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20 aprile 2024

Treviso

IL PROCESSO A ZULUAGA

Parla la prima vittima dello stupratore

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TREVISO – “Non voglio nulla, solo che quello che ha fatto a me non lo faccia a nessun altro”. A pronunciare in lacrime queste parole, collegata in videoconferenza da Toledo in Spagna dove vive, è la 45enne colombiana presunta prima vittima di Julio Cesar Aguirre Zuluaga. La donna ha testimoniato davanti ai giudici del tribunale di Treviso, ricostruendo la notte di orrore che, secondo l’accusa, il 26enne connazionale figlio di un’amica le avrebbe fatto vivere.

Zuluaga è comparso per la prima volta davanti ai giudici, dopo l’arresto e l’estradizione dalla Francia per un'altra violenza sessuale, commessa il 24 ottobre scorso a pochi passi dal sottopasso della stazione dei treni. Appena ha sentito pronunciare il nome del suo aguzzino si è messa a piangere, costringendo l’interprete a chiedere qualche minuto di pausa per consentirle di riprendersi. Era la prima volta che la 45enne, che da tempo vive in Spagna, rivedeva Julio Cesar dall’alba del 12 giugno 2010 quando, secondo l’accusa, il 26enne l’avrebbe aggredita e costretta a subire un rapporto orale.

La donna, che spesso ha interrotto il racconto in lacrime, ha raccontato di come aveva conosciuto Julio, figlio di una cara amica che quell’estate la stava ospitando a Montebelluna: “Abitava nell’appartamento sotto a quello della madre e ci salutavamo quando ci incontravamo. Niente di più”. La sera dell’11 giugno però, la donna ha accettato l’invito del giovane per andare a ballare: “Ero annoiata e lui mi ha proposto di andare al Folli Follie. Ma una volta lì, si è messo a parlare con i suoi amici e io gli ho detto che volevo tornare a casa”.

Sulla strada del ritorno a Volpago del Montello, secondo il racconto della vittima, l’aggressione: “Mi ha picchiato, mi tirava per i capelli e mi ha costretto ad avere un rapporto orale finché sono riuscita a fuggire scappando in mezzo alla strada”. Poco dopo la donna è stata soccorsa da un’automobilista di passaggio che l’ha portata a Montebelluna. La 45enne non ha sporto subito denuncia: “Non volevo fargli del male perché è figlio di un’amica a cui voglio tanto bene. L’ho fatto per evitare che succedesse ad un’altra. Perché quando una donna dice di no deve essere rispettata. Quello che mi ha fatto mi ha devastato psicologicamente, perché avevo già subito una violenza a 9 anni”.

L’avvocato di Zuluaga, Graziano Carlo Montanaro, ha provato a scardinare il racconto dettagliato della donna per minarne la credibilità sostenendo che la 44enne, che in passato si sarebbe prostituita, avesse all’epoca dei fatti problemi di alcol: “Ho avuto un problema di dipendenza e mi sono curata presso un centro specializzato. In ogni caso, se in passato mi sono prostituita, questo non significa che quello che mi Julio mi ha fatto è giustificabile e che io debba essere giudicata per questo” ha poi detto la donna riferendosi alla corte. Il processo è stato aggiornato al prossimo 8 maggio quando Julio Cesar renderà alla corte dichiarazioni spontanee e, su richiesta della difesa, sarà ascoltata anche la madre Wilma.

Milvana Citter

 

 


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