e veicoli di supporto con i numeri russi avrebbero attraversato il confine con l'Ucraina nel settore del checkpoint "Izvarino."




La Casa Bianca non conferma lo sconfinamento di blindati russi in Ucraina

Washington non è in grado di confermare le affermazioni delle autorità ucraine relative allo sconfinamento di un convoglio militare russo nel territorio dell'Ucraina. Lo ha sostenuto il rappresentante del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Casa Bianca Caitlin Hayden.
Nella giornata di ieri il presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko aveva dichiarato che parte dei mezzi militari che avrebbero attraversato il confine ucraino la sera prima sarebbe stata distrutta.
A sua volta il ministero della Difesa russo aveva smentito categoricamente che una colonna militare russa aveva attraversato il confine.


13 giugno, 22:16
La Russia condanna la violazione dei suoi confini


La violazione dei confini russi da parte di un veicolo blindato ucraino rappresenta un'infrazione delle norme fondamentali del diritto internazionale, che non contribuisce ad una soluzione pacifica del conflitto. Lo hanno dichiarato al ministro degli Esteri russo.
In precedenza il Servizio di Frontiera dell'Oblast' di Rostov aveva riferito che un blindato ucraino era sconfinato nel territorio russo. I soldati che si trovavano a bordo hanno lasciato il mezzo militare e sono rientrati in territorio ucraino. In seguito tuttavia sono ritornati per cercare di riprendersi il tank. Questo tentativo è stato sventato dalle guardie di frontiera, che hanno costretto i militari ucraini a ritirarsi.


30 luglio, 12:53

La guerra civile ucraina colpisce la Russia: 1 vittima e 9 feriti

"Durante i combattimenti nelle regioni sud-orientali dell'Ucraina sono stati registrati 16 casi di bombardamenti nella regione russa di Rostov, a seguito dei quali 1 cittadino russo è rimasto ucciso, mentre 9 sono stati feriti," - ha riferito il governo dell'Oblast' di Rostov.
Inoltre hanno subito danni le abitazioni dei centri abitati a ridosso del confine con l'Ucraina, così come gli edifici amministrativi ai valichi di frontiera.
La regione di Rostov confina con il Donbass (Ucraina orientale), dove periodicamente avvengono combattimenti tra le forze di sicurezza ucraine e i separatisti.


13 luglio, 10:46

Razzo ucraino colpisce una casa in territorio russo: 1 vittima e 2 feriti

Secondo le prime ricostruzioni, una persona è rimasta uccisa, mentre 2 sono state ferite a seguito di un razzo sparato dall'Ucraina e caduto in una casa della città di Donetsk, centro abitato situato nella regione di Rostov, ha rivelato oggi una fonte nelle autorità.
Secondo l'informatore, nel centro russo di Donetsk sono caduti 2 razzi provenienti dall'Ucraina, uno dei quali ha colpito la casa.




Kiev tenta di ostacolare il passaggio dei convogli umanitari


Mosca richiama l'attenzione sulla forte intensificazione delle ostilità da parte delle forze di sicurezza ucraine con l'obiettivo di tagliare il percorso concordato con Kiev per la colonna umanitaria dal confine russo-ucraino verso Lugansk.
Lo ha dichiarato il Ministero degli Esteri russo. Il Ministero ha osservato che esistono forze che si propongono di privare la popolazione del sud-est dell'Ucraina del necessario proprio in questo momento, ma mettere in atto una provocazione aperta può comportare un'ulteriore complicazione della situazione nella zona del conflitto. Il Ministero degli Esteri ha sottolineato che coloro che vogliono disturbare la missione umanitaria in Ucraina, si assumono una grande responsabilità per le conseguenze di queste azioni.



13 agosto, 18:21

Aiuti russi in Ucraina, quando il caval donato non è cavallo di Troia


Giorni fa un collega giornalista ha scritto che “in agosto 2014 l’Europa ha esaurito il suo buon senso”. Questa triste conclusione nasce dal fatto che l’iniziativa di Mosca, che ha proposto di inviare un convoglio di aiuti umanitari agli abitanti di Lugansk e Donetsk, trovatisi sull’orlo della sopravvivenza a seguito della rappresaglia scatenata dal regime di Kiev, si è trovata al centro di strani giochi.
Mosca ha deciso semplicemente di inviare generi di prima necessità, cibo e medicine, ma la reazione di Kiev, Washington e Europa oltrepassa ogni limite del buon senso.
A caval donato non si guarda in bocca. Questo detto è presente in molte lingue del mondo. Se lo usiamo per descrivere l’ondata di isteria politica sollevata in relazione agli aiuti della Russia agli abitanti dell’Est dell’Ucraina che stanno vivendo una catastrofe umanitaria, si avrà un quadro seguente.
Attorno al “cavallo”, che il vicino di chi ne ha bisogno ha deciso di donare al bisognoso, è scoppiata una rissa. Il destinatario del dono si è messo a “guardare in bocca”, perché gli è sembrato che al posto dei denti il cavallo abbia zanne da cinghiale. Poi sono accorsi altri vicini che hanno cominciato a esprimere dei dubbi circa la sincerità del donatore, dicendo che è una trappola. Infine, il caporione ha pronunciato il suo verdetto: il regalo è illecito, perché il vicino ha un brutto carattere e non si sa mai che cosa ha in mente. Proprio questo sta accadendo adesso attorno al convoglio inviato dalla Russia.
“Ogni tentativo di ingresso non autorizzato nel territorio dell’Ucraina o di altri Stati, compreso con pretesto di aiuti umanitari, sarà considerato un atto di aggressione”, - ha dichiarato il 12 agosto nel corso di un briefing il vice capo dell’amministrazione del Presidente dell’Ucraina, Valery Chaly. Nel contempo il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha detto che il convoglio russo potrebbe essere un tentativo di Mosca di organizzare la sua “presenza permanente” in Ucraina. Dopo un colloqio telefonico col Presidente USA, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Premier britannico David Cameron hanno minacciato Mosca di pesanti sanzioni, se essa deciderà di aiutare direttamente gli abitanti del Sud-Est dell’Ucraina. Per non essere in dissonanza con gli altri, anche il Segretario della NATO, Fogh Rasmussen, ha lanciato delle minacce. Tocco finale: Barack Obama ha ammonito Mosca contro l' “ingerenza” negli affari interni dell’Ucraina col pretesto degli aiuti umanitari.
Ma che cosa sta succedendo? Perché tanta isteria attorno al dono della Russia che vuole aiutare gli abitanti delle due Repubbliche autoproclamate che, però, sono anche cittadini ufficiali dell’Ucraina? Sulla base di quali poteri e quali norme del diritto internazionale alcuni Stati hanno deciso di avere il diritto di alzare la voce contro altri Stati, anch’essi membri dell’ONU, e di minacciarli? Forse che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non esiste più? Perché, infine, qualcuno ha deciso di avere il dominio dell’Ucraina che, tra l’altro, nessuno intende aggredire?
Ma soprattutto, perché non si dice che Kiev sta praticamente sterminando i 4 milioni degli abitanti dell’Est? Perché non si parla delle migliaia di persone uccise e ferite, dei profughi che si contano a centinaia di migliaia? Il tedesco “Junge Welt” riferisce che a Lugansk gli abitanti sono costretti a bere acqua di ruscello perché l’impianto dell’acqua è stato distrutto dalle bombe, che con 30 gradi sopra lo zero i frigoriferi non funzionano in quanto le sottostazioni elettriche sono state rase al suolo. Questo tipo di comportamento è tipico dell’Occidente, sottolinea l’esperto militare dell’agenzia ITAR-TASS Viktor Litovkin.
“Tutti loro sanno bene di avere questo pallino: far dispetti alla Russia che si sta comportando in maniera indipendente e sovrana, e non si inchina alla pressione”.
A proposito, oggi l'Europa si è già dimenticata del referendum che i cittadini di Donetsk e Lugansk hanno tenuto nel mese di maggio, quando il 90% ha votato contro l’usurpazione del potere da parte delle forze filonaziste. Allora è stato detto che i referendum erano una parte del “piano di Putin”. A quanto pare, l’Europa “democratica” non prende neanche in considerazione il diritto delle persone ad avere una propria opinione.


