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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Profughi all'aerocampo, "Tonon si dimetta"

L'ex sindaco Da Re e il circolo Sel sulla questione migranti nelle strutture demaniali

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Profughi all'aerocampo,

VITTORIO VENETO - “L’insediamento di un campo profughi di baracche sarebbe l’ennesima prova del fallimento politico di questa amministrazione, che il problema rifugiati lo ha ignorato o strumentalizzato, ma non ha mai voluto affrontarlo e gestirlo con serietà”.

“Il nostro caro sindaco Tonon aveva detto: “mai profughi nelle caserme, quello che dice la Lega è solo cieco allarmismo”. E adesso però si erge a paladino del territorio, diventa improvvisamente “leghista” perché ha capito che l’intera città non vuole più nuovi arrivi".

 

Se le è prese da tutti il sindaco Roberto Tonon, dopo l’annuncio dellla possibile attivazione di un centro di accoglienza presso l’aerocampo di San Giacomo. A far notare come l’amministrazione non abbia mai voluto affrontare e gestire la questione dei rifugiati è il circolo vittoriese di Sel, mentre a dichiarare che il primo cittadino "non ha mantenuto le promesse elettorali" è l’ex sindaco e consigliere leghista Gian Antonio Da Re.

 

Per una volta, sono tutti d’accordo: il campo profughi all’aerocampo non s’ha da fare. Su questo punto concordano Sel, la Lega Nord, l’amministrazione Dem, tutta la maggioranza e pure i cittadini.

Ma perché un centro di accoglienza straordinario non sarebbe una buona destinazione d’uso per l’areocampo?

Per il sindaco Tonon, è un fatto di sicurezza: “Una sacca di migranti ammassati in un unico luogo è un potenziale problema di ordine pubblico”.

Secondo il circolo Sel “per numeri e conformazione il centro si presenterebbe come un campo di concentramento, inadeguato a fornire un' accoglienza dignitosa per i richiedenti asilo e provocatorio nei confronti della città, cui verrebbe imposto senza alcun coinvolgimento e al di fuori di ogni progettazione”.

Per Da Re l’aerocampo non dovrebbe accogliere i richiedenti asilo per un "semplice" motivo: “Ce ne sono già troppi”.

 

Ma cosa ha permesso che l’ipotesi - da anni temuta e chiacchierata - della conversione di una struttura demaniale in campo profughi si facesse tanto reale?

Secondo Sel e Lega è stato il comportamento del sindaco a permettere che le appetibili strutture del Demanio fossero adocchiate e ispezionate dalla Prefettura al fine di sistemarvici centinaia di profughi.

“Il Sindaco - ricorda Sel - prima ha sostenuto la speculazione edilizia dell’operazione caserme, nell’interesse del Ministero e non dei cittadini, affermando pubblicamente che avrebbe evitato l’insediamento di altri profughi. Poi ha fatto fallire il progetto SPRAR, che, oltre a creare un efficiente sistema di accoglienza, avrebbe escluso nuovi arrivi attraverso un accordo preventivo con il Prefetto. Inoltre ha sempre rifiutato di assumere la direzione e il coordinamento delle azioni rivolte ai profughi e ha scaricato le sue responsabilità sul volontariato e sul privato sociale”.

Secondo la Lega la colpa di Tonon è stata quella, da una parte, di predicare bene e razzolare male, promettendo in campagna elettorale che i profughi non avrebbero mai occupato le caserme, dall’altra quella di aver portato a Vittorio Veneto già "120 profughi al Ceis, una cinquantina alla Caritas e quasi altrettanti all’ex albergo Winkler per un totale di quasi 200 persone stanziali”.

 

Dunque: cosa dovrebbe fare ora Tonon?

“Se è ancora in tempo, il Sindaco dimostri che conta un po’ più di niente presso gli amici Ministri venuti in passerella a Vittorio, eliminando sul nascere ogni possibile idea di apertura di un campo profughi. Ma soprattutto assuma il ruolo che gli compete e si impegni a costruire un progetto di accoglienza diffusa, che potenzi e qualifichi i servizi sociali rivolti a tutti i cittadini”, è il consiglio di Sel.

Più drastico Toni Da Re: “L’unica cosa che può fare Tonon è dimettersi”.

 

 


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