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21 settembre 2024

Nord-Est

Rider pedala cinquanta chilometri per una consegna, il cliente si pente

Ex assessore: ''Non contribuirò allo sfruttamento"

| Ansa |

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Rider pedala cinquanta chilometri per una consegna, il cliente si pente

VERONA - Di sera e in pieno gennaio un giovane rider ha percorso una cinquantina di chilometri in bicicletta nel Veronese per consegnare il pasto ad Andrea Bassi. Non è un cliente qualunque: già consigliere regionale della Lega e poi in Fratelli d'Italia, si è dimesso nel 2021 da assessore comunale per ritornare al suo lavoro. Ora Bassi, come riporta il Gazzettino, si dichiara pentito. "Non cado dalle nuvole ma ho toccato con mano quello che accade a questi poveri ragazzi - spiega - è stata la prima volta che ho usato l'applicazione. Ero ignorante, ora ne ho preso consapevolezza". L'ex assessore, che abita a Bussolengo, ha voluto raccontare la vicenda su Facebook. "Ci ho pensato tutta la notte - confessa - Mi sono chiesto: ma questo povero Cristo ha dovuto patire per portarmi a casa degli hamburger con patatine?". Bassi ha atteso la sua ordinazione, ma tutto si aspettava meno che trovarsi davanti un ragazzo a bordo di una bici non attrezzata per quel viaggio. "Praticamente ha percorso tra andata e ritorno - spiega - 40 o 50 chilometri. Mi si è raggelato il sangue. Gli ho anche chiesto se volesse salire a scaldarsi un po' ma mi ha risposo che non aveva tempo, che doveva correre via per altre consegne". Bassi ora ha preso una decisione: "da parte mia posso dire che sebbene non voglia demonizzare il sistema, fino a quando non vedrò un cambiamento, non contribuirò a perpetrare lo sfruttamento".

"Ci ho pensato il giorno dopo - ha poi aggiunto Bassi - tant'è che il post non è di quella sera ma del giorno dopo, e mi dico che questo si è fatto la strada dalla zona Est della città fino al locale di Bussolengo e a casa mia, e ho fatto un po' di conti. Ma che siano anche 20 per me il problema resta, se li deve fare io non mi ci avvalgo più. È una mia scelta etica, personale. Mi dispiace che qualcuno l'abbia visto come un attacco alla loro professione, io mi tolgo il cappello a chi fa un lavoro del genere, piuttosto che una persona stia a casa sul divano aspettando un sussidio, ho il massimo rispetto per chi lo fa. Ma è un sistema di sfruttamento. Finché non sarò sicuro che queste storture non saranno possibili, magari potrò rivalutare la mia idea". Secondo Bassi "se c'è questa discussione vuol dire che qualche problema c'è, e mi auguro che alla fine non rimanga solo un polverone fine a se stesso, ma che quantomeno si discuta per migliorare quantomeno la condizione di questi lavoratori", ha concluso.

 


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