Progettare l'orto

Per esser sicuri di cosa si mangia è meglio coltivarselo

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Sapere che cosa si mangia” per alimentare se stessi e la propria famiglia in modo sano è diventata una esigenza fondamentale che trova nell’orto, nei vasi sui balconi o terrazzi la risposta più appropriata. Coltivando il nostro orto o balcone ci accorgiamo che esso non è solo il luogo fisico dal quale otteniamo ortaggi freschi, sani e saporiti, una finestra aperta sulla natura ed i suoi preziosi insegnamenti, ma anche uno spazio di creatività, di rilassamento.

 

Ci rendiamo presto conto che in questo hobby il nostro impegno è determinante per raggiungere buoni risultati. Coltivare un piccolo orto è semplice, bisogna però partire con il piede giusto. Scelto il luogo, possibilmente vicino a casa, la prima operazione è decidere l’orientamento, per far questo occorre conoscere il tipo di terreno.

 

Il tipo di terreno. Se il suolo è argilloso, compatto, pesante meglio nord-sud; nei terreni sabbiosi, leggeri, che scolano facilmente, con poca acqua a disposizione meglio est-ovest, in questo modo l’ombreggiamento estivo ridurrà l’evapotraspirazione. Per riconoscere un suolo compatto basta stringere nel pugno una manciata di terreno umido: se questi forma un blocco solido che si rompe con parecchia difficoltà oppure camminandovi sopra si attacca alle scarpe o agli attrezzi da lavoro, esso è ricco di argilla.

 

Se non si riesce a formare un blocco neppure se umido allora si tratta di un terreno prevalentemente sabbioso. Le strutture Per difendere l’orto dal vento e aumentare la biodiversità è bene disporre una siepe che funga da frangivento e proteggere il rosmarino dal freddo, da ricovero e pascolo per gli insetti utili, cibo per gli uccelli.

 

Uno spazio di 2/3 mq sarà necessario per allestire un’ area per il compostaggio. Prevedere uno spazio per le erbe officinali e aromatiche, spazi per bordure con piante colorate che attraggono insetti utili, eventualmente un pergolato per la zucchina di Albenga, viti resistenti alla peronospora, frutto della passione.

 

L’impostazione Le aiuole dovrebbero avere una larghezza da 100-120 cm per essere lavorate più facilmente, la lunghezza può essere libera, meglio non passare i 5 m, per non costringerci a giri troppo lunghi, per i corridoi di passaggio bastano 30 cm, oppure 50 cm se dobbiamo muoverci con una carriola. Disporre delle tavole lungo il perimetro delle aiuole disposte sul fianco, in modo da tener rialzato il terreno di 10-12 cm rispetto al piano di campagna permetterà uno sgrondo dell’acqua in eccesso ed un terreno esente da ristagno.

 

Quanto grande e quanto tempo? Un orto di 80 mq (di aiuole) può essere sufficiente per una famiglia di 4 persone, senza creare scorte per l’inverno. Considerando che nel nostro paese il consumo medio procapite di patate è di 38-40 Kg servirebbero altri 90/100 m2. In termini di tempo servono 2 ore/m2 per anno.

 

Naturalmente da maggio a settembre saremo più impegnati mentre nel resto dei mesi meno.“Accontentiamoci” quindi di 80 mq. Il progetto: carta e penna Per fare questo meglio fare un progetto in scala 1:100 (un centimetro sulla carta = un metro nella realtà). Ci aiuterà anche per ruotare le posizioni delle colture nel tempo e nello spazio che annoteremo in un diario di coltivazione, dove riporteremo schematicamente su ogni aiuola, le date di ogni intervento, le colture seminate/trapiantate, le osservazioni, le raccolte, le successioni, le quantità di fertilizzanti impiegati, i problemi fitosanitari, i trattamenti eseguiti ed il loro risultato, le quantità raccolte.

