Riconoscimento di entrambe le madri: “Ora si adeguino anche gli enti locali, a partire dal Comune di Treviso”
Soddisfazione del Coordinamento LGBTE Treviso per la storica sentenza della Corte Costituzionale

TREVISO – Il Coordinamento LGBTE di Treviso esprime soddisfazione per la storica sentenza della Corte Costituzionale che oggi, giovedì 22 maggio, ha riconosciuto il diritto di due donne a essere entrambe considerate madri di un figlio concepito attraverso procreazione medicalmente assistita (PMA) da una delle due. Il pronunciamento della Consulta segna un passaggio fondamentale per il riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali, accogliendo un principio che, pur non previsto dalla normativa attuale sulla PMA in Italia – che nega l’accesso alle coppie omosessuali – mette al centro il benessere e i diritti dei figli.
“Si tratta di un pronunciamento storico della Corte Costituzionale, che sancisce il diritto di due donne a poter essere considerate entrambe madri di un figlio concepito con la pma, anche se la stessa in Italia non è ancora consentita alle coppie omosessuali – dice Michela Nieri, presidente del Coordinamento LGBTE di Treviso –. E giustamente il principio da cui si parte è la tutela dei diritti del figlio ad avere due genitori, anche se dello stesso sesso. Si è dunque messo al primo posto il diritto e la tutela dei figli”.
Il Coordinamento sottolinea come la sentenza della Corte dia nuova forza alla battaglia che da anni le famiglie arcobaleno stanno portando avanti nel Paese. Per Nieri, ora è necessario che anche le amministrazioni locali si adeguino, citando il caso specifico del Comune di Treviso, che in passato ha respinto richieste di riconoscimento della doppia genitorialità da parte di coppie lesbiche. “L’auspicio è che ora gli enti locali si adeguino rispetto a questo pronunciamento. Penso anche a Treviso dove richieste di riconoscimento non sono state concesse dal Comune. Non possiamo più aspettare.”
L’attivista ribadisce inoltre l’urgenza di un cambiamento normativo che permetta anche in Italia l’accesso alla PMA per le coppie omosessuali, come già avviene in gran parte d’Europa e del mondo occidentale. “Come non possiamo più aspettare affinché coppie di donne possano avere diritto alla procreazione assistita anche in Italia, cosa già lecita e praticata in quasi tutti i paesi europei e occidentali. Mettere al mondo un figlio voluto e cresciuto da due genitori non è un abominio, è amore che l’ordinamento democratico ed egualitario deve legittimare e proteggere.” La pronuncia della Corte apre dunque uno spiraglio importante per l’evoluzione dei diritti civili nel nostro Paese, e il Coordinamento LGBTE invita le istituzioni a non ignorare più la realtà delle famiglie omogenitoriali, chiedendo un adeguamento immediato delle pratiche amministrative e delle normative in vigore.
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