POLIGONO O CAVA?
Il Poligono di Nove diventa realtà o c'è il rischio che resti una cava?
Vittorio Veneto - Nove avrà il suo poligono. O, meglio, dovrebbe averlo. Di qui a 8 anni (tanto dura infatti la realizzazione del progetto, suddiviso in 7 stralci).
Il consiglio comunale ha infatti approvato il progetto per il poligono di tiro che dovrebbe – ha detto Scottà – “avere un interesse nazionale e sovranazionale”.
Leggendo il progetto, la struttura sportiva dovrebbe avere un’estensione minima di 400 metri di lunghezza per 25 di larghezza; essere quasi completamente sotterranea ad esclusione – ovviamente - dell’atrio di accesso. Sopra il tetto del poligono potrebbero essere costruite piste ciclabili, aree sportive e ludiche attrezzate, secondo le indicazioni date dai residenti della Val Lapisina.
I consiglieri al progetto hanno detto sì, ma Adriana Costantini si è astenuta. La consigliera ha infatti espresso la seguente preoccupazione: che una volta che il terreno destinato al poligono sia divenuto di proprietà degli escavatori e che i lavori di realizzazione dell’opera, per qualche motivo, siano stati interrotti, a Nove - anziché con un poligono - si possa “restare col buco”. “Blindiamo la convenzione – ha invitato Costantini – per avere la certezza che l’attività estrattiva si blocchi se l’impresa non portasse a termine l’opera”.
Costantini ha insomma sottolineato come sia necessario mettere in conto che il progetto-non-finito possa diventare una cava. Eventualità su cui il comune, una volta che la convenzione per il progetto sia stata approvata, nulla potrebbe, visto che è la Regione deputata a controllare lo svolgimento dei lavori. Il consigliere Fasan ha fatto dunque sapere che la regione verrà invitata dal consiglio a dare le garanzie del caso. Ma se l’invito restasse, appunto, un “invito”? C’è da augurarsi (ma l’augurio non è peculiarmente un atto amministrativo) che questo non avvenga.
edr