 

Un diario dove annoteremo successi e insuccessi che ci permetterà di ricordare esattamente i fatti avvenuti. I “trucchi” per aiutare madre natura: le serre Per anticipare e/o allungare la stagione da una settimana a due mesi si può ricorrere ad alcuni stratagemmi: 1) al tessuto non tessuto usato in primavera e autunno protegge le piante dal freddo (2/3 gradi °C), evita escursioni termiche, protegge da insetti (es.altica), animali (cani, gatti, uccelli), rende uniforme la germinazione delle piante seminate, riduce parte della violenza dell’acqua di pioggia.Questo materiale può essere impiegato per 2-4 volte, poi deve essere lavato o sostituito; 

 

2) piccoli tunnel di polietilene trasparente e archetti di ferro alti 40-80 cm. che sfruttano l’effetto serra e portano a temperature interne anche di 23-25 °C, che devono essere aperti ai lati o tagliati per evitare scottature alle piante. Questi tunnel evitano anche sbalzi termici giorno/notte;

 

3) tunnel alti al centro almeno 2,5 m, e 1,5 m sui fianchi, nei quali è possibile lavorare in piedi al loro interno, con fianchi avvolgibili che permettono, nei mesi estivi, di non scottare le colture. La superficie di una serra di questo tipo (fredda) possono variare dai 10 ai 15 mq.

 

La rotazione delle specie. Ripetere la stessa coltivazione sullo stesso terreno vuol dire andare incontro a fenomeni di stanchezza: perdita di produzione dovuta a parassiti che si insediano stabilmente e inibizione alla crescita radicale dovuta all’accumulo di residui della coltura.

 

Per evitare questo inconveniente occorre intervenire con fertilizzante organico (letame o stallatico), avvicendare le colture o consociarle (più coltivazioni sulla stessa aiuola sfruttando l’effetto di reciproco aiuto, es. carote e porri che si difendono meglio dalla mosca). Per l’agricoltura biodinamica la successione nel tempo dovrebbe seguire questo criterio: ortaggio da radice, da foglia, da fiore ed infine da frutto. Mentre per l’agricoltura convenzionale un criterio valido è quello legato al consumo di azoto della pianta.

 

Sono piante esigenti di azoto: cavoli, finocchio, sedano, pomodoro, patata, peperone, porro, zucchina; mediamente esigenti bietola, carota rapa, cetriolo; poco esigenti fagiolo e fagiolino, pisello, insalate e lattughe, ravanello, rucola. Preparare il fondo Per lavorare l’orto alla profondità necessaria, 15-25cm sono sufficienti, possiamo ricorrere alla vanga, alla forca a denti piatti oppure al coltivatore possibilmente a coltelli diritti.

 

Preoccupandoci di allontanare le radici e le piante di infestanti che il sollevamento della zolla porterà in superficie. Possiamo interrare, in questa fase, 3-5 kg di letame o il compost maturo oppure 2 kg di stallatico a mq, saranno una concimazione più che sufficiente per tutto l’anno.

 

Che semi usare? Le sementi che si trovano in commercio sono di due tipi: standard e ibride (F1), la differenza stà nella capacità di trasmettere i caratteri. Gli ibridi sono in genere più produttivi, ma da questi è più difficile partire per ottenere poi sementi da riseminare.

 

Per i semi vanno preferiti quelli bio, oppure dotati di buona rusticità, resistenza alle malattie. Chi decidesse di autoprodurre i semi deve fare attenzione alla raccolta, che deve essere effettuata alla piena maturità, essi andranno conservati in luoghi asciutti e arieggiati, vanno eliminati i semi estranei, quelli malformati, rotti, oppure provenienti da piante malate. Per le piantine da trapianto scegliere sempre quelle più verdi, sane, turgide e avere la massima cura per questa fase. Mai trapiantare subito, meglio aspettare 2/3 giorni per adattare le piantine al nuovo clima, magari disponendole nell’orto sotto una pianta o un portico.

 

E gli antiparassitari? Per i trattamenti antiparassitari meglio scegliere, se possibile, “prodotti bio”, negli ultimissimi anni ne sono comparsi molti, con un efficacia paragonabile a quelli chimici. Raccolto&mangiato La raccolta è un momento fondamentale per la qualità del prodotto, dal momento che dopo pochi giorni cambiano le caratteristiche alimentari dell’ortaggio. Si pensi che il contenuto la vitamina C si riduce del 50% dopo 2 giorni dalla raccolta.

 

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