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Seconda trollata di Bastanzetti.

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Il cuore del problema e' il diritto del popolo russo dell' Ukraina all' autodeterminazione:
autonomia
indipendenza
od
annessione alla Russia, la loro patria, tout court.
Il popolo russo dell' Ukraina e' il soggetto che ha diritto alla decisione in merito.



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La soluzione può / deve essere una Conferenza di Pace Internazionale che sancisca il diritto del popolo russo dell' Ukraina a decidere del proprio futuro. Il territorio dei russi e' individuabile. Lo strumento deve essere un referendum, anche con controllo internazionale, l' Onu, non le armi.

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Francesca Salvador, non creda di avere l' esclusiva del Bastanzetti pensiero. Bastanzetti infesta tutti o quasi i blogs di Oggi Treviso.
La blogger Valentina Piovesan ha definito quello che Michele Bastanzetti scrive trollate. Trollata una bella parola creativa che rende bene l' idea.
Le trollate di Michele Bastanzetti!

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le trollate fanno rima con cag...

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Marco M. Trollate fa rima con molte parole che descrivono le "note" di Bastanzetti. Possiamo essere in disaccordo con il contenuto di molti post che appaiono in Oggi Treviso, ci mancherebbe altro, ma su questo punto c' e' un ampio consenso.

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Gli Stati Uniti cercano di creare e fomentare il "casus belli"?!?
Mah

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Perché difficile a credersi, Scorretto? il complottista medio può credere a qualsiasi delirio purché alla base di esso vi siano come imputati gli USA.

Ad esempio se uno sostenesse, uscendo da una degustazione grappe, che il serpente che tentò Eva nel paradiso terrrestre era in realtà un agente della CIA, il complottista medio (di cui nel corrente blog circolano alcuni notevoli esemplari) ci crederebbe immediatamente!

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Terza trollata di Michele Bastanzetti.

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Perche' difficie a creders? Negli ultimi anni gli Stati Uniti sono stati i promotori delle guerre d' ingerenza in Aghanistan, Irak, Libia e Siria che hanno portato all' attuale situazione di crisi. Per non parlare della lontana vicenda storica del Viet Nam.

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In queste ore c' è un'improvvisa ed in parte inattesa escalation la crisi scatenata in Ucraina dal golpe filoccidentale di febbraio e dall’avvio di una vasta operazione militare, da parte del nuovo regime nazionalista di Kiev, nei confronti degli insorti delle regioni sudorientali.
Nel pomeriggio di ieri la Giunta di Kiev ha affermato che ieri sera una colonna militare russa avrebbe sconfinato nel proprio territorio attraverso il posto di frontiera di Izvarino, che era stato chiuso dal governo in quanto controllato dagli insorti. Secondo quanto affermato dal presidente ucraino, l’oligarca Petro Poroshenko, in una telefonata al premier britannico Cameron, le forze armate di Kiev avrebbero attaccato e distrutto il convoglio, ma finora nessuna prova documentale dell’avvenuta battaglia è stata fornita. Secondo notizie più recenti, ma anche queste non confermate, durante la notte l'artiglieria ucraina avrebbe aperto il fuoco contro la colonna composta da blindati e mezzi militari e ne avrebbe danneggiati o distrutti alcuni.
«La nostra intelligence ha confermato che una colonna di trasporti blindati e camion ha attraversato la frontiera attraverso il passo di Izvariné, termporaneamente chiuso», ha affermato un portavoce militare di Kiev, confermando le informazioni fornite da alcuni giornalisti occidentali presenti nella zona diffuse durante la giornata di oggi. Il quotidiano britannico Guardian, citando la testimonianza oculare del suo corrispondente da Mosca, Shaun Walker, aveva affermato che «i mezzi russi hanno attraversato il confine usando una strada sterrata e passando in un varco nella rete di filo spinato che demarca il confine». Un giornalista del Telegraph, anche lui presente sul posto, aveva parlato di 23 veicoli blindati di trasporto truppe, camion cisterna ed altri veicoli logistici alcuni dei quali avevano varcato il confine.
Da parte loro i servizi segreti russi (Fsb) negano lo sconfinamento in Ucraina di colonne militari russe, ma affermano che alcuni reparti mobili di militari delle Guardie di Frontiera di Mosca sono state dislocate nelle immediate vicinanze del confine con l'Ucraina.
Nell’attesa di notizie più dettagliate su quanto avvenuto realmente - per ora le affermazioni sulla distruzione dei blindati russi in territorio ucraino non hanno avuto alcuna conferma - le poche borse europee aperte oggi hanno subito un vero tracollo – quella di Londra in particolare – così come quella di New York mentre il Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Ue convocato per discutere della situazione in Medio Oriente ha espresso la sua ‘preoccupazione’. La Nato intanto ha lanciato nuove accuse contro la Russia, affermando che se lo sconfinamento russo in territorio ucraino fosse confermato rappresenterebbe una «ulteriore prova che la Russia sta facendo l'opposto di quello che dice. Mosca è responsabile dell'escalation, anche se esorta alla de-escalation». Dopo la dichiarazione della portavoce Oana Lungescu è intervenuto anche il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, che ha ridimensionato il tutto parlando di uno sconfinamento e non di una invasione russa. “Penso sia solo la continuazione di ciò che vediamo da qualche tempo, un flusso di forniture» ha detto Rasmussen.
Intanto, da stamattina sono bloccati al confine tra Russia e Ucraina i circa 280 camion partiti nei giorni scorsi da Mosca e carichi di tonnellate di aiuti umanitari diretti alle popolazioni del Donbass sottoposte ad un assedio accompagnato da intensi bombardamenti. Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa internazionali, il convoglio che nei giorni scorsi ha viaggiato nel sud della Federazione Russa non ha ancora ottenuto finora il via libera della giunta di Kiev; i camion dalle 10 di questa mattina sono sottoposti a certosini controlli di un centinaio tra funzionari della dogana e membri della polizia di frontiera ucraini. Nel caso di parere positivo, ha affermato il portavoce militare ucraino Léonid Matioukhine «la missione si dirigerà a Lugansk» dove gli aiuti dovrebbero essere distribuiti dalla Croce Rossa Internazionale.
In una nota il ministero degli Esteri russo ha affermato intende «attirare l’attenzione sulla drastica intensificazione dell’azione militare delle forze ucraine con l’apparente obiettivo di bloccare il cammino, concordato con Kiev, di un convoglio umanitario attraverso il confine russo-ucraino». Mosca aveva anche chiesto che venisse promosso un cessate il fuoco nella regione sottoposta ai bombardamenti per permettere la consegna degli aiuti alla popolazione ma così non è stato.
Dopo i 100 civili morti nei bombardamenti di Lugansk e Donetsk dei giorni scorsi, non sembra fermarsi l’eccidio nelle città controllate dagli insorti. Ieri il sindaco di Donetsk ha comunicato che 11 civili sono rimasti uccisi e altri 8 feriti in città nelle ultime 24 ore. Combattimenti tra le milizie delle Repubbliche Popolari e i soldati ucraini sono avvenuti nella notte nei distretti di Petrovskiy e Leninskiy mentre alcuni testimoni del vicino villaggio di Trudovska hanno raccontato di case distrutte da cannonate.

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A VENEZIA SI PREPARA IL PROCESSO CONTRO OBAMA E POROSHENKO, PRESIDENTE UCRAINO.

Marina Tantushyan

Gli attivisti che lottano per la separazione di Venezia dall’Italia intendono organizzare il 23 agosto nella “città sull’acqua” un processo dimostrativo contro tre politici altolocati. Sul banco degli imputati saliranno il presidente statunitense Barack Obama, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente ucraino Petro Poroshenko. I tre politici vengono accusati di sterminio della popolazione pacifica del Donbass.


