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19 aprile 2024

Castelfranco

PICCOLI PRODUTTORI, DOPO I SALAMI TOCCA ALLE MARMELLATE

Formazione agli agricoltori per vendere direttamente al consumatore

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PICCOLI PRODUTTORI, DOPO I SALAMI TOCCA ALLE MARMELLATE

CASTELFRANCO - Dopo frutta, verdura, formaggi e carni adesso tocca a confetture, marmellate, conserve, sottaceti, succhi di frutta, cereali secchi, farine, funghi essiccati. La vendita diretta dal produttore al consumatore avanza nel Veneto, si accorcia la filiera e i costi al consumatore finale scendono.

Queste alcune caratteristiche dell’innovativo progetto, avviato già all’inizio del 2008 nell’Ulss 8 sulla scia della prima delibera regionale in materia del 2007 e della successiva delibera della Regione Veneto 1892 dell’8 luglio 2008 con cui venivano definite le modalità di produzione, lavorazione e vendita delle carni avicunicole, e di quelle suine. A due anni dall’avvio di una prima fase sperimentale, che ha visto coinvolti oltre ai produttori, tutte le istituzioni, dall’Ulss ed il suo Servizio veterinario, i Comuni, la Provincia, la Regione Veneto, l’Istituto zooprofilattico delle Venezie, i tempi si sono dimostrati maturi per estendere la regolamentazione anche ad altre categorie di prodotti come, appunto, confetture, marmellate, conserve, sottaceti, succhi di frutta, cereali secchi, farine, funghi.

A stabilirlo la recente delibera di giunta della Regione del Veneto del 28 settembre scorso che punta alla difesa e alla promozione delle produzioni tipiche del territorio, definendo percorsi produttivi sostenibili per il produttore primario nel rispetto della sicurezza igienico sanitaria dei prodotti.

Questo percorso è fondamentale per non disperdere quel patrimonio rappresentato dalle produzioni alimentari che, seppur caratterizzate dal ridotto ambito commerciale di vendita, rappresentano un significativo elemento di difesa del territorio oltre che di caratterizzazione geografica e di tutela occupazionale. L’esperienza dell’Ulss 8 Un primo progetto pilota era partito nell’Ulss 8 all’inizio del 2008, coinvolgendo gli interessati ad alcuni corsi specifici a cui hanno partecipato oltre 300 persone.

Grazie all’adeguata formazione sono state riconosciute circa 40 aziende, pronte per iniziare a lavorare con le piccole produzioni locali. Il progetto era il frutto di una nuova filosofia che si è affermata nell’Unione che ha sostituito alle politica delle direttive un’attenzione alle diverse realtà presenti in Europa.

“A distanza di due anni –spiega il direttore generale dell’Ulss 8 Mason – mi sento di dire di aver raggiunto molteplici obiettivi. E’ stata tutelato il diritto del consumatore alla qualità dei prodotti e dato senz’altro un sostegno al reddito dei produttori. Ma non solo. C’è anche un obiettivo etico legato alla capacità di aver saputo valorizzare le produzioni tradizionali prodotte e lavorate secondo regole spesso non scritte e risalenti a secoli e secoli fa. A questo aggiungo anche i fatto che la buona riuscita del progetto ha saputo dimostrare che i regolamenti regionali possono essere applicati in maniera flessibile a seconda delle caratteristiche del territorio e, non ultimo, che un’istituzione come i Servizi veterinari, percepita spesso come ostacolo per i produttori, può invece rivelarsi un ottimo partner per la promozione del territorio”.

Il dottor Stefano De Rui, del Servizio Veterinario dell’Ulss 8, illustra le caratteristiche del progetto previsto dalla recente delibera di giunta della Regione del Veneto del 28 settembre scorso evidenziando come il progetto si rivolga alla produzione di cereali, funghi e vegetali per un peso complessivo non superiore ai 2000 kg all’anno, o all’allevamento di non più di 30 suini all’anno, o di 2000 capi di pollame o conigli. La piccola produzione locale di marmellata può definirsi tale se contiene oltre il 10% di zucchero e la conserva di pomodoro se bollita con le normali attrezzature casalinghe: entrambi criteri questi che garantiscono la sicurezza alimentare che pure nelle piccole produzioni locali deve essere garantita al 100%.

 



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