Rientrato l'allarme sul torrente Curogna. «La schiuma era solo mucillagine»
Gli esami dell'Arpav confermano i valori nella norma del torrente. L’assessore Maggio: «Sorveglianza continua sul territorio».
PEDEROBBA - Una passeggiata nella pace del bosco, accompagnati dal suono dello scorrere dell’acqua. All’improvviso, ecco l’amara sorpresa: sul torrente appare una preoccupante schiuma bianca, che ne ricopre interamente la superficie.
È questa la situazione capitata a diversi abitanti di Pederobba che, percorrendo il sentiero accanto al torrente Curogna, hanno documentato con foto e video lo stato del corso d’acqua, in passato già protagonista di nefasti fatti di cronaca. Una decina d’anni fa, ad esempio, gli sversamenti di un allevamento suino avevano provocato la moria delle trote nel Curogna, facendo scattare immediatamente i controlli.
Anche in questa occasione, appena giunta la segnalazione, l’Amministrazione si è subito attivata, come confermato da Fabio Maggio, assessore all’Ambiente del comune di Pederobba: «Nelle ore immediatamente successive la Polizia Locale ha effettuato un sopralluogo sul posto prelevando dei campioni d’acqua e scandagliando le zone a monte per verificare eventuali sversamenti sospetti».
Le analisi successive condotte dall’Arpav hanno tuttavia escluso qualsiasi ipotesi di inquinamento idrico. La schiuma era un agglomerato di mucillaggine, sostanza organica naturalmente presente nelle piante, creatasi a causa del ristagnare dell’acqua. Un tronco di grosse dimensione, infatti, aveva ostruito un’ansa del fiume, rallentando lo scorrere normale delle acque.
Falso allarme dunque, come confermano i dati. «Questo però non ci deve distogliere dall’attività di monitoraggio continuo del territorio» ricorda l’assessore Maggio, che aggiunge: «Sono attività che conduciamo quotidianamente, dal controllo dei corsi d’acqua, allo sversamento di rifiuti. Per questo voglio ringraziare gli uffici comunali e la Polizia Locale che sono intervenuti con tempestività e professionalità».
L’assessore consiglia infine ai propri concittadini di evitare di allarmismi sui social ma di contattare direttamente e tempestivamente le autorità, in quanto si rischia di far perdere tempo prezioso nel caso di pericolo concreto o di reati, dando tempo inoltre agli autori di cancellare le loro tracce.
In copertina, foto tratta da Facebook.