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29 marzo 2024

Mogliano

"Pressione intollerabile, devo tutto alla sensibilità di una poliziotta"

L'ha raccontato Elisa Venturini, sindaca della cittadina padovana di Casalserugo, relativamente all'arresto dello stalker di Monastier

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stalker

MONASTIER - Nei giorni dell'alluvione nel padovano, che aveva coinvolto nel 2010 le famiglie di 800 concittadini, aveva battuto i pugni sul tavolo chiedendo al premier Silvio Berlusconi l'aiuto per gestire l'emergenza.

Oggi Elisa Venturini, 39 anni, sindaco rieletto di Casalserugo (Padova) per il centrodestra con l'85% dei consensi, ringrazia quelle stesse istituzioni per averla liberata da un incubo ancor più personale: uno stalker che per tre anni ha reso la sua vita un autentico incubo. Un molestatore nascosto nell'ombra che ogni settimana le ha inviato messaggi attraverso la mail del Comune e poi si è fatto via via più pressante con regali, messaggi hard e lettere deliranti con tanto di effige di Dracula.

Oggi il persecutore, L.F., 50 anni di Monastier, è agli arresti domiciliari su disposizione della Procura di Padova perchè perquisendo la sua abitazione in cerca di materiale utile alle indagini è stata scoperta una pistola con la matricola abrasa. Dalla sua casa, condivisa con la madre 90enne, gli investigatori hanno recuperato anche un computer e chiavette usb.

"Per tre anni ho sentito addosso a me una pressione intollerabile - racconta rispondendo direttamente dal telefono della sua stanza in municipio - ma ho scelto di non farmi condizionare".

Fondamentale, spiega, è stato trovare da parte delle forze dell'ordine un interlocutore attento al problema. "La svolta nella mia vicenda - conferma - è avvenuta quando il caso è stato preso in mano da Livia Moro, una poliziotta dell'Anticrimine.

Ha avuto la giusta sensibilità e mi ha fatto capire che lo Stato era al mio fianco". Anche perchè nel frattempo le 'attenzioni' dello stalker erano diventate sempre più soffocanti.

Prima i messaggi sui social, poi vari regali indesiderati, infine le foto ritagliate e ritoccate che la ritraevano in occasioni pubbliche. E tante frasi dai contenuti hard. Uno stillicidio continuo, al punto che il sindaco si è deciso a non aprire più i plichi e a consegnarli direttamente nelle mani degli investigatori.

 

Bisogna denunciare  perchè è l'unico modo per mettere la parola fine a queste situazioni


Un anno e mezzo è stato speso dai poliziotti solo per riuscire a risalire a Franceschi grazie all'indirizzo email di Google da cui sono partite le frasi deliranti.

"Forse mi avrà conosciuta per la mia attività politica - ipotizza Venturini - ma non ha mai cercato di incontrarmi. Certo con l'avvento dei social la situazione è peggiorata, si è creato un clima generale che non favorisce il rispetto delle donne".

Il sindaco resta convinto, comunque, che la strada per ogni vittima resti una sola. "Bisogna denunciare - conclude - perchè è l'unico modo per mettere la parola fine a queste situazioni". (Ansa)

 

Qui la notizia dell'arresto

 


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