Ricordando Andrea Zanzotto
In occasione dell’anniversario della nascita del poeta pievigino pubblicati gli atti del convegno a lui dedicato. La testimonianza del nipote che porta il suo nome
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PIEVE DI SOLIGO - Ci sono Francesco Carbognin (curatore del catalogo ‘Andrea Zanzotto, la natura, l’idioma’, Canova editore), Nico Naldini, Luciano Cecchinel e molti altri cultori dei versi di Andrea Zanzotto a rendere omaggio al grande poeta di Pieve di Soligo alla vigilia dell’anniversario della sua nascita (10 ottobre 1921).
L’occasione dell’incontro è data dalla pubblicazione degli Atti del Convegno a lui dedicato che si era tenuto tra Pieve, Solighetto e Cison di Valmarino tra il 10 e il 12 ottobre 2014. Le testimonianze - che echeggiano nella Locanda Da Lino - sono un atto d’amore e di riconoscenza per Zanzotto.
Nico Naldini ribadisce che tra tutti i letterati che ha incontrato ‘il più amabile’ resta proprio Andrea Zanzotto e ricorda come agli albori degli anni Cinquanta, a Conegliano, dove aveva luogo il Premio di poesia ‘Silver’, ci fu un divertente scambio di battute tra Ungaretti che disse a Commisso ‘Io ho esaurito le mie frecce ormai: lasciamo che siano i giovani come Zanzotto a scagliare le proprie’, e lo stesso Zanzotto che - in dialetto - gli rispose ‘Lù, Ungaretti, al ghe ne ha ancora tante frecce nella faretra…’
Ma a commuovere la platea è il nipote 14enne Andrea Luigi Zanzotto.
Al ragazzo è spettato il compito di leggere un compito (anzi: dei ‘biografemi’ precisa il giovane Zanzotto) che aveva scritto in tema media e che aveva come soggetto/oggetto proprio il nonno.