Questi leader saranno giudicati dal cosiddetto “tribunale di Russel” creato nel 1967 dal filosofo ed esponente pubblico inglese Bertrand Russell e dallo scrittore francese Jean-Paul Sartre appositamente per l’esame dei crimini commessi in tutto il mondo. Albert Gardin, presidente del Governo Veneto, ha raccondato nell’intervista a “La Voce della Russia” perché i veneziani hanno deciso di ricorrere proprio a questo organo di giustizia:

- L’iniziativa di svolgere questo processo viene dal Governo del Veneto che mira a conseguire la sovranità di Venezia. Quindi, la nostra situazione non differisce molto da quella di Donetsk e di Lagansk. I nostri sentimenti sono con queste regioni e approvviamo la strada che hanno scelto. Non lo riteniamo un grillo o un capriccio politico, ma una scelta democratica della popolazione che, a nostro parere, va rispettata. Nondimeno l’Europa vuole una dura contrapposizione che si manifesta adesso in ostilità nel Donbass. Abbiamo deciso di ricorrere al “tribunale di Russell” in quanto in questo momento siamo testimoni di una grande menzogna internazionale che accompagna gli avvenimenti a Donetsk e Lugansk. I miliziani vengono presentati come insorti in lotta contro le autorità di Kiev, anziché come abitanti dei territori che hanno una propria storia e la propria dignità politica.

- Alla vigilia del processo Lei ha iniziato uno sciopero della fame per esprimere la propria aperta protesta contro la politica di Kiev nei confronti di Donetsk e Lugansk. Ritiene che in questo modo si possa attirare una maggiore attenzione all’imminente “tribunale di Russell” da parte della stampa italiana che finora non ha manifestato un particolare interesse verso questa iniziativa?

- Questo fatto conferma la presa di posizione dei politici e dei media italiani sulla crisi ucraina. Ho deciso di dichiarare lo sciopero della fame per violare questo silenzio vergognoso. In questa maniera volevo prima di tutto dimostrare il mio desiderio di influire in qualche modo sulla situazione venutasi a creare, in cui molte fonti di informazione deformano la realtà. Con questo sciopero della fame volevo conferire una maggiore drammaticità all’attuale stato delle cose.

- Girano voci secondo cui durante la preparazione al processo Lei avrebbe incontrato alcuni problemi logistici. È veramente così? Esiste il rischio reale che la data di inizio del processo possa essere alla fine rinviata?

- Sì, tale problema esiste davvero. Adesso siamo in fase di attesa in quanto abbiamo presentato in diversi posti le domande per la conduzione del processo. Il punto è che molti non vogliono intervenire contro l’Italia che è adesso il presidente del Consiglio europeo, pertanto non abbiamo ancora ricevuto le risposte. Se riusciremo a risolvere almeno una parte dei nostri problemi legati alla preparazione del processo, saremo pronti ad organizzare il lavoro del tribunale il 23 agosto direttamente su una delle piazze di Venezia. Altrimentri dovremo rinviarlo per un po’ di tempo.

- È riuscito a selezionare 50 giurati indipendenti? Chi sono queste persone?

- In questo momento continuamo a selezionare i candidati. Il “tribinale di Russell” è una corte indipendente formata di persone che confessano diverse idee politiche ma che sono unite dall’acuto senso di giustizia. Queste persone non sono indifferenti verso quanto avviene adesso in Ucraina.

- È noto che il verdetto del “tribunale di Russell” non ha validità giuridica. Qual è allora il senso dello svolgimento del processo?

- Il “tribunale di Russell” è chiamato a dare alla società una risposta onesta in merito alla tragica situazione creatsi in questi giorni a Donetsk e Lugansk dove è in corso una vera pulizia etnica. Infatti, i verdetti emessi dal “tribunale di Russell” non sono vincolanti. Nondimeno tenendo conto del silenzio attorno agli avvenimenti nel Donbass può diventare una candela accesa nel buio pesto. Pertanto siamo convinti della necessità di tenere il processo e della sua competenza. I nostri piani prevedono anche il successivo inoltro di istanze agli organi di giustizia internazionali controllati dai paesi occidentali. Vogliamo chiedere loro di intervenire per arrestare i personaggi che finanziano e spingono l’Occidente verso questa guerra, verso lo scontro con la Russia.

Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_08_14/A-Venezia-si-prepara-il-processo-contro-Obama-e-Poroshenko-3458/

segnala commento inopportuno

A VENEZIA SI PREPARA IL PROCESSO CONTRO OBAMA E POROSHENKO, PRESIDENTE UCRAINO.

Marina Tantushyan

Gli attivisti che lottano per la separazione di Venezia dall’Italia intendono organizzare il 23 agosto nella “città sull’acqua” un processo dimostrativo contro tre politici altolocati. Sul banco degli imputati saliranno il presidente statunitense Barack Obama, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente ucraino Petro Poroshenko. I tre politici vengono accusati di sterminio della popolazione pacifica del Donbass.


Questi leader saranno giudicati dal cosiddetto “tribunale di Russel” creato nel 1967 dal filosofo ed esponente pubblico inglese Bertrand Russell e dallo scrittore francese Jean-Paul Sartre appositamente per l’esame dei crimini commessi in tutto il mondo. Albert Gardin, presidente del Governo Veneto, ha raccondato nell’intervista a “La Voce della Russia” perché i veneziani hanno deciso di ricorrere proprio a questo organo di giustizia:

- L’iniziativa di svolgere questo processo viene dal Governo del Veneto che mira a conseguire la sovranità di Venezia. Quindi, la nostra situazione non differisce molto da quella di Donetsk e di Lagansk. I nostri sentimenti sono con queste regioni e approvviamo la strada che hanno scelto. Non lo riteniamo un grillo o un capriccio politico, ma una scelta democratica della popolazione che, a nostro parere, va rispettata. Nondimeno l’Europa vuole una dura contrapposizione che si manifesta adesso in ostilità nel Donbass. Abbiamo deciso di ricorrere al “tribunale di Russell” in quanto in questo momento siamo testimoni di una grande menzogna internazionale che accompagna gli avvenimenti a Donetsk e Lugansk. I miliziani vengono presentati come insorti in lotta contro le autorità di Kiev, anziché come abitanti dei territori che hanno una propria storia e la propria dignità politica.

- Alla vigilia del processo Lei ha iniziato uno sciopero della fame per esprimere la propria aperta protesta contro la politica di Kiev nei confronti di Donetsk e Lugansk. Ritiene che in questo modo si possa attirare una maggiore attenzione all’imminente “tribunale di Russell” da parte della stampa italiana che finora non ha manifestato un particolare interesse verso questa iniziativa?

- Questo fatto conferma la presa di posizione dei politici e dei media italiani sulla crisi ucraina. Ho deciso di dichiarare lo sciopero della fame per violare questo silenzio vergognoso. In questa maniera volevo prima di tutto dimostrare il mio desiderio di influire in qualche modo sulla situazione venutasi a creare, in cui molte fonti di informazione deformano la realtà. Con questo sciopero della fame volevo conferire una maggiore drammaticità all’attuale stato delle cose.

- Girano voci secondo cui durante la preparazione al processo Lei avrebbe incontrato alcuni problemi logistici. È veramente così? Esiste il rischio reale che la data di inizio del processo possa essere alla fine rinviata?

- Sì, tale problema esiste davvero. Adesso siamo in fase di attesa in quanto abbiamo presentato in diversi posti le domande per la conduzione del processo. Il punto è che molti non vogliono intervenire contro l’Italia che è adesso il presidente del Consiglio europeo, pertanto non abbiamo ancora ricevuto le risposte. Se riusciremo a risolvere almeno una parte dei nostri problemi legati alla preparazione del processo, saremo pronti ad organizzare il lavoro del tribunale il 23 agosto direttamente su una delle piazze di Venezia. Altrimentri dovremo rinviarlo per un po’ di tempo.

- È riuscito a selezionare 50 giurati indipendenti? Chi sono queste persone?

