PHOTORED, FOTO TAROCCATE?
Discussi oggi altri dieci ricorsi davanti al Giudice di pace
Vittorio Veneto – Un nuovo tassello si aggiunge al puzzle della vicenda giudiziaria che ha investito automobilisti multati, Comuni e costruttori di photored.
Oggi è stata discussa davanti al Giudice di Pace di Vittorio una decina di ricorsi contro le multe spiccate grazie agli impianti di rilevazione più odiati dai conducenti di ogni mezzo. Tra gli altri uno che vedeva come “difensore” Giorgio Marcon, consulente tecnico dei comitati che riuniscono i cittadini multati.
Il caso è stato rinviato dal giudice Bottoli al 17 ottobre (gli altri invece aspetteranno fino a novembre) ma già si sa che sarà una delle tre cause pilota degli oltre 250 ricorsi pendenti presso il Giudice.
“I punti cardine del ricorso sono supportati da documenti, mai finora discussi e consegnati alla Magistratura –annuncia con soddisfazione Marcon - Tutta la documentazione, sarà trasmessa anche alla Procura, al Ministero degli Interni e al Ministro Brunetta”.
La causa, è stata trattata a parte rispetto alle altre oggi in discussione, perché aveva elementi diversi e sostanziali.
Nel caso in questione nelle foto che testimonierebbero l’infrazione degna di multa non si vede il semaforo a luce rossa, come prestabilito invece dall'omologazione.
Ma il punto scottante è che le foto estrapolate dal video ripreso dalle apparecchiature installate sul semaforo, non sono originali e sarebbero state “adattate tramite un software” installato all'interno della CPU del computer.
“Come testimonia una dichiarazione della società che ha fornito il software – chiarisce Marcon - il rosso potrebbe diventare giallo, il giallo rosso, il verde rosso o giallo in modalità automatica o remota tramite la linea DSL”.
L’intero sistema offrirebbe diverse possibilità di “taroccatura”: “l'apparecchiatura era collegata a linea DSL remota, e poteva essere comandata a distanza ogni sua funzione – spiega Marcon - la tarrocabilità, poteva essere inserita e tolta a piacimento tramite linea DSL remota.
Prima di accettare la multa, quindi, l'automobilista assistito da Marcon chiede la comparazione della foto che ritrarrebbe il suo passaggio vietato con la foto originale rilevata, e non quella in dotazione del Comune, che potrebbe essere già stata ritoccata.