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28 marzo 2024

Treviso

La pioggia affoga il Veneto: bruciati 6.000 posti di lavoro

Aziende costrette a chiudere: una perdita che non ha precedenti dal dopoguerra

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La pioggia affoga il Veneto: bruciati 6.000 posti di lavoro

VENEZIA - Un ridimensionamento dei fatturati attorno ai 265 milioni di euro (-9,8% rispetto al 2013) e una perdita stimata sul piano occupazionale di circa seimila posti di lavoro: sono gli effetti del maltempo sull'andamento della stagione estiva.

 

A dirlo una analisi del centro studi di Confcommercio Veneto, in accordo con Confturismo Veneto. Una analisi che punta il dito anche contro siti meteo che avrebbero fornito previsioni errate, aggravando così una situazione compromessa da quella che è stata definita "una estate pazza". Il risultato, secondo le due confederazioni, sarà che qualche impresa chiuderà, molte incontreranno difficoltà a onorare i debiti, tutte probabilmente rinvieranno gli investimenti.

Lo studio ha preso in esame "non solo le strutture ricettive ma anche quelle della ristorazione, del commercio (dagli alimentari, ai negozi di abbigliamento e calzature, di articoli sportivi, all'ambulantato), secondo una visione più vicina alla realtà dei consumi turistici".

 

L'estate pazza di quest'anno, pesantemente complici, con previsioni errate fino a metà stagione, certi siti meteo, ha sacrificato nel turismo allargato (che comprende commercio e divertimento) 6mila posti di lavoro e ha ridimensionato i fatturati di 265 milioni di euro, pari a circa il 9,8% del presumibile fatturato complessivo della stagione estiva 2013, e diminuito del 2,5% il contributo alla formazione del PIL regionale. Una perdita che non ha precedenti dal dopoguerra a oggi.

 

Risultato: qualche impresa chiuderà definitivamente, molte incontreranno difficoltà ad onorare i debiti, tutte probabilmente rinvieranno gli investimenti. La pioggia ha fortemente ridotto i ricavi: 120 milioni di euro persi nel commercio, oltre 48 milioni nel variegato mondo dei pubblici esercizi ('ristorazione'). Una perdita che, in rapporto all'intero fatturato del settore, tra giugno e agosto raggiunge quasi il - 9,5%. Il settore ricettivo invece (hotel e strutture all'aria aperta), pur evidenziano anch'esso perdite di fatturato, sembra aver sofferto nel complesso meno di tutti: -5,8% il peso delle perdite sul fatturato complessivo del trimestre, a opera soprattutto della quasi totale scomparsa delle prenotazioni last minute. L'intrattenimento, stabilimenti balneari compresi (che hanno avuto punte di mancati incassi di oltre il 50%), ha visto scendere gli introiti di 46 milioni di euro, perdendo almeno il 10% del proprio fatturato di stagione.

Sul piano territoriale, le province che hanno perso di più in assoluto sono Venezia e Verona (210 mln la perdita complessiva di fatturato), ma nel raffronto territoriale la 'maglia nera' spetta alla montagna (Belluno perde il 18,4%).

 

"Ciò che è avvenuto quest'estate - ha detto il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon - si inserisce in una crisi pesante che dura ormai da 7 anni e rischia, secondo i dati del nostro Centro Studi, di frenare il Pil regionale di almeno 0,18 punti percentuali. Pensiamo che in prospettiva il settore del turismo allargato debba poter contare su una serie di dilazioni di impegni finanziari, senza aggravi di interessi; su alcune fiscalità di vantaggio locali e, successivamente, su una legislazione capace di spingere le imprese verso la crescita per mantenere e possibilmente migliorare gli attuali livelli competitivi".

 

"Il maltempo è entrato a gamba tesa in una crisi pesante che frena le imprese sul fronte degli investimenti e le costringe a raschiare il fondo per poter pagare imposte e tributi sempre più alti. Il rischio più grande che si potrebbe correre - sottolinea il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli - sarebbe quello di frenare lo sviluppo della competitività del turismo veneto, che oggi rappresenta ancora la punta di diamante del turismo italiano, e che rischia di vedere ridimensionato il suo ruolo, nonostante i notevolissimi tesori ambientali, paesaggistici e culturali di cui dispone".

 

Confcommercio Veneto e Confturismo Veneto chiedono un forte intervento pubblico in grado di disegnare un sistema di interventi 'misto' tra assistenza a fondo perduto e in conto interessi e maggiormente orientato verso quelle aree e quelle tipologie di impresa che più hanno sofferto in estate.

 


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