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18 febbraio 2025

Vittorio Veneto

Per la prima volta il Comune di Vittorio Veneto celebra il Giorno del Ricordo

Un evento dedicato alle vittime italiane degli infoibamenti e all'esodo istriano-fiumano-dalmata

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

vittorio veneto foibe

VITTORIO VENETO - Vittorio Veneto celebra il Giorno del Ricordo. L’amministrazione comunale ha organizzato per la comunità studentesca e per i cittadini una lezione a cura della dottoressa Urska Lampe, dell'Istituto IRRIS di Capodistria. Lampe presenterà il suo progetto di ricerca europeo "Memorie Liberate", incentrato sulle famiglie e sulle memorie dei prigionieri di guerra italiani in Jugoslavia dopo la Seconda guerra mondiale. La presentazione si terrà sabato 8 febbraio alle 11 presso l'Aula Civica del Museo della Battaglia.

La lezione è accompagnata da un'esposizione che riporta attraverso diversi roll-up i risultati principali di questa ricerca, condotta in collaborazione con l'Università Cà Foscari di Venezia. L'esposizione rimarrà poi visitabile fino al 23 febbraio presso il Museo della Battaglia. “E’ la prima volta che l'amministrazione comunale di Vittorio Veneto sceglie di commemorare il Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime italiane degli infoibamenti e all'esodo istriano-fiumano-dalmata – spiega l’assessore Enrico Padoan -. Lo fa ospitando un'esposizione che mira a contestualizzare in modo scientifico e a perseguire il rafforzamento dello spirito di fratellanza e di pace con i popoli con cui condividiamo il cosiddetto confine orientale”.

Il 6 aprile 1941 la Jugoslavia venne invasa dalla Germania, dall'Italia e da alcuni altri Paesi dell'Asse.Dopo una veloce sconfitta, fu spartita tra vari occupanti: i 4 anni di occupazione lasciarono sul suolo jugoslavo oltre un milione di morti. Le vittime italiane furono oltre diecimila: circa seimila si erano uniti al movimento partigiano jugoslavo e tre-cinquemila furono vittime degli infoibamenti. Nel maggio 1945 i prigionieri di guerra italiani erano intorno alle 50.000 unità.

La maggior parte (circa 34.000) furono rimpatriati entro pochi mesi, ma i rimpatri ebbero una battuta d’arresto nel settembre 1945. 17.000 militari italiani rimasero in Jugoslavia. La gran parte di costoro non rientrò prima della fine del 1946, e il rimpatrio venne infine completato nella primavera del 1947.


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