La Regione vuole la funicolare. Le associazioni ambientaliste protestano
De Savorgnani: "E' un sacrificio ambientale che non darà nessun frutto economico"
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All'inaugurazione di una nuova struttura agrituristica a Tambre il 27 gennaio scorso , il vicepresidente della Regione Veneto Luca Zaia ha epresso la disponibilità della regione a prendere in considerazione la realizzazione di impianti a fune tra Col Indes e Forcella Palantina, per collegarsi con il Pian Cavallo all'Alpago. Lo stesso Zaia ha però anche detto " Fatto salvo il rispetto per l'ambiente". E subito gli ha fatto eco l'assessore De Bona che, senza mezzi termini, ha specificato che nell'ormai prossimo confronto sul Pi ano Neve, se il comune di Tambre farà la precisa richiesta per avere il collegamento, la regione lo sosterrà". Il giorno seguente , primo di febbraio, dalla stampa si è saputo che la regione ha stanziato (tramite due articoli della legge finanziaria) 2.578.000 € per l'ammodernamento degli impianti a fune per le aree sciabili minori, soprattutto Nevegal e Pian Cansiglio. Dunque la regione sembra determinata sulla strada di favorire gli impianti da sci nonostante che le previsioni climatiche per il futuro confermino l'aumento delle temperature, il calo delle precipitazioni e l'emergenza idrica. Le associazioni ambientaliste del Veneto assieme a quelle del Friuli, si augurano che in entrambe le regioni prevalga il buon senso e non si sprechino soldi pubblici per opere costose, impattanti e che, proprio per i cambiamenti climatici in atto, rischiano di provocare un forte sacrificio ambientale e poco o nullo beneficio economico.
Al vicepresidente Zaia si ricorda, se le parole da lui dette hanno un peso ed un significato preciso, che il collegamento tra l'Apago ed il Pian Cavallo attraverso Forcella Palantina, provocherebbe un danno ambientale e paesaggistico estremamente grave, una deturpazione permanente di un ambiente ancora integro . Si ricorda inoltre che tale collegamento dovrebbe avvenire passando per la Foresta di proprietà regionale, quindi con quell'autorizzazione la regione danneggerebbe una sua proprietà, cioè di tutti i veneti e non solo di Tambre o degli sciatori. Se la regione dovesse proseguire sulla strada di autorizzare il collegamento, le associazioni si opporranno a ciò con tutti i mezzi civili possibili, per salvare il grande patrimonio naturalistico ed anche storico del Cansiglio. La Serenissima Repubblica di Venezia ha tutelato il Cansiglio con grande cura ed attenzione per quasi quattro secoli, ci si augura che proprio chi nel presente si richiama continuamente alla grandezza della Serenissima come esempio anche per il presente, non permetta poi incoerentemente un'opera così devastante.
Le associazioni ambientaliste ribadiscono che il futuro delle aree naturalisticamente importanti come quella del Cansiglio sta nel rispetto dell'ambiente e nella creazione di un'Area Protetta, una Riserva Naturale Regionale. Solo una lungimirante tutela ambientale potrà coniugare conservazione e sviluppo, senza "avventure" come la costruzione di nuovi impianti da sci a basse quote e con il concreto rischio di assenza sia di neve naturale che di acqua per la neve artificiale. Da ultimo le Associazioni ambientaliste si chiedono se sia corretto il modo di operare di entrambe le Regioni che continuano ad impiegare ingenti risorse pubbliche nell'industria dello sci: saranno o no compatibili con l'articolo 87 del Trattato CE che vieterebbe gli interventi pubblici se il risultato è quello di falsare il principio della libera concorrenza?
Legambiente Veneto, Club Alpino Veneto, Mountain Wilderness Veneto, Ecoistituto del Veneto Alex Langer