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16 aprile 2024

Il Vaticano si schiera contro il suicidio assistito. Qual è la tua posizione?


AVVERTENZA: Questo sondaggio non ha valore statistico. Si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente.


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Rispetto tutti i morti, ma mi chiedo: con gli anti-dolorifici attuali che ti fanno anche sorridere alle persone care presenti, buttare la spugna e anticipare la propria morte, è morire con dignità?

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Non è solo un discorso di dolori che potrebbero anche essere tenuti sotto controllo, ma i motivi che possono indurre una persona a prendere questa estrema decisione possono essere i più svariati, per es. dalle malattie degenerative come la SLA ad altri casi come tumori che arrivano a sfigurare l'ammalato, in ogni caso tutte patologie incurabili che non lasciano scampo portando ad una lenta penosa agonia e, non per ultima, la solitudine che porta l'individuo a non aver più nessun scopo di rimanere a questo mondo. Sarebbe questa la dignità?
Io ritengo che, indipendentemente da quello che ne pensa il Vaticano, è giunto il momento anche l'Italia debba dare questa possibilità a chiunque decidesse in tal senso: è del tutto assurdo che una persona, per vedere esaudito questo suo incontestabile desiderio, debba essere costretta andare all'estero ed è assolutamente ingiusto nei confronti di chi questo non lo può fare.

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sono un operatore socio sanitario e la mia professione mi porta quotidianamente a contatto con persone sofferenti, giunte al termine della loro esistenza terrena. la medicina purtroppo non fa sempre miracoli, nel senso che per ognuno arriva il momento della dipartita. ho visto e vedo tutt'ora persone che soffrono molto. e mi chiedo quindi se tali persone, se potessero scegliere, cosa farebbero ? forse più di qualcuno vorrebbe porre fine alla sofferenza.
poichè ho incontrato anche religiosi e persone di chiesa nell'ultimo periodo della vita terrena, posso affermare che la morte fa paura a chiunque : spesso ti lascia solo, con la tua sofferenza, la tua angoscia. ricordo un sacerdote che mi disse : " da prete ho cercato spesso di consolare e di dare speranza di fronte alla sofferenza e alla morte, ma un conto è parlare della croce da portare, altro conto è accettare la propria croce.
e poi non capisco davvero perchè la chiesa parla di debolezza umana in quei casi in cui una persona si toglie la vita ( e molte persone lo hanno fatto in questo periodo di crisi ) e si fanno per loro i funerali religiosi in chiesa.
avete mai conosciuto qulche malato di SLA ? ebbene, quando il povero Melby ha chiesto che si staccasse la spina e si ponesse fine alla sua sofferenza, tanta indignazione. e poi a lui non sono stati concessi i funerali religiosi.
ecco, io rispetto tutte le idee, però non mi va che qualche istituzione, fosse anche la chiesa o il parlamento, decida anche su quanto e come dobbiamo soffrire. io vorrei invitare i sacerdoti e i politici, a visitare di più gli ospedali e le case di riposo, e di fronte a malati di sla, di alzheimer, di parkinson, a chi è in stato vegetativo.......... cosa potranno davvero pensare ?

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non posso partecipare a questo sondaggio, mi fanno schifo queste domande fatte di parte, ma come si può prospettare di morire con dignità? o è omicidio o è suicidio quello che prospettate con le vostre domande, pertanto non ne riconosco la dignità;
dignità vuol dire essere curato con efficacia, vuol dire avere la possibilità di essere accudito, vuol dire essere accompagnato al termine del nostro soggiorno su questo mondo senza violenze terapeutiche di qualsiasi genere.

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Vuol dire vuol dire vuol dire, parli per esperienza o così in astratto?

E' un po' di tempo che io dico ai credenti che anche gesù ha patito durante la sua passione molto di meno di quanto non patiscano molti malati ogni santo giorno e da anni.
Cosa vuoi dire a queste persone, che devono resistere ad oltranza? Ma chi sei tu per dirlo? La chiesa è ora che la finisca di uscire con frasi fatte a mo' di pura propaganda politica.

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La dignità è, ne più ne meno, ricevere il dovuto per essere riconosciuto ...persona. E, quindi, siamo in presenza di un legittimare il suicidio, che nessuna giurisprudenza punisce se non per i danni a terzi, nei casi in cui questo non si realizzi appieno oppure omicidio. Non abbia timore di chiamare le cose con il proprio nome. E la “nostra” propaganda politica, come la chiama Lei, altro non è che impegno sociale ...come fanno i volontari ADVAR, presso la "casa dei gelsi" a Treviso. La Sua levata di scudi contro i principi evangelici della Chiesa sono, questi si, ideologici. D'altronde, quando non si estrinseca, per conoscenza, la natura del problema ci si ferma agli slogan: i suoi, come quelli di queste domande, a dir poco, sibilline che non fanno onore, per correttezza mancata nell’esporre la questione, a chi le ha propinate a qualche “ignaro” quanto inconsapevole commentatore. Mi stia bene

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Nessun giro di frittata.
Vogliamo definire l'eutanasia omicidio? No problem, basta rendere questa scelta (SCELTA, capisce SCELTA, mica imposizione) possibile a chi per enne motivi non si sente supportato dalle cure palliative ad oggi disponibili.
Nessuna ideologia, nessuna parola vuota, solo rendere possibile a chi vuole la possibilità di scegliere di morire senza dolore quanto la sua mente/anima è esausta e divorata dallo stare male.

Domanda facile; quelli che voi non riuscite a supportare devono soffrire ad oltranza perché qualcuno glielo impone? Chi lo impone e perché? E perché non dovrebbe smettere di farlo. Stiamo parlando di dare una possibilità di scelta. Oppure sta dicendo che se uno vuole morire lo può anche fare a casa sua in modo indolore tramite farmaci normalmente dispensabili? Magari chiedendo l'aiuto di un familiare? Deve essere una scelta di famiglia estrema e basta? Perché non deve essere possibile a livello di sistema paese?

Grazie per le sue sicure puntuali risposte alle domande che ho fatto che certamente arriveranno.

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La cultura occidentale ha paura di parlare della morte, siamo diventati talmente testoni che abbiamo perso la secolarizzazione culturale e con essa la visione del trapasso. Non tutti, c'è chi alla morte esige di dare una dimensione personale, ed è questo quello che apprezzerei sentir dire da un' entità di fede come la chiesa, ma non essendo fedele all'entità "chiesa" ho altri riferimenti, sicuramente più vicini a questo esempio:

http://www.lastampa.it/2011/10/29/cultura/libri/hillman-sto-morendo-ma-non-potrei-essere-piu-impegnato-a-vivere-Ne0EA48BQOHJSXDy85U5nL/pagina.html

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E, quindi, predisponiamo norme a secondo della volontà personale (per alcuni è omicidio per altri no) presupponendo secondo la Sua mera comprensione dei fatti, una sanificazione laicista della nostra identità sociale? La ringrazio per il riferimento anche se trovo inutile il Suo commento, in quanto meramente ideologico: la morte ha sempre una dimensione personale ...nessuno, mai, morirà al "posto" Suo. In vece Sua, si ...ne è piena la storia dell'uomo. Dare la morte agli altri, purtroppo, non è un atto di compassione. Se ne faccia una ragione. Mi stia bene

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Cordialmente Sign. De Sio, credo che ci sia dell'incomprensione, il titolo del sondaggio riguardava la chiesa e mi sono espresso in relazione alla voce della chiesa secondo il mio parere, che ho espressamente definito vicino a quello dell'articolo.
Nell'articolo se l'ha compreso non c'è riferimento alcuno a chi abbia come dice lei "dato la morte ad altri" bensi ad un forma autonoma di scelta del tempo da trascorrere prima e durante il trapasso.

Non è necessaria quella che lei definisce "sanificazione laicista della nostra identità sociale" bensi un approccio con la morte che non è ne totalmente laico ne gnostico ne pagano, la consiglio di rileggere, se mai l'ha fatto l'articolo prima di giungere a frettolose conclusioni.

