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28 marzo 2024

Mogliano

Protesta a Casale per il progetto Amazon

Gli oppositori del progetto hanno simbolicamente scelto il Black Friday per le loro rimostranze

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Casale, protesta contro Amazon

CASALE SUL SILE – La scatola con il logo rovesciato che storpia il nome del colosso Amazon in “Ammazzo” è il provocatorio simbolo della protesta avvenuta nel giorno del Black Friday, nella piazza di Casale sul Sile. L’iniziativa è stata promossa da Friday for Future Treviso e Mestre, Adl Cobas, con l’adesione del Coordinamento contro il maxi-polo logistico di Casale, del centro sociale Django Treviso e di altri gruppi tra i quali Legambiente Piavenire.

Un fil rouge unisce le diverse tematiche che hanno indotto un centinaio di persone a partecipare alla contestazione: la salvaguardia dell’ambiente. Andrea, referente del gruppo FFF Treviso, ci spiega perché è urgente parlare di queste tematiche.

Per cosa siete scesi in piazza?
“Questa manifestazione vuole mettere in risalto in primis alla cittadinanza di Casale, ma poi a tutto il paese, determinate problematiche che partono dalla costruzione del maxi-polo logistico ma che sono interconnesse ad altre, anche più grandi se possibile. Il piano urbanistico “Parco Tematico” minaccia la scomparsa di 500mila metri quadri di suolo verde e permeabile, l’arrivo di 1300 mezzi nell’ora di punta e l’equilibrio idrogeologico di un’area vicinissima al fiume Sile. Di fronte a un territorio già compromesso, si progetta un maxi-polo logistico che compromette la salute del territorio e dei suoi abitanti, non solo di Casale, ma anche di Mogliano, Quarto d’Altino e Preganziol.”

Quali altre tematiche sono interconnesse alla costruzione del polo logistico?
“Oltre la cementificazione di una grande area verde, si parla di un magazzino Amazon che sarà presente all’interno di questo polo. Notizia mai smentita né confermata. Ma già molti addetti ai lavori Amazon parlano del nuovo magazzino di Casale.”

Amazon è diventato un tema caldo nelle proteste ambientali e non solo, è corretto?
“Esatto, questo perché Amazon è una delle principali cause di emissione di CO2. Questo ci allarma perché testimonia l’incapacità dell’Amministrazione locale di affrontare la crisi ambientale. Invece di pianificare la riduzione dell’emissione di gas climalteranti, si continua a prendere un modello di sviluppo – quello di Amazon – che alimenta questa crisi, oltre che distrugge le economie locali creando precarietà e sfruttamento.”

Si tratta anche di una questione sociale quindi?
"Assolutamente sì. La traiettoria di Amazon durante la pandemia è emblematica della connessione tra l’aumento delle disuguaglianze, la devastazione ambientale e lo sfruttamento del lavoro. Oltre alla precarizzazione del lavoro e allo sfruttamento dei lavoratori, tutto ciò fa morire l’economia locale. I giganti come Amazon vanno limitati per aiutare il locale sia a livello ambientale che economico.”

Per questo avete scelto proprio il Black Friday come giorno di protesta?
“Il Black Friday è l’ennesima trovata capitalistica importata dagli Stati Uniti che dà via allo shopping natalizio. È anche il giorno in cui il colosso Amazon realizza profitti straordinari. Questo giorno è diventato il giorno di lotta sindacale per lavoratori e lavoratrici della logistica oltre che per i movimenti per la salvaguardia ambientale.”

 



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Manuel Trevisan

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