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29 marzo 2024

Nord-Est

Regionali: Vespa invita i candidati, ma esclude Morosin. Che non ci sta

Il candidato di Indipendenza Veneta scrive al giornalista di Rai Uno: "Venga in Veneto"

| Stefania Rotella |

| Stefania Rotella |

Regionali: Vespa invita i candidati, ma esclude Morosin. Che non ci sta

NOALE - Alessio Morosin (in foto), candidato presidente di Indipendenza Veneta per la Regione Veneto, escluso dalla trasmissione televisiva di Rai Uno “Porta a Porta” a cui erano stati invitati gli altri candidati alla presidenza della regione, scrive a Bruno Vespa invitandolo in Veneto.

“Ho assistito comodamente seduto sul divano di casa alla puntata di giovedì 2 aprile di Porta a Porta “Veneto al voto tra veleni e sospetti” - scrive l’avvocato Morosin a Vespa - Devo confessarle che mi sono divertito, vuoi perché la sua redazione aveva annunciato al mio ufficio stampa che la mia esclusione era dovuta al fatto che si sarebbe parlato prettamente di temi nazionali, “sfiorando” l’argomento elezioni regionali, vuoi perché pare che il tema dell’indipendenza, in Veneto, conti assai poco, per non dire nulla”. “Quindi che ne dice di sciogliere l’enigma tra autonomia e indipendenza in una puntata specifica in cui, mi permetto un piccolo suggerimento, invitare anche sondaggisti che conoscono da anni le tematiche venete come Ilvo Diamanti di Demos, con l’aggiunta di tecnici come il giovane, ma preparatissimo, Andrea Favaro dell’Università di Padova e personalità quali Lottieri, Bassani o Bernardini?- continua Morosin- Le sto lanciando una simpatica sfida, dottor Vespa: venga a conoscere la realtà veneta per quella che è, scevra da tecnicismi politici triti e ritriti. Non è curioso? La curiosità è alla base della conoscenza. Dovrebbe esserlo anche del giornalismo”.

I candidati da Vespa

Questi alcuni passaggi della lettera (integrale in allegato) di Morosin a Vespa dopo il mancato invito in trasmissione. “Questo è un vulnus per la democrazia. Vulnus: una ferita, un’offesa, la violazione di un diritto- prosegue l’avvocato- E’ palesemente una scelta di comunicazione mutilata. In Veneto c’è un movimento il cui tema portante è al centro del dibattito. Questa è paura: se il Veneto manca, l’Italia muore”.

 

Perché non è stato invitato?

“Bella domanda, lo chieda a Bruno Vespa. Siamo tutti convinti, compresi parecchi suoi colleghi, che sia stata una scelta politica”.

Quali sono state le motivazioni date dalla trasmissione e/o dal conduttore?

“La redazione si è trincerata dietro all'autonomia e indipendenza di scelta, che rispetto, non essendo ancora in par condicio, però suona decisamente strano invitare, per parlare 'solo' di temi nazionali, il Presidente della Regione Veneto, la candidata del Pd alla Presidenza del Veneto, il sindaco di Verona e il neonato candidato governatore veneto del M5S. Abbiamo visto tutti che non sì è parlato solo di Governo. Il sondaggio di Ilvo Diamanti indica come il 58% del Popolo Veneto voglia l’indipendenza. Non è forse un tema di rilevanza italiana il fatto che una regione desideri staccarsi da un Paese già morto? Non è forse un tema nazionale quello della disaffezione al voto e alla politica proprio perché si fanno questi giochetti e non si ascoltano i territori che più danno ma di cui lo Stato e la politica si accorgono solo quando è ora di chiedere voti? Ho raccolto messaggi di solidarietà da moltissimi rappresentanti dei media, compresa la Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Mi domando: che scelta sciagurata è quando solo uno deve restare fuori? Di Indipendenza si deve parlare: saranno poi i cittadini a decidere se sì o se no. Ma quando non se ne può nemmeno parlare allora significa che il tema è scomodo e fa paura".

 

Oltre alla lettera inviata intende procedere in altro modo, visto che è anche avvocato?

“E’ un problema politico, la giustizia italiana non mi garantisce. Ci crederò quando avremo delineato il nuovo sistema giudiziario. Le dico solo che l’ultima causa, peraltro vinta in corte d’appello a Trento, è durata 32 anni”.

 

Morosin vive a Noale (Venezia) ed è avvocato del Foro di Venezia. E’ stato consigliere regionale del Veneto dal 1995 al 2000. “Sono l’unico consigliere regionale veneto, su 226, ad aver rinunciato al vitalizio previsto per questo incarico”, dice Morosin. “Con l’autonomia non sono nemmeno lontano parente - dice il candidato di Indipendenza Veneta - Un manipolo di uomini indomiti, seri e determinati, uniti nella comune visione di un grandioso progetto per la libertas veneta hanno ripreso oggi, con me, l’obiettivo del progetto indipendentista in cui ho sempre creduto e, insieme a una grande squadra di persone libere, responsabili e consapevoli (non di stolti sognatori) stanno operando sui binari della legittimità internazionale per far ri-nascere la nuova Repubblica Veneta. Noi puntiamo alla FIL, alla Felicità Interna Lorda più che al PIL, portatore di sofferenza e fallimento. Il Veneto diventi nazione libera, indipendente dall’Italia, ma rimanendo all’interno dell’Unione Europea, con un PIL pro capite di 30.000 euro a cittadino, pari al nono PIL tra i Paesi europei, poco inferiore a quello della Baviera. L’Indipendenza della nuova Repubblica Veneta poggia sulle solide basi della legittimità data dalle norme del Diritto internazionale e trova la sua spinta maieutica nella libera volontà costituente del Popolo Veneto, la cui identità e storia non hanno bisogno di riconoscimenti ulteriori ma solo di una rinnovata presa d’atto internazionale”.

 

Quando verrà presentata la vostra lista in provincia di Treviso?

"La presentazione è fissata il 30 aprile alle 21 all’Hotel Villa Fiorita di Monastier".

 

E' già stata registrata ufficialmente la sua candidatura a presidente della Regione?

“La legge regionale n. 5 del 16 gennaio 2012 dice che: le liste provinciali concorrenti di candidati alla carica di consigliere regionale per ogni circoscrizione elettorale - contrassegnate da un proprio simbolo e collegate a un candidato Presidente della Giunta regionale - devono essere presentate alla cancelleria del tribunale dalle ore 8 del trentesimo giorno alle ore 12 del ventinovesimo giorno antecedenti quello della votazione, che tradotto significa dalle 8 del 30 aprile alle 12 del 1 maggio. Per quanto ci riguarda abbiamo abbondantemente superato l’80 per cento della raccolta delle firme necessarie già la scorsa settimana. Per la cronaca, anche il M5S ci sta ancora lavorando”.

 

Il vostro programma in sintesi in vista delle elezioni regionali.

“Indipendenza Veneta ha un solo punto: il referendum. Attenzione però: avere un solo punto, quello dell’Indipendenza, non significa non avere idee, noi ne abbiamo tante e le raggiungeremo proprio con l’indipendenza. I nostri punti in sintesi sono: i politici potranno solo fare un mandato elettorale, come in Svizzera. Cure, analisi, terapie e medicine gratuite saranno a disposizione dei malati gravi e degli indigenti. Sarà riconosciuto a tutti gli effetti - e trattato come tale - il mestiere di casalinga (sia per scelta, sia per costrizione). Sul modello scolastico francese, i libri di testo saranno a disposizione gratuita di tutti gli studenti. Sparirà Equitalia. Eliminati i versamenti all’INPS di Roma, le pensioni venete saranno più alte, partendo da un minimo di 1.000 euro pro capite. Sparirà la tassa sulla prima casa. Un’azienda, che attualmente paga fino al 68,7% di tasse, pagherà al massimo il 30%. Spariranno gli anticipi sulle tasse. L’IVA passerà dal 22% al 15%. Lo stipendio base minimo netto sarà di 1.500 euro”.

 

Morosin è anche stato l’avvocato del Tanko. La questione Tanko dal punto di vista legale è ancora in piedi o è finita?

“È ancora in piedi per residui di approfondimento ma è caduta brutalmente, devastata dalla Cassazione”.

 


| modificato il:

Stefania Rotella

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