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16 aprile 2024

Montebelluna

Poca acqua: si studia come far sopravvivere il Piave

Va garantito il deflusso ecologico, ma le esigenze continue ne minano l’equilibrio

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Piave

NERVESA DELLA BATTAGLIA - Si è svolto ieri, a Vicenza, un incontro coordinato dal Distretto delle Alpi Orientali per l’attuazione del Piano di Gestione delle Acque. L’attenzione si è focalizzata sul Piave, la cui sopravvivenza potrebbe essere a rischio data la scarsità di acqua.

Del gruppo di lavoro fa parte il Consorzio Piave: il compito è definire i valori di Deflusso Ecologico (DE) entro dicembre 2017. Tali incontri sono stati finalizzati dalla necessità di affiancare e supportare un percorso partecipato aperto ai soggetti interessati per l’attuazione della direttiva 2000/60/CE e volti alla revisione aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale del Fiume Piave al fine di garantire il mantenimento nei corsi d’acqua, del deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità assegnati dalla Direttiva europea. Il Consorzio Piave è titolare di concessioni di prelievo idrico a fini irrigui e idroelettrici dal fiume Piave e ritiene importante che accanto all'esigenza di garantire i necessari fabbisogni, si assicuri la sopravvivenza del fiume con le sue caratteristiche ecologiche e naturalistiche, e ciò non può prescindere da un minimo quantitativo d’acqua da mantenere nell’alveo del fiume.

 

Ma qual è la situazione oggi? “Il Consorzio Piave, oggi, attraverso un esercizio attento delle derivazioni viene assicurato il prelievo della portata minima indispensabili ai fabbisogni, provvedendo alla tempestiva riduzione della richiesta in caso di apporti meteorici significativi, in modo da salvaguardare i volumi invasati nei laghi montani – spiega Giuseppe Romano, presidente del Consorzio Piave -. È evidente come l’attuale assetto derivi da un particolare equilibrio tra apporti meteorici, risorse disponibili ed utilizzazioni, che consente di minimizzare l’attingimento dai laghi alpini, limitando i consumi alle strette esigenze in atto, nel rispetto delle portate di DMV (deflusso minimo vitale) nel Piave a valle delle derivazioni, come è accaduto anche nella stagione irrigua appena trascorsa, contraddistinta da un andamento climatico particolarmente siccitoso”.

 

Le simulazioni svolte dal Consorzio Piave, applicando il rispetto del DE ai dati dei prelievi dal Piave registrati dal 2015 ad oggi, evidenziano come, in periodo invernale, potrebbero verificarsi situazioni in cui le derivazioni presso Fener o Nervesa debbano ridursi o addirittura sospendersi per un numero importante di giorni. Analoga simulazione riferita al periodo estivo, nell’ipotesi di disporre della risorsa negli invasi montani, avverte che i prelievi alle traverse di Fener e Nervesa sarebbero tali da non soddisfare i fabbisogni irrigui per un numero di giorni molto elevato, circa due o tre mesi e tutti quindi possiamo immaginare gli ingenti danni economici e ambientali.

 

“Il Consorzio in questo ultimo mese ha condiviso con Sindaci, Provincia, associazioni di categoria, Ente Parco Sile e altre categorie produttive del territorio la propria proposta finalizzata a salvare il Fiume Piave e tutelare il territorio da possibili impatti devastanti sotto il profilo economico ambientale e paesaggistico: per esempio, la sostituzione dei rimanenti 30.000 ha oggi irrigati a scorrimento con il pluvirriguo ridurrebbe il prelievo dal Piave di circa 15 mc/s e garantirebbe l’economia agricola di produzione di prodotti di pregio e tradizionali – continua Romano -. L’introduzione a norma di legge del vincolo di destinazione delle cave esistenti, a termine della coltivazione a bacini di invaso per accumulo d’acqua, è, di fatto, la soluzione indispensabile a costituire idonee riserve utili anche nel periodo invernale. Sono soddisfatto dell’adesione alla nostra proposta di delibera fatta ai Sindaci, le Amministrazioni, comprese nel Consorzio Piave, stanno infatti adottando e deliberando la nostra proposta di delibera: un chiaro atto di volontà di un’intera comunità e territorio che vuole la salvaguardia del Fiume Piave. Ma, per salvare il Fiume, sono necessari interventi strutturali importanti di cui ci siamo sempre fatti promotori: ora esiste anche una condivisione, una volontà di un intero territorio”.

 



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