- In questo momento continuamo a selezionare i candidati. Il “tribinale di Russell” è una corte indipendente formata di persone che confessano diverse idee politiche ma che sono unite dall’acuto senso di giustizia. Queste persone non sono indifferenti verso quanto avviene adesso in Ucraina.

- È noto che il verdetto del “tribunale di Russell” non ha validità giuridica. Qual è allora il senso dello svolgimento del processo?

- Il “tribunale di Russell” è chiamato a dare alla società una risposta onesta in merito alla tragica situazione creatsi in questi giorni a Donetsk e Lugansk dove è in corso una vera pulizia etnica. Infatti, i verdetti emessi dal “tribunale di Russell” non sono vincolanti. Nondimeno tenendo conto del silenzio attorno agli avvenimenti nel Donbass può diventare una candela accesa nel buio pesto. Pertanto siamo convinti della necessità di tenere il processo e della sua competenza. I nostri piani prevedono anche il successivo inoltro di istanze agli organi di giustizia internazionali controllati dai paesi occidentali. Vogliamo chiedere loro di intervenire per arrestare i personaggi che finanziano e spingono l’Occidente verso questa guerra, verso lo scontro con la Russia.

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Marina Tantushyan

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Questi leader saranno giudicati dal cosiddetto “tribunale di Russel” creato nel 1967 dal filosofo ed esponente pubblico inglese Bertrand Russell e dallo scrittore francese Jean-Paul Sartre appositamente per l’esame dei crimini commessi in tutto il mondo. Albert Gardin, presidente del Governo Veneto, ha raccondato nell’intervista a “La Voce della Russia” perché i veneziani hanno deciso di ricorrere proprio a questo organo di giustizia:

- L’iniziativa di svolgere questo processo viene dal Governo del Veneto che mira a conseguire la sovranità di Venezia. Quindi, la nostra situazione non differisce molto da quella di Donetsk e di Lagansk. I nostri sentimenti sono con queste regioni e approvviamo la strada che hanno scelto. Non lo riteniamo un grillo o un capriccio politico, ma una scelta democratica della popolazione che, a nostro parere, va rispettata. Nondimeno l’Europa vuole una dura contrapposizione che si manifesta adesso in ostilità nel Donbass. Abbiamo deciso di ricorrere al “tribunale di Russell” in quanto in questo momento siamo testimoni di una grande menzogna internazionale che accompagna gli avvenimenti a Donetsk e Lugansk. I miliziani vengono presentati come insorti in lotta contro le autorità di Kiev, anziché come abitanti dei territori che hanno una propria storia e la propria dignità politica.

- Alla vigilia del processo Lei ha iniziato uno sciopero della fame per esprimere la propria aperta protesta contro la politica di Kiev nei confronti di Donetsk e Lugansk. Ritiene che in questo modo si possa attirare una maggiore attenzione all’imminente “tribunale di Russell” da parte della stampa italiana che finora non ha manifestato un particolare interesse verso questa iniziativa?

- Questo fatto conferma la presa di posizione dei politici e dei media italiani sulla crisi ucraina. Ho deciso di dichiarare lo sciopero della fame per violare questo silenzio vergognoso. In questa maniera volevo prima di tutto dimostrare il mio desiderio di influire in qualche modo sulla situazione venutasi a creare, in cui molte fonti di informazione deformano la realtà. Con questo sciopero della fame volevo conferire una maggiore drammaticità all’attuale stato delle cose.

- Girano voci secondo cui durante la preparazione al processo Lei avrebbe incontrato alcuni problemi logistici. È veramente così? Esiste il rischio reale che la data di inizio del processo possa essere alla fine rinviata?

- Sì, tale problema esiste davvero. Adesso siamo in fase di attesa in quanto abbiamo presentato in diversi posti le domande per la conduzione del processo. Il punto è che molti non vogliono intervenire contro l’Italia che è adesso il presidente del Consiglio europeo, pertanto non abbiamo ancora ricevuto le risposte. Se riusciremo a risolvere almeno una parte dei nostri problemi legati alla preparazione del processo, saremo pronti ad organizzare il lavoro del tribunale il 23 agosto direttamente su una delle piazze di Venezia. Altrimentri dovremo rinviarlo per un po’ di tempo.

- È riuscito a selezionare 50 giurati indipendenti? Chi sono queste persone?

- In questo momento continuamo a selezionare i candidati. Il “tribinale di Russell” è una corte indipendente formata di persone che confessano diverse idee politiche ma che sono unite dall’acuto senso di giustizia. Queste persone non sono indifferenti verso quanto avviene adesso in Ucraina.

- È noto che il verdetto del “tribunale di Russell” non ha validità giuridica. Qual è allora il senso dello svolgimento del processo?

- Il “tribunale di Russell” è chiamato a dare alla società una risposta onesta in merito alla tragica situazione creatsi in questi giorni a Donetsk e Lugansk dove è in corso una vera pulizia etnica. Infatti, i verdetti emessi dal “tribunale di Russell” non sono vincolanti. Nondimeno tenendo conto del silenzio attorno agli avvenimenti nel Donbass può diventare una candela accesa nel buio pesto. Pertanto siamo convinti della necessità di tenere il processo e della sua competenza. I nostri piani prevedono anche il successivo inoltro di istanze agli organi di giustizia internazionali controllati dai paesi occidentali. Vogliamo chiedere loro di intervenire per arrestare i personaggi che finanziano e spingono l’Occidente verso questa guerra, verso lo scontro con la Russia.

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Marina Tantushyan

Gli attivisti che lottano per la separazione di Venezia dall’Italia intendono organizzare il 23 agosto nella “città sull’acqua” un processo dimostrativo contro tre politici altolocati. Sul banco degli imputati saliranno il presidente statunitense Barack Obama, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente ucraino Petro Poroshenko. I tre politici vengono accusati di sterminio della popolazione pacifica del Donbass.


Questi leader saranno giudicati dal cosiddetto “tribunale di Russel” creato nel 1967 dal filosofo ed esponente pubblico inglese Bertrand Russell e dallo scrittore francese Jean-Paul Sartre appositamente per l’esame dei crimini commessi in tutto il mondo. Albert Gardin, presidente del Governo Veneto, ha raccondato nell’intervista a “La Voce della Russia” perché i veneziani hanno deciso di ricorrere proprio a questo organo di giustizia:

- L’iniziativa di svolgere questo processo viene dal Governo del Veneto che mira a conseguire la sovranità di Venezia. Quindi, la nostra situazione non differisce molto da quella di Donetsk e di Lagansk. I nostri sentimenti sono con queste regioni e approvviamo la strada che hanno scelto. Non lo riteniamo un grillo o un capriccio politico, ma una scelta democratica della popolazione che, a nostro parere, va rispettata. Nondimeno l’Europa vuole una dura contrapposizione che si manifesta adesso in ostilità nel Donbass. Abbiamo deciso di ricorrere al “tribunale di Russell” in quanto in questo momento siamo testimoni di una grande menzogna internazionale che accompagna gli avvenimenti a Donetsk e Lugansk. I miliziani vengono presentati come insorti in lotta contro le autorità di Kiev, anziché come abitanti dei territori che hanno una propria storia e la propria dignità politica.

- Alla vigilia del processo Lei ha iniziato uno sciopero della fame per esprimere la propria aperta protesta contro la politica di Kiev nei confronti di Donetsk e Lugansk. Ritiene che in questo modo si possa attirare una maggiore attenzione all’imminente “tribunale di Russell” da parte della stampa italiana che finora non ha manifestato un particolare interesse verso questa iniziativa?

- Questo fatto conferma la presa di posizione dei politici e dei media italiani sulla crisi ucraina. Ho deciso di dichiarare lo sciopero della fame per violare questo silenzio vergognoso. In questa maniera volevo prima di tutto dimostrare il mio desiderio di influire in qualche modo sulla situazione venutasi a creare, in cui molte fonti di informazione deformano la realtà. Con questo sciopero della fame volevo conferire una maggiore drammaticità all’attuale stato delle cose.

- Girano voci secondo cui durante la preparazione al processo Lei avrebbe incontrato alcuni problemi logistici. È veramente così? Esiste il rischio reale che la data di inizio del processo possa essere alla fine rinviata?

- Sì, tale problema esiste davvero. Adesso siamo in fase di attesa in quanto abbiamo presentato in diversi posti le domande per la conduzione del processo. Il punto è che molti non vogliono intervenire contro l’Italia che è adesso il presidente del Consiglio europeo, pertanto non abbiamo ancora ricevuto le risposte. Se riusciremo a risolvere almeno una parte dei nostri problemi legati alla preparazione del processo, saremo pronti ad organizzare il lavoro del tribunale il 23 agosto direttamente su una delle piazze di Venezia. Altrimentri dovremo rinviarlo per un po’ di tempo.

- È riuscito a selezionare 50 giurati indipendenti? Chi sono queste persone?

- In questo momento continuamo a selezionare i candidati. Il “tribinale di Russell” è una corte indipendente formata di persone che confessano diverse idee politiche ma che sono unite dall’acuto senso di giustizia. Queste persone non sono indifferenti verso quanto avviene adesso in Ucraina.

- È noto che il verdetto del “tribunale di Russell” non ha validità giuridica. Qual è allora il senso dello svolgimento del processo?

- Il “tribunale di Russell” è chiamato a dare alla società una risposta onesta in merito alla tragica situazione creatsi in questi giorni a Donetsk e Lugansk dove è in corso una vera pulizia etnica. Infatti, i verdetti emessi dal “tribunale di Russell” non sono vincolanti. Nondimeno tenendo conto del silenzio attorno agli avvenimenti nel Donbass può diventare una candela accesa nel buio pesto. Pertanto siamo convinti della necessità di tenere il processo e della sua competenza. I nostri piani prevedono anche il successivo inoltro di istanze agli organi di giustizia internazionali controllati dai paesi occidentali. Vogliamo chiedere loro di intervenire per arrestare i personaggi che finanziano e spingono l’Occidente verso questa guerra, verso lo scontro con la Russia.

Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_08_14/A-Venezia-si-prepara-il-processo-contro-Obama-e-Poroshenko-3458/

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Ok, signorfrancescocecchini, adesso prenda le gocce e cerchi di riposare.
Buonanotte.

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Quarta trollata di Bastanzetti.

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Ultima trollata di Michele Bastanzetti. Finora ne ha scritto quattro, in questo blog. Un bell' impegno per dimostrare / confermare /che e' un buon trollatore. Cosa di cui molti al di la delle posizioni politiche sono convinti.
La blogger Piovesan quando ha definito Bastanzetti un trollatore ha colto nel segno, inoltre il termine evita le vogarita' con cui trollata fa rima.

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Hai ragione Piero. I trolls come Bastanzetti vanno ignorati.
L' iniziativa dei venetisti, il tribunale Russel a Venezia per Obama, il presidente dell' Unione Europea ed il presidente ucraino, e' interessante. Vedro' di seguire ed informare.

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Sarebbe curioso sentire come questo blog dominato da complottisti esagitati e perennemente impegnati nell' insultare chi non dà loro il minimo credito interpreta ciò che stanno combinando i pazzi fondamentalisti dell' Isis in Iraq e Siria.
Basti dire che c'è chi, come il Sig . pierodeola sostiene che Hitler sarebbe una creatura degli USA.
Magari anche l'Isis, per costoro, è una creatura degli Usa!

PS: tribunale Russel? ma è già carnevale a Venezia?

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Quinta trollata di Bastanzetti. Non c' e' limite alla trollaggine dell' individuo.
Grazie alla blogger Piovesan di averlo definito un troll.

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http://latanadellorso.livejournal.com/8249.html

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A volte da una cosa cattiva puo' nascere una cosa buona. Dall' inferno dell' Irak, provocato dagli Usa può nascere l' indipendenza del Kurdistan e del popolo curdo.
I curdi prendono armi ed hanno l' appoggio dagli americani? A volte non importa il colore del gatto, l' importante e' che mangi i topi. In questo caso i topi sono gli ostacoli all' indipendenza del Kurdistan e del popolo curdo.
Grazie Denisio per la segnalazione. Questo significa confronto, non le trollate varie.

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francescocecchini( già denunciato per diffamazione), MarcoM, pierodeola e per finire Denisio: i quattro picchiatori al servizio della Sig.ra Salvador se ne sono alfine usciti tutti. Esibendo la solita violenza verbale ed intimidatoria contro chi osi evidenziare le esagitate, fanatiche mistificazioni di questo blog complottista.

Per concludere sull' argomento: Sig.ra Salvador forse le è sfuggito, al di là dei guai in corso e che certo seguiranno, che la Russia è già intervenuta massicciamente in Ucraina. Facendo un sol boccone, in pieno stile nazionalsocialista, di quel gioiellino territorial-strategico che è la Crimea.

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legga, le poche volte che ancora le rispondo!


"Per concludere sull' argomento: Sig.ra Salvador forse le è sfuggito, al di là dei guai in corso e che certo seguiranno, che la Russia è già intervenuta massicciamente in Ucraina."


Michele Bastanzetti
15/08/2014 - 20:54
NEOIMPERIALISMO RUSSO
Ritornerà, signorfrancescocecchini?
Alle volte ritornano.

Notizia della sera: Appena letto il blog della Salvador Putin ha sconfinato in Ucraina. Kiev sostiene di aver neutralizzato a colpi d'artiglieria una ventina di mezzi corazzati dei neiimperialisti russi già ammassati in forze ai confini.
Dopo essersi mangiato la Crimea al Vladimir gli è venuto appetito... e USA ed UE, per far piacere ai complottisti de noantri, dovrebbero mettersi le mani in tasca, girarsi dall' altra parte e fischiettare.


Francesca Salvador
16/08/2014 - 9:03
CHI SCONFINA CHI?

a guardare le date, mi sembra che a sconfinare siano tutt'altro che i russi....

probabilmente anche di fronte all'evidenza, non ci sarà verso.




15 agosto 2014, 21:57
Nessun convoglio militare russo ha attraversato il confine con l'Ucraina

Il Ministero della Difesa russo ha negato i rapporti su una presunta "distruzione" da parte dell’esercito ucraino di un "convoglio militare russo" che avrebbe attraversato in precedenza il confine russo-ucraino.
Il Ministero ha osservato che sarebbe stato meglio se l'artiglieria ucraina avesse distrutto il fantasma e non i rifugiati o i propri militari. In precedenza, alcuni media stranieri avevano riferito che un convoglio di 23 veicoli militari, cisterne di carburante e veicoli di supporto con i numeri russi avrebbero attraversato il confine con l'Ucraina nel settore del checkpoint "Izvarino."




La Casa Bianca non conferma lo sconfinamento di blindati russi in Ucraina

Washington non è in grado di confermare le affermazioni delle autorità ucraine relative allo sconfinamento di un convoglio militare russo nel territorio dell'Ucraina. Lo ha sostenuto il rappresentante del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Casa Bianca Caitlin Hayden.
Nella giornata di ieri il presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko aveva dichiarato che parte dei mezzi militari che avrebbero attraversato il confine ucraino la sera prima sarebbe stata distrutta.
A sua volta il ministero della Difesa russo aveva smentito categoricamente che una colonna militare russa aveva attraversato il confine.


13 giugno, 22:16
La Russia condanna la violazione dei suoi confini


La violazione dei confini russi da parte di un veicolo blindato ucraino rappresenta un'infrazione delle norme fondamentali del diritto internazionale, che non contribuisce ad una soluzione pacifica del conflitto. Lo hanno dichiarato al ministro degli Esteri russo.
In precedenza il Servizio di Frontiera dell'Oblast' di Rostov aveva riferito che un blindato ucraino era sconfinato nel territorio russo. I soldati che si trovavano a bordo hanno lasciato il mezzo militare e sono rientrati in territorio ucraino. In seguito tuttavia sono ritornati per cercare di riprendersi il tank. Questo tentativo è stato sventato dalle guardie di frontiera, che hanno costretto i militari ucraini a ritirarsi.


