Rodotà: ''Dal Partito democratico un silenzio inspiegabile''
"Mi conoscono da una vita e neanche una telefonata"

ROMA - "Dai democratici un silenzio inspiegabile. Sono stato scelto dal web e non da Beppe". Ad affermarlo, in una intervista a La Repubblica, e' Stefano Rodotà, candidato dal M5S nella corsa al Quirinale. "Mi conoscono da una vita e neanche una telefonata. Sono molto irritato. Ho lavorato tanti anni con quelle persone. Quando faceva comodo mi cercavano parecchio. La mia candidatura -aggiunge- girava in rete da mesi con sottoscrizioni, firme e appelli. Non e' l'invenzione dei 5 Stelle". "Ho letto dichiarazioni ipocrite da parte del Pd.
Non hanno mai parlato con me della mia candidatura. Eppure, il mio numero ce l'hanno. Se c'e' stato qualcosa cui i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno tenuto molto in questi giorni, e' proprio dire che la mia non era una scelta interna, che non apparteneva alla loro parte politica. E' aperta a tutti. Lo hanno spiegato piu' volte e molto bene. Per questo non l'ho sottolineato", rileva Rodota'. "Sono un signore che loro conoscono bene da alcuni anni. Esistono molti strumenti oggi per tenersi in contatto: telefono, sms, e-mail. Se volevano un chiarimento perche' non li hanno usati? La mia candidatura girava in rete da mesi. Non e' stata certo un'invenzione dei grillini. Girava, era stata molto appoggiata e questo ha determinato poi la reazione della rete", conclude Rodota'.
Quirinale, Guccini: ''Pd a pezzi come mai avrei voluto, che tristezza''
Un Pd "a pezzi come mai avrei voluto". In una intervista a L'Unita', traspare tutta l'amarezza di Francesco Guccini, che nelle votazioni a Montecitorio per il Quirinale ha pure ottenuto un voto. Una notizia che il cantautore accoglie con ironia, nonostante il momento drammatico per il 'suo' partito: "grazie, ma non ho intenzione di accettare". "Mi pare proprio -sottolinea Guccini- che il Pd sia a pezzi come mai avrei voluto. Che bordello, che tristezza. Ma adesso stiamo a vedere come finisce dopo che Prodi e' stato massacrato in casa. Li abbiamo i voti per andare avanti? Non capisco cosa sia successo alla dirigenza del Pd. Parlo di questa cosa dell'incrocio con il Pdl, di un'offerta di candidatura gradita a Berlusconi. Mi pare grave e nettamente in controtendenza rispetto a quanto aveva lasciato intendere Bersani a proposito della via da percorrere". Quanto a Grillo, "sta facendo il suo gioco, spietato, da vecchio forlaniano, abile. Anche li', nel Movimento 5 Stelle, ci sono equilibri da conservare, da arrangiare. E finche' possono, si fanno vedere, fanno i loro interessi. Peccato si sbraccino per giurare che a loro sta a cuore il Paese, a differenza delle forze della sinistra. Poveri noi...".
Quirinale, la denuncia dei Vescovi: come una guerra
'Qurinale, come una guerra'. Il quotidiano dei Vescovi non usa mezzi termini e, riferendosi alle elezioni per il nuovo capo dello Stato, denuncia come "anche la strada per il Quirinale" sia "diventata un percorso di guerra". Da qui l'appello ad andare "via dal peggio". In un editoriale in prima pagina, il direttore di 'Avvenire', Marco Tarquinio, rileva: "In appena due giorni nell'Assemblea dei grandi elettori del nuovo capo dello Stato si e' riusciti a mettere in scena tutto il peggio dei riti e dei passaggi parlamentari della Prima e Seconda Repubblica: franchi tiratori e congiure ribaltonesche di palazzo". Il direttore del quotidiano della Cei non puo' fare a meno di evidenziare che "anche se ormai si spara sulla Croce Rossa e da ribaltare polticamente c'e' ben poco, il danno alle Istituzioni e', invece, assai grave. Grave almeno quanto la crisi di fiducia nei partiti. Grave almeno quanto la sfrