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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

La proprietà del cinema "Verdi": "Non vogliamo più affittarlo"

Incertezza sul futuro del multisala, che ha chiuso i battenti domenica

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

La proprietà del cinema

VITTORIO VENETO - Incertezza sul futuro del cinema “Verdi” di Vittorio Veneto, dopo la clamorosa chiusura annunciata ieri. E' stato Walter Giacomazzi, proprietario di Cinemotion (la società che gestiva il cinema), a rendere nota la cessazione dell’attività.

 

Ma qual è il futuro della struttura, dopo la fine del contratto di affitto stipulato con Cinemotion? “Al momento non ho nulla da dire sul suo futuro – risponde Gianantonio Furlan, amministratore delegato di Img Cinema, proprietaria del “Verdi” -. Stiamo valutando cosa fare. Nessuna decisione è stata ancora presa e nessuna strada intrapresa. E’ ancora un po’ presto”.

 

Secondo quanto riportato da Furlan, nei prossimi mesi la proprietà valuterà cosa fare dell’immobile. Il cinema-teatro “Verdi” aveva chiuso la prima volta nel 1992: la famiglia Furlan lo aveva preso e ristrutturato, terminando il rinnovamento dei locali nel 1995. Il multisala aveva quindi riaperto nel 1996, con la proiezione del primo film, “Braveheart”.

 

Nel 2009 la gestione delle sale era stata data, proprio alla società Cinemotion, con contratto di affitto: accordo che ha raggiunto il proprio termine naturale qualche tempo fa. La chiusura è stata ufficializzata il 24 giugno. Per ora c’è un’unica certezza: “Non se ne parla di dare di nuovo il cinema in affitto”, ha chiarito Furlan.

 

Bisogna capire se continuare a fare cinema o meno in quella struttura” ha annunciato sempre l’amministratore delegato. Si affaccia quindi la possibilità di un cambio di destinazione d’uso? In questo caso sarebbe il consiglio comunale a doversi esprimere, e questo potrebbe essere uno dei punti “caldi” della campagna elettorale.

 

Ci sarebbe comunque anche il calo degli spettatori dietro la scelta di non proseguire da parte di Giacomazzi. Oltre alle alte bollette di acqua e rifiuti (fino a 3mila euro da pagare a Savno), c’è anche e soprattutto la diminuzione dei clienti del cinema a giustificare la “fuga” dalla città. “Il numero degli spettatori in città si era molto ridotto – spiega Furlan – Non c’erano più le condizioni economiche per stare qui. Gli spettatori sono molto calati in questi anni”.

 


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Roberto Silvestrin

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