30 luglio, 12:53

La guerra civile ucraina colpisce la Russia: 1 vittima e 9 feriti

"Durante i combattimenti nelle regioni sud-orientali dell'Ucraina sono stati registrati 16 casi di bombardamenti nella regione russa di Rostov, a seguito dei quali 1 cittadino russo è rimasto ucciso, mentre 9 sono stati feriti," - ha riferito il governo dell'Oblast' di Rostov.
Inoltre hanno subito danni le abitazioni dei centri abitati a ridosso del confine con l'Ucraina, così come gli edifici amministrativi ai valichi di frontiera.
La regione di Rostov confina con il Donbass (Ucraina orientale), dove periodicamente avvengono combattimenti tra le forze di sicurezza ucraine e i separatisti.


13 luglio, 10:46

Razzo ucraino colpisce una casa in territorio russo: 1 vittima e 2 feriti

Secondo le prime ricostruzioni, una persona è rimasta uccisa, mentre 2 sono state ferite a seguito di un razzo sparato dall'Ucraina e caduto in una casa della città di Donetsk, centro abitato situato nella regione di Rostov, ha rivelato oggi una fonte nelle autorità.
Secondo l'informatore, nel centro russo di Donetsk sono caduti 2 razzi provenienti dall'Ucraina, uno dei quali ha colpito la casa.




Kiev tenta di ostacolare il passaggio dei convogli umanitari


Mosca richiama l'attenzione sulla forte intensificazione delle ostilità da parte delle forze di sicurezza ucraine con l'obiettivo di tagliare il percorso concordato con Kiev per la colonna umanitaria dal confine russo-ucraino verso Lugansk.
Lo ha dichiarato il Ministero degli Esteri russo. Il Ministero ha osservato che esistono forze che si propongono di privare la popolazione del sud-est dell'Ucraina del necessario proprio in questo momento, ma mettere in atto una provocazione aperta può comportare un'ulteriore complicazione della situazione nella zona del conflitto. Il Ministero degli Esteri ha sottolineato che coloro che vogliono disturbare la missione umanitaria in Ucraina, si assumono una grande responsabilità per le conseguenze di queste azioni.



13 agosto, 18:21

Aiuti russi in Ucraina, quando il caval donato non è cavallo di Troia


Giorni fa un collega giornalista ha scritto che “in agosto 2014 l’Europa ha esaurito il suo buon senso”. Questa triste conclusione nasce dal fatto che l’iniziativa di Mosca, che ha proposto di inviare un convoglio di aiuti umanitari agli abitanti di Lugansk e Donetsk, trovatisi sull’orlo della sopravvivenza a seguito della rappresaglia scatenata dal regime di Kiev, si è trovata al centro di strani giochi.
Mosca ha deciso semplicemente di inviare generi di prima necessità, cibo e medicine, ma la reazione di Kiev, Washington e Europa oltrepassa ogni limite del buon senso.
A caval donato non si guarda in bocca. Questo detto è presente in molte lingue del mondo. Se lo usiamo per descrivere l’ondata di isteria politica sollevata in relazione agli aiuti della Russia agli abitanti dell’Est dell’Ucraina che stanno vivendo una catastrofe umanitaria, si avrà un quadro seguente.
Attorno al “cavallo”, che il vicino di chi ne ha bisogno ha deciso di donare al bisognoso, è scoppiata una rissa. Il destinatario del dono si è messo a “guardare in bocca”, perché gli è sembrato che al posto dei denti il cavallo abbia zanne da cinghiale. Poi sono accorsi altri vicini che hanno cominciato a esprimere dei dubbi circa la sincerità del donatore, dicendo che è una trappola. Infine, il caporione ha pronunciato il suo verdetto: il regalo è illecito, perché il vicino ha un brutto carattere e non si sa mai che cosa ha in mente. Proprio questo sta accadendo adesso attorno al convoglio inviato dalla Russia.
“Ogni tentativo di ingresso non autorizzato nel territorio dell’Ucraina o di altri Stati, compreso con pretesto di aiuti umanitari, sarà considerato un atto di aggressione”, - ha dichiarato il 12 agosto nel corso di un briefing il vice capo dell’amministrazione del Presidente dell’Ucraina, Valery Chaly. Nel contempo il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha detto che il convoglio russo potrebbe essere un tentativo di Mosca di organizzare la sua “presenza permanente” in Ucraina. Dopo un colloqio telefonico col Presidente USA, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Premier britannico David Cameron hanno minacciato Mosca di pesanti sanzioni, se essa deciderà di aiutare direttamente gli abitanti del Sud-Est dell’Ucraina. Per non essere in dissonanza con gli altri, anche il Segretario della NATO, Fogh Rasmussen, ha lanciato delle minacce. Tocco finale: Barack Obama ha ammonito Mosca contro l' “ingerenza” negli affari interni dell’Ucraina col pretesto degli aiuti umanitari.
Ma che cosa sta succedendo? Perché tanta isteria attorno al dono della Russia che vuole aiutare gli abitanti delle due Repubbliche autoproclamate che, però, sono anche cittadini ufficiali dell’Ucraina? Sulla base di quali poteri e quali norme del diritto internazionale alcuni Stati hanno deciso di avere il diritto di alzare la voce contro altri Stati, anch’essi membri dell’ONU, e di minacciarli? Forse che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non esiste più? Perché, infine, qualcuno ha deciso di avere il dominio dell’Ucraina che, tra l’altro, nessuno intende aggredire?
Ma soprattutto, perché non si dice che Kiev sta praticamente sterminando i 4 milioni degli abitanti dell’Est? Perché non si parla delle migliaia di persone uccise e ferite, dei profughi che si contano a centinaia di migliaia? Il tedesco “Junge Welt” riferisce che a Lugansk gli abitanti sono costretti a bere acqua di ruscello perché l’impianto dell’acqua è stato distrutto dalle bombe, che con 30 gradi sopra lo zero i frigoriferi non funzionano in quanto le sottostazioni elettriche sono state rase al suolo. Questo tipo di comportamento è tipico dell’Occidente, sottolinea l’esperto militare dell’agenzia ITAR-TASS Viktor Litovkin.
“Tutti loro sanno bene di avere questo pallino: far dispetti alla Russia che si sta comportando in maniera indipendente e sovrana, e non si inchina alla pressione”.
A proposito, oggi l'Europa si è già dimenticata del referendum che i cittadini di Donetsk e Lugansk hanno tenuto nel mese di maggio, quando il 90% ha votato contro l’usurpazione del potere da parte delle forze filonaziste. Allora è stato detto che i referendum erano una parte del “piano di Putin”. A quanto pare, l’Europa “democratica” non prende neanche in considerazione il diritto delle persone ad avere una propria opinione.

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Sesta trollata di MIchele Bastanzetti. D' altra parte la persona non e' capace d' altro. Lo definiscono un troll, brillante definizione di una blogger, in molti. Bastanzetti un puppattiano duro e puro insiste con la mia vicenda politico-giudiziaria con la senatrice puppato dandomi l' opportunità di chiarire la mia posizione anche qui. Grazie. Bastanzetti ne scriva anche negli altri blogs.