La saluto.

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Sig. Denisio, nessuna incomprensione: Lei ha espresso un concetto puramente ideologico mentre la Chiesa, ovvero, la comunità cristiana ritiene l'assistenza al suicidio un omicidio, come lo ritiene la norma vigente che Lei, per mero esercizio ideologico, appunto, fa risalire alla Chiesa per la sua connotazione evangelica. Sul tentativo, insulso, posto in essere dall'autore delle domande del sondaggio mi ero già espresso e, quindi, non avevo avuto il merito di riproporlo nella mia replica al Suo intervento. Lei, peraltro, confonde la dignità soggettiva, la Sua, col merito della dignità senso comune, che è il diritto di vedersi riconosciuto come persona, quindi, con la possibilità d'aderire alle cure, anche palliative, pur di non veder lesa la propria dignità, guarda caso, per sentirsi considerato uno scarto sociale o convincersene allo stesso modo. Come vede Lei ha commesso il solito, costante e subdolo errore del dialogante fuori tema: attendere che l'altro abbia parlato, senza ascoltare, per riferire sempre e costantemente la propria posizione. Si chiama ideologia, questa ...la stessa per la quale, invece, accusa la comunità sociale con radici cristiane in cui viviamo. Buona serata

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....tutto quello che ha scritto per replicare in maniera concisa non ha molta attinenza con l'articolo che ho postato e con il mio pensiero, quindi non si preoccupi passerò una buona serata senza sforzarmi di capire le sue sciocchezze, le auguro altrettanto.

distinti saluti

Denis

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sciocchezze nel senso di impertinenze, non se ne voglia.

Buona serata

Denis.

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mentre la Chiesa, ovvero, la comunità cristiana ritiene l'assistenza al suicidio un omicidio
"
Siccome non è la chiesa a legiferare e chi se ne frega della posizione ufficiale della chiesa. E se non avessimo i politici così fortemente legati alla presenza del vaticano qui in italia, potremmo avere una legge che permette a chi vuole scegliere quando morire.
O vi sentite obbligati per forza e contro volontà a cambiare le menti delle persone?
Vi piace il sadismo? Va bene anche si come risposta.

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eccellente il suo paradigma sulla sanificazione, sig. De Sio, non mi allungo e ognuno tiri le conclusioni come pare loro.

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Grazie ...come consta, non tutta la partecipazione è utile alla discussione. Avrà letto di quel tipo che attendendo diligenemente (obbligato dal modus operandi della rete) il suo turno replicava, non nel merito della discussione, ma per continuare a ribadire sordidamente il suo pensiero? Lei ne è stato testimone, di recente, intervenendo qui con il mio interlocutore.che non ha compreso niente di ciò che chiede, subdolamente, il sondaggio, tanto meno le parole del suo concorrente, ignaro dell'argomento e in nome d'una ideologia che è altro da considerare le ragioni della natura del diritto e il diritto "positivato" dall'uomo. Mi stia bene e se può, s'informi sulla "casa dei gelsi" di Treviso, fondazione ADVAR ....un loro gesto vale più di mille vacue parole dei ciarlatani con i quali, purtroppo, ci confrontiamo per dar loro una speranza.

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E si che le domande sono molto chiare, le ripeto, almeno quelle più "critiche" che sembra non meritino la sua attenzione:
"
Oppure sta dicendo che se uno vuole morire lo può anche fare a casa sua in modo indolore tramite farmaci normalmente dispensabili? Magari chiedendo l'aiuto di un familiare? Deve essere una scelta di famiglia estrema e basta? Perché non deve essere possibile a livello di sistema paese?
"

Guardi che può anche rispondere di si, cioè se uno ci tiene a morire lo può fare per conto suo e nulla di più, in modo che gli altri possano rimanere puliti nella loro "coscienza".
Mi tocca suggerire le sue risposte! Può sempre ben rettificare se ci tiene eh, invece di svicolare.

