E chi se li ricorda i Pokemon? Quegli animaletti che dal 1996, hanno spopolato in televisione, sulle vetrine dei negozi, sulle magliette dei bambini, e sulle lettere a Babbo Natale, da qualche anno sembrano spariti dalla circolazione. Dico: sembrano. Perché in realtà non hanno perso i loro più affezionati amici.

Tra questi, Andrea Ceolin, 20 anni appena compiuti, che tra Italo Svevo, Alberto Moravia, e Dj Tiesto, trova anche il tempo per Pikachu. Andrea vive a Pordenone, studia Lettere a Trieste, media altissima agli esami, pur passando le notti a ballare e i pomeriggi a giocare con le carte di Pokemon. L’ho seguito martedì, dopo la lezione di Etnostoria, e mi ha portata in un negozio dove, una volta a settimana insegna a un gruppo di ragazzini di età compresa tra gli 11 e i 15 anni a giocare con le carte.

Per loro, lui è un mito: è il campione nazionale di Pokemon. A maggio del 2008 si è infatti aggiudicato il primo posto, nella categoria master, al “Campionato Nazionale del gioco di carte collezionabili di Pokemon”, che si è tenuto a Milano. E, con una borsa di studio di 1500 dollari, è corso in Florida per partecipare ai mondiali. “Il gioco è diventato uno sport”, spiega Andrea, “un’occasione di competizione, di incontri. C’è una componente di casualità, ma, per vincere, sono necessarie precise strategie che vanno proposte, studiate, provate e riprovate”.

Ed è questo ciò che fanno i ragazzi. Marco, 17 anni, che prende il posto di Andrea quando è troppo impegnato con lo studio, spiega che questi incontri servono a prepararsi per i tornei, sono un vero e proprio allenamento. Andrea ha collaborato anche per la rivista Card Player Magazine, un periodico nazionale, come responsabile della sezione Pokemon, riportando date degli eventi, risultati, recensioni, commenti e suggerendo qualche tecnica di gioco.

E Alex, 13 anni, era un suo assiduo lettore. “Appena ho saputo che era a Trieste, ho voluto incontrarlo!”, confessa.

I Pokemon, quindi, non si sono estinti, ma continuano a combattere tra di loro, e su grande scala. “Come mai siete rimasti affezionati ai Pokemon?” ho chiesto ai ragazzini. Alberto non ha esitato a rispondere: “Perché le carte di Yu-Gi-Oh costano troppo!”

Stefania De Bastiani