Processo Scazzi, parla Sabrina Misseri
"Sarah era come una sorella minore"
TARANTO - Puo' essere capitato "qualche rimprovero, qualche ripresa. Ma escludo litigi con toni alti e violenti. Per me Sarah era come una sorella minore, non una cugina. Siamo cresciute insieme". Così Sabrina Misseri ha risposto, emozionandosi, alle domande del pubblico ministero Mariano Buccoliero nel corso dell'udienza del processo per il delitto di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa ad Avetrana il 26 agosto del 2010.
Nell'aula della Corte di assise di Taranto la giovane ha parlato della sera precedente al delitto quando lei, la cugina e un'amica, Mariangela Spagnoletti passarono un po' di tempo in una birreria della cittadina. L'interrogatorio è partito alle 12.30 e si è concluso verso le 15 quando il presidente della Corte ha interrotto i lavori per una breve pausa.
"Sarah aveva bisogno di affetto ma dava troppa confidenza", ha detto Sabrina che non esclude di averla "rimproverata quella sera perché era troppo affettuosa e appiccicosa con le persone di fronte ad altri. Ma era accaduto altre volte perché non volevo che la gente di Avetrana pensasse o dicesse qualcosa. Era una mia protezione. Puo' essere - ha proseguito - che mi sono arrabbiata". Insomma, secondo Sabrina, Sarah esagerava con gli abbracci sia con Ivano che con un altro amico, Alessio Pisello. "Una cosa era farlo quando eravamo da soli - ha spiegato - altro era esagerare con gli abbracci davanti agli estranei".
Secondo la testimonianza resa in dibattimento da un'altra amica, Stefania De Luca, presente anche lei quella sera al pub, Sarah aveva gli occhi lucidi. Particolare che Sabrina non ha escluso attribuendolo alla partenza del fratello Claudio e del padre Giacomo. "Noi dormiamo sempre insieme in stanza", le avrebbe detto Sarah, "e ora ho paura a dormire sola".
Insomma Sabrina ha definito quella "una serata normale", negando che Sarah avesse pianto in macchina per un suo rimprovero prima di arrivare al pub. Inoltre, ha spiegato il senso di una frase, riferita dalla De Luca sia durante le indagini che in occasione della sua testimonianza (''Sarah si vende per due coccole, glielo dice anche la madre''). "Era un tipo di frase che ci rivolgevamo usualmente tra di noi - ha detto - Non era offensiva: Sarah era ingenua ma anche troppo accondiscendente. Io le consigliavo di dire qualche volta anche di no ma anche io, in un certo senso mi facevo sfruttare da Mariangela (Spagnoletti, ndr) perché pur di andare al mare con la sua auto pagavo bevande e cibo. Comunque quella frase delle coccole non era riferita a Ivano".
Durante quella serata Sabrina, come lei stessa ha ammesso, avrebbe citato Ivano quando avrebbe definito Sarah "una superstite" nel senso che era l'unica della comitiva che era rimasta a poter parlare con il giovane. E a proposito del suo rapporto con Ivano, la 24enne ha detto che non era innamorata di lui, ma era "attratta fisicamente". La gelosia nei suoi confronti rappresenterebbe una delle cause dell'omicidio di Sarah. "Non mi sono mai posta il problema se volevo stare insieme con lui o meno", ha aggiunto. "Non la vedevo come un'amicizia normale e pulita - ha precisato Sabrina - perché mi stuzzicava troppo".
Rispetto ad alcune testimonianze, ad esempio dell'amica Mariangela Spagnoletti e della sua cliente amica Anna Pisanò, che hanno riferito del fatto che era follemente innamorata di Ivano e che voleva diventare sua fidanzata, la giovane ha risposto: "Se mi dite attrazione fisica sì ma la parola 'innamorata' non è mai uscita dalla mia bocca".
Sabrina è imputata dell'omicidio della cugina insieme alla madre Cosima Serrano, accusata per concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. La donna si è però avvalsa della facoltà di non rispondere.
Poco prima la presidente della Corte ha respinto perchè "infondata" un'eccezione del difensore della 24enne, Franco Coppi. Il legale di Sabrina ha chiesto l'inutilizzabilità di alcune dichiarazioni rilasciate dalla sua assistita in un momento in cui era solo una persona informata dei fatti e non aveva quindi l'assistenza di un legale. Le ipotesi prefigurate dalla difesa "ricorrono quando ci sono indizi non equovoci di reità conosciuti dall'autorità procedente", ha detto la presidente della Corte di Assise.
Secondo l'avvocato Coppi nel momento in cui Sabrina veniva ascoltata il 30 settembre dagli inquirenti, questi ultimi nutrivano dei sospetti e degli indizi sul suo ruolo nella scomparsa della cugina. E quindi avrebbero dovuta avvisarla, interrompere l'interrogatorio e chiamare un avvocato. La Procura aveva invece chiesto il rigetto della richiesta.
In aula, oltre alle due principali imputate e a Michele Misseri, rispettivamente padre di Sabrina e marito di Cosima Serrano, è presente anche la madre della vittima, Concetta Serrano Spagnolo.
(Adnkronos/Ign)