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SENATRICE PUPPATO E L’ ART. 21 DELLA COSTITUZIONE.
Art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Quando nel marzo del 2013, Laura Puppato lo accusò di essere un piccolo ducetto , Flavio Zanonato, ora deputato al parlamento europeo affermò:
“ Mi sembra giusto che la gente sappia che la Puppato non accetta le critiche e che non è affatto quella che sembra in televisione.”
Sono stato denunciato da Puppato per averla diffamata con calunnie, il processo inizierà il 17 ottobre prossimo.
La mia non è diffamazione personale, ma critica a comportamenti politici della senatrice Puppato, diffusa con i mezzi a disposizione di un cittadino. giornali online, social network, emails etc.,etc.. Ho aumentato la diffusione dopo che Puppato mi ha inviato a casa due volte il comandante dei carabinieri di Montebelluna, Arcidiacono per farmi cambiare idea e dopo la denuncia.
Le mie critiche alla senatrice Puppato riguardano principalmente i seguenti punti:
• La strumentalizzazione partitica dell’evento del Cansiglio il 9 settembre 2012. Puppato si presentò come oratrice unica e capogruppo del PD in Consiglio regionale Veneto. Fatto grave che ruppe l’unità delle forze antifasciste. Allego la mia lettera aperta dell’ anno scorso a Carlo Smuraglia e la sua risposta.
• La sua performance come sindaco di Montebelluna. Tra l’altro fu denunciata al TAR dal WWF locale.
• Quando nel luglio del 2011 il Consiglio Regionale Veneto si è pronunciato a favore della riconversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle, Puppato capogruppo del PD non si è opposta come hanno fatto altri, per esempio Bertolissi eletto nella stessa lista, ma si è astenuta, facendo passare questo come una critica / atto di accusa alla politica veneta.
• La legge 27/12 che permette al Movimento per la vita di entrare negli ospedali ottenne il voto favorevole da Puppato allora capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Veneto ( La commissione Sanità del Consiglio regionale poco tempo fa ha respinto il testo che autorizzava l' ingresso negli ospedali ad associazioni che si occupano di etica e salute. Il Movimento per la vita, innanzitutto. Così torna in giunta il regolamento della legge 27 approvata 2 anni fa. Una grande vittoria delle donne, una sconfitta per Puppato ).
• L’ aver votato in Senato l’abolizione dell’art. 138 della Costituzione, dopo aver partecipato alcuni giorni prima, il 12 ottobre 2013 a Roma ad una manifestazione a sostegno carta costituzionale.
• Il cambiare troppo spesso posizione. Puppattiana durante le primarie del PD del 2012 per ottenere la segreteria del partito e la presidenza del consiglio. Poi, via via, bersaniana, amica dei grillini,civatiana ed ora renziana.
• L’ aver abbandonato per ben due volte il territorio dove era stata eletta, prima di terminare il suo mandato. Prima Montebelluna dove era sindaco,per diventare consigliere regionale veneta, poi il Veneto per diventare senatrice.

Francesco Cecchini 21.06.2014





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@ Francesco Cecchini: lascia perdere l'enumerazione degli interventi del nostro troll, in fin dei conti la sua indole alla lotta verbale supera il comun denominatore di un buon dialogo per ALMENO i seguenti motivi:

-Incursione continua nei Blog con interventi non pertinenti
-derisione degli argomenti senza portarne di alternativi
-visione totalmente faziosa degli eventi (stile tifo beota calcistico)
-incapacità di analisi logica di un testo semplice più volte fatta notare
-considerazioni abbiette sulla scia del generico argomento complottismo

Con tali presupposti ho rinunciato a consigliargli di aprire il suo blog anche perchè se dovesse sostenere argomenti come "I COMPLOTTISTI DICONO CHE ISIS è FINANZIATO DA USA" asserendo che non è vero si ritroverebbe dichiarazioni come questa :

http://www.nocensura.com/2014/08/senatore-usa-conferma-abbiamo.html

che lo metterebbero in leggero imbarazzo .

a bastanzeeeeeeee.......

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Denisio, sono perfettamente d' accordo con la tua analisi ed accetto il tuo consiglio. Il troll Bastanzetti, va ignorato.
I blogs ed i commenti che appaiono su Oggi Treviso sono interessanti su vari argomenti, pur con opinioni diverse. Il gioco pero' della provocazione per la provocazione e' una coglionata provinciale.

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Chi parla di terza guerra mondiale?

di Giulietto Chiesa

I neocon, tramite Victoria Nuland, volevano fare dell'Ucraina una crisi di valenza internazionale, o addirittura mondiale. Ma perché la fretta?

news 212041Della crisi ucraina ho già scritto a più riprese. La prima cosa che mi colpì, nel momento in cui Viktor Yanukovic fu rovesciato da un colpo di stato plateale, appoggiato patentemente dagli Stati Uniti (meglio dire da loro promosso) con l'attiva partecipazione della Polonia, della Lituania e dell'Estonia, e dei fantocci al potere a Bruxelles, fu la sua apparente inutilità. Perché mettere in atto un golpe se Yanukovic poteva essere tranquillamente tolto di mezzo tra un anno con regolari elezioni?

E altre domande portavano tutte a conclusioni analoghe.

Perché rovesciare il tavolo quando l'Ucraina era già nelle mani degli americani, completamente - Yanukovic o non Yanukovic - da diversi anni? Sicuramente dai tempi della cosiddetta "rivoluzione arancione di Yushenko-Timoshenko? Che consegnarono nelle mani della CIA gli ultimi rimasugli di sovranità nazionale, dopo quelli svenduti dai precedenti presidenti dell'Ucraina "indipendente": Kravchuk e Kuchma?

Perché infine rovesciare Yanukovic quando lo stesso quarto e ultimo presidente dell'Ucraina aveva già venduto il Donbass alla Chevron e alla Shell: la bellezza di quasi 8000 chilometri quadrati di territorio per la durata di 50 anni, un accordo segreto in gran parte valutato 10 miliardi di dollari alla ricerca del gas da scisti bituminosi che avrebbe liberato "per sempre" l'Ucraina dalla dipendenza energetica dall'odiata Russia?



Insomma: Yanukovic - presentato come l'«uomo di Mosca» da tutti i media occidentali - non era poi quel grande amico di Putin.

Perché farlo fuori così brutalmente? Che bisogno c'era? Solo perché non aveva firmato a Vilnius il documento giugulatorio di "associazione" all'Unione Europea? Ma, fino al novembre dell'anno precedente Viktor Yanukovic aveva negoziato, lasciando sperare in un successo europeo totale. Il documento era già pronto, anche se in parte assai segreto. Bastava aspettare qualche mese e sarebbe stato imposto, con le buone o con le cattive.

No, tutti questi interrogativi non avevano risposte adeguate. Doveva esserci qualcos'altro. La fretta con cui Washington aveva premuto, e Varsavia aveva agito ai suoi ordini, indicava qualche altra impellente necessità.

A me fu subito chiaro che il golpe - non a caso un golpe con le stigmate naziste così visibili - era diretto non contro Yanukovic, pedina di nessun peso, ma contro la Russia.

I neocon, tramite la esecutrice Victoria Nuland, volevano una crisi di valenza internazionale, se non addirittura mondiale. Ma perché la fretta? Perché accelerare lo scontro e portare la NATO praticamente sul portone del Cremlino? Era, in fondo, uno scenario che io stesso avevo previsto sarebbe accaduto. Ma assistevo a un'improvvisa e drammatica accelerazione. Doveva esserci qualcos'altro a spiegare la fretta. E le dimensioni della rottura che si stava creando. Non si trattava di una crisi regionale, non un episodio passeggero. Le potenziali ripercussioni erano evidenti: uno scontro di portata non minore di quello della crisi dei missili a Cuba del 1962.

Bisognava spiegare il senso e le ragioni dell'accelerazione. Io non sono un economista (lo ripeto sempre per non eccitare le rimostranze degli scopritori dell'aria calda). Non sono neanche un esperto dei sotterfugi della finanza mondiale. Credo poco o nulla ai numeri che arrivano da quella parte, convinto ormai da tempo che sono in gran parte falsi o comunque molto manipolati. Ma tutto il nervosismo che da tempo leggo nei commenti di coloro che dicono d'intendersene (anche perché su quei trucchi ci hanno vissuto e ci vivono), mi ha fatto pensare che qualcosa non funzionava nei ragionamenti sopra esposti. Così mi sono trovato, con qualche sorpresa, in buona compagnia a parlare di "inizio della Terza Guerra Mondiale".

Devo prima di tutto esprimere i miei ringraziamenti a Roberto Savio, ideatore di quel fondamentale bollettino che si chiama "Other News", con sottotitolo esplicativo: "L'informazione che i mercati eliminano". Il primo di agosto "Other News" ha pubblicato una rassegna, che riprende numerosi spunti dal Washington's Blog, così intitolata: «Un gruppo di esperti finanziari ai massimi livelli afferma che la Terza Guerra Mondiale è in arrivo, a meno che non la fermiamo». Saccheggerò questa rassegna, che mi pare estremamente istruttiva. In primo luogo i nomi sono effettivamente grossi calibri, a giudicare dalla frequenza con cui i mercati li citano.

Prendiamo per esempio Nouriel Roubini che a gennaio di quest'anno twittava da Davos: «Molti oratori qui paragonano il 2014 con il 1914, quando la Prima Guerra Mondiale esplose e nessuno se l'aspettava. Siamo di fronte a un cigno nero nella forma di una guerra tra Cina e Giappone?» Fuochino. Ma gli fa eco Kile Bass, multimiliardario manager di hedge funds, che prima cita un «influente analista cinese» e poi lo stesso premier giapponese Abe, che «non escludono un confronto militare tra Cina e Giappone». Aggiungendo previsioni molto ben descritte, che, in bocca a un gestore finanziario di quel calibro, non possono essere trascurate. «Miliardi di $ di depositi bancari saranno ristrutturati - ci informa Kile Bass - e milioni di prudenti risparmiatori finanziari perderanno grandi percentuali del loro reale potere d'acquisto esattamente nel momento sbagliato delle loro vite [sempre che ci sia un momento giusto per perdere i propri averi, ndr]. Neanche questa volta il mondo finirà, ma la struttura sociale delle nazioni affluenti sarà posta in acuta tensione e in qualche caso fatta a pezzi. (..) Noi crediamo che la guerra sia un'inevitabile conseguenza dell'attuale situazione economica globale».

Gli fa eco l'ex capo dell'Office for Management and Budget ai tempi di Reagan, David Stockman. Anche per lui lo scontro in atto tra America e Russia condurrà alla terza guerra mondiale. Un po' più generico sulle modalità, ma convinto anche lui che si sta andando verso una "grossa guerra" (a major war) è l'ex analista tecnico di Goldman Sachs, Charles Nenner, che, ora in proprio, vanta tra i suoi clienti numerosi importanti hedge funds, banche, e un certo numero di ricchissimi investitori internazionali. Altrettanto, con qualche variazione, pensano investitori americani di primo piano come James Dines e Marc Faber. Quest'ultimo afferma apertamente che il governo americano comincerà nuove guerre in risposta alla crisi economica in atto. «La prossima cosa che il governo farà per distrarre l'attenzione della gente dalle cattive condizioni economiche - scrive Marc Faber - sarà di cominciare una qualche guerra da qualche parte».

Tutto chiaro, ma allora come mai i giornali e le tv ci dicono che l'America va fortissimo?

Pochi giorni fa Martin Armstrong - un gestore di fondi d'investimenti sovrani multimiliardari - dice la stessa cosa: «Occorre distrarre la gente dall'imminente declino economico». Gli ultimi due pezzi che ha scritto li ha intitolati così: «Andremo in guerra contro la Russia» e «Prepariamoci alla terza guerra mondiale». Non è ben chiaro se tutti questi profeti stiano enunciando prognosi sincere o siano semplicemente festeggiando in anticipo i futuri successi economico-finanziari che si aspettano dalla guerra, essendo evidente, da sempre, che le guerre ingrassano prima di tutto i banchieri e poi i produttori di armi. Ma l'insistenza con cui il tema viene sollevato indica comunque che il puzzo di bruciato tutti costoro lo sentono in anticipo.

Altri, per esempio la presidentessa del Brasile, Dilma Roussef, osservano che il mondo è attraversato da una «guerra delle valute» che sta diventando globale, cioè di tutti contro tutti. Da non dimenticare che la seconda guerra mondiale arrivò dopo una serie violenta di svalutazioni competitive. Sta accadendo ora la stessa cosa, quando le nazioni svalutano per rendere più competitive le loro merci e per incentivare le esportazioni. E molti si stanno accorgendo che la nuova banca, creata dal BRICS, con capitale iniziale di 100 miliardi di dollari, basata in Cina, costituisce una novità impressionante nel panorama globale, dove un numero crescente di transazioni avviene in yuan, in rubli, invece che in dollari USA. Come scrive Jim Rickards - che nel 2009 partecipò ai primi "giochi di guerra finanziari" organizzati dal Pentagono - c'è il rischio che gli Stati Uniti si trovino "trascinati" in «guerre asimmetriche» di valute, in grado di accrescere le incertezze globali. È evidente che Rickards sta dalla parte americana. Ma, se il Pentagono - e non la Federal Reserve - organizza questo tipo di "giochi" vuol dire che ci siamo già dentro fino al collo e che il loro carattere militare è fuori discussione.

Del resto (questa volta parla il multimiliardario Hugo Salinas Price) «sono molti a chiedersi quali siano state le ragioni vere che hanno portato all'eliminazione di Gheddafi. Egli stava pianificando una valuta pan-africana. La stessa cosa accadde a Saddam Hussein. Gli Stati Uniti non tollerano alcun'altra solida valuta in grado di competere con il dollaro».

Altri mettono il dito sulla crescente scarsità di risorse, soprattutto energetiche. Altri ancora guardano alla Cina come a un avversario bisbetico e sempre più incontrollabile. Forse il protagonista di quella guerra asimmetrica citata da Jim Rickards. Gerald Celente, autore di accurate previsioni finanziarie e geopolitiche da molti anni, va anche lui seccamente alla conclusione: «Una terza guerra mondiale comincerà presto».

Jim Rogers, un altro investitore internazionale miliardario, punta gli occhi sull'Europa: «Se si continua a salvare uno stato dietro l'altro si finirà in un'altra guerra mondiale». Dunque continuiamo a strozzare i popoli europei, con l'obiettivo di evitare la guerra. Un pacifismo molto sospetto, ma comunque allarmato. Ovviamente sarà utile guardarsi da certi "pacifisti".

Ma questa rassegna è utile per capire che l'allarme è in aumento. La Cina, senza fare troppo rumore, fa provvista di risorse, energetiche e territoriali, solo che invece di mandare le proprie cannoniere (non è il tempo), quelle risorse se le compra, con i denari del debito americano.

Putin deve fronteggiare la prima offensiva e non ha tempo da perdere. Tra l'altro un tribunale olandese, senza alcuna autorità o potere, ha decretato che la Russia dovrà pagare 50 miliardi di dollari, più gl'interessi, alla Yukos, cioè a quel bandito di Mikhail Khodorkovskij che la Russia ha scarcerato qualche mese fa con un gesto di distensione verso l'Europa (si noti che il tribunale sedeva nello stesso paese che aveva avuto il più alto numero di vittime nell'abbattimento del Boeing delle linee aeree malaysiane). Sarà stato un caso?

Comunque uno dei più vicini consiglieri di Putin, di fronte alla domanda: cosa farà la Russia di fronte a quella sentenza?, ha risposto stringendosi nelle spalle: «C'è una guerra alle porte in Europa. Lei pensa realmente che una tale decisione abbia qualche importanza?».

Giuridicamente non ce l'ha, ma sarà usata dai centri di comando dell'Occidente per colpire i beni russi all'estero, per sequestrare e congelare conti bancari, proprietà azionarie. Ecco una guerra asimmetrica appena iniziata senza essere stata nemmeno dichiarata.

Un influente settimanale americano ha dedicato la sua copertina a Vladimir Putin, con questo commento: "Il Paria". Un titolo che è, invece, una dichiarazione di guerra. Solo che non e stata pronunciata dal Dipartimento di Stato, bensì dal "ministero della propaganda", cioè dai media occidentali. È stato Paul Craig Roberts a usare questa definizione in un articolo di qualche giorno fa. Chi è Paul Craig Roberts? È stato Assistente Segretario al Tesoro durante la presidenza Reagan, ex editore del Wall Street Journal, considerato dal "Who's Who" americano come uno dei mille pensatori politici più influenti del mondo. L'articolo era intitolato:"La guerra sta arrivando (War is Com

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