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Spett. Sig. De Sio ne avevo sentito parlare della "Casa dei Gelsi" l'Hospice è una lodevole iniziativa, alternativa a proposte devianti che col tempo portano alla deriva. Se avessi potuto avrei partecipato all'ADVAR; troppo distante, comunque non è una scusa per non far nulla; da 12 anni sono impegnato nei Progetti Sollievo (tra i fondatori del primo) sorti nel territorio dell'ULSS 8; per i famigliari l'Alzheimer è peggio di una patologia terminale; questi ammalati hanno il cancellino che sbiadisce la loro mente, c'è il baratro tra loro e ciò che li circonda, aiutarli a continuare ad avere l'affetto della famiglia è dignità.
A me non interessa quello che dissente dalle mie idee, sono qui per esporre le mie senza voler imprimerle subdolamente agli altri, soprattutto senza ricorrere alle offese, queste (offese) esprimono solamente la mancanza di cultura interiore e il fine a cui potrebbero portare questi personaggi i quali si permettono di esprimere giudizi senza conoscere chi commenta "non loro ma il tema posto"; penso che dopo tutte le tiritere non abbiano ancora compreso, lasciamogli tempo.
Le auguro buona continuazione. Bruno

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"
A me non interessa quello che dissente dalle mie idee, sono qui per esporre le mie senza voler imprimerle subdolamente agli altri
"
Almeno lei risponde alle domande che ho fatto oppure è un altro a cui piace svicolare?
Non vuole accettare che esistano persone che per enne motivi non sono in grado di sopportare ad oltranza il loro stato possano decidere di voler morire?
PERCHE'?


"
soprattutto senza ricorrere alle offese, queste (offese) esprimono solamente la mancanza di cultura interiore e il fine a cui potrebbero portare questi personaggi i quali si permettono di esprimere giudizi senza conoscere chi commenta
"
Voi non volete ammettere che esistano persone che vogliano SCEGLIERE di morire perché esausti dalla malattia. E non lo volete fare perché VOI vi sentireste persi e sconfitti. Insomma è una forma patologica di egoismo, nulla di più.
Lasciate SCEGLIERE! Non potete arrivare verso tutti e aiutare EFFICACEMENTE tutti, quelli che non raggiungete e che non sapete (per limiti umani vostri e di chi è malato) come aiutare efficamente, lasciate che siano liberi di SCEGLIERE di morire.

E anche a lei chiedo, ancora:
"
Oppure sta dicendo che se uno vuole morire lo può anche fare a casa sua in modo indolore tramite farmaci normalmente dispensabili? Magari chiedendo l'aiuto di un familiare? Deve essere una scelta di famiglia estrema e basta? Perché non deve essere possibile a livello di sistema paese?
"
Siete capaci di rispondere o volete glissare ad oltranza per non sentirvi in colpa VOI, mentre nel frattempo altri muiono troppo lentamente a causa della loro malattia?

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Segnatevi anche che oltre ai malati terminali e all'alzheimer ci sono anche i disturbi psichiatrici gravi (volete chiamarli depressione grave, ok, vada per depressione grave). Oibo' che facciamo? Quelli che non sono cagati di striscio visto l'enorme necessità di risorse umane che sono molto limitate li lasciamo per conto loro.
Certo, infatti poi quanto è ora c'è chi per liberarsi sceglie di suicidarsi.
Facciamo che può andare bene così?
Rispondete o sempre spallina tanto voi qualcosa fate e gli altri si attacchino?
Siete discendenti dei farisei?

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5.2.EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL potrà in ogni momento modificare, sospendere o interrompere il Servizio, senza alcun obbligo di preavviso e a propria esclusiva discrezione, senza che possa essere in alcun modo responsabile nei confronti dell'Utente o di terzi per ogni eventuale danno, mancato guadagno o spesa conseguente a tali interventi. In caso di violazione delle condizioni di utilizzo, EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL potrà in qualsiasi momento e anche senza preavviso modificare o rimuovere qualunque contenuto immesso nel Servizio. In particolare, il Servizio potrà essere interrotto quando l'Utente non fornisca dati personali aggiornati, completi e veritieri o nel caso in cui faccia uso del Servizio con modalità o per fini o illeciti o per la trasmissione o lo scambio di contenuti illeciti o lesivi di diritti di proprietà intellettuale o industriale o altri diritti di terzi o comunque non rispetti le condizioni di utilizzo del Sito e del Servizio.

5.3 EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL potrà sospendere, in tutto o in parte, in ogni momento l'erogazione del Servizio anche senza preavviso, in caso di guasti alla rete e agli apparati tecnici, propri o di altri operatori. EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL potrà, altresì, sospendere in via cautelativa il Servizio, anche senza preavviso, qualora sia riscontrato o segnalato un uso dello stesso contrario alle leggi, ai regolamenti o alle disposizioni contrattuali o alla netiquette.

5.4 Questi Termini e Condizioni sono stati aggiornati l'ultima volta il 14 settembre 2012. EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL può aggiornare questi Termini e Condizioni per motivi legali o regolamentari, o alla luce delle modifiche relative ai propri servizi e/o alle proprie pratiche commerciali. In caso di modifiche, EDITORIALE IL QUINDICINALE S.R.L. FORNIRA' all'utente apposito avviso, inviando una e-mail per avvisarlo degli eventuali cambiamenti sostanziali che possono essere di suo interesse. Le modifiche avranno validità dal momento dell'invio dell'e-mail all'utente. Si richiede in ogni caso di visionare i seguenti Termini e Condizioni ogni volta che accede al Sito per verificare eventuali aggiornamenti.

Limitazioni di responsabilità

6.1. Il Servizio viene erogato senza alcuna garanzia, esplicita o implicita, di buon funzionamento. EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL non risponderà dei danni cagionati dal ritardo, dal difettoso funzionamento o dalla inaccessibilità sospensione e/o interruzione del Servizio, nonché dalla perdita e dall'alterazione delle pagine web o dei contenuti immessi dagli Utenti. EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL declina inoltre ogni responsabilità relativa a danni causati da virus informatici, files danneggiati, errori, omissioni, problemi di rete, incompatibilità software o hardware, prelievi non autorizzati, accessi abusivi, alterazioni o cancellazioni dei dati e non potrà essere tenuta verso l'Utente, i soggetti direttamente o indirettamente connessi all'Utente stesso e/o i terzi, al risarcimento per danni, perdite o costi subiti in conseguenza di tali eventi. EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL non garantisce che il Servizio sia fornito senza interruzioni, in modo sicuro ed esente da errori e che risponda ai requisiti richiesti dall'Utente.

6.2. Resta inteso che EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL non garantisce che le misure di protezione adottate impediscano in modo assoluto la diffusione di programmi idonei a danneggiare un sistema informatico o telematico, né la possibilità di accessi abusivi di terzi non autorizzati a sistemi informatici o telematici, né il prelevamento non autorizzato di contenuti. EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL non assume nessuna responsabilità per l'uso che gli utenti possano fare dei contenuti che siano stati illecitamente prelevati dal Servizio.

Tutela dei dati personali

7.1 EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL si conforma rigorosamente alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali e assicura che, ai sensi della predetta normativa, il trattamento dei dati personali forniti dall'Utente per l'esecuzione del Servizio sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della riservatezza. I dati personali verranno trattati da EDITORIALE IL QUINDICINALE SRL esclusivamente per le finalità correlate all'utilizzo del Servizio da parte dell'Utente.

7.2. Il cliente prende atto che il gestore del servizio identifica l'Utente nel momento della connessione mediante il codice identificativo allo stesso attribuito e che le informazioni relative all'accesso al Servizio sono contenute nel registro elettronico del funzionamento (il Log), compilato e custodito a cura di XXXXXXX. Il contenuto del Log è strettamente riservato e potrà essere reso in forma intelligibile ed esibito solo su richiesta delle Autorità competenti.

Legge applicabile e foro competente

8.1 Il presente contratto è interamente disciplinato dalla legge italiana anche se eseguito in tutto o in parte all'estero. Per qualsiasi controversia inerente alla interpretazione o esecuzione del presente contratto è competente in via esclusiva il Foro di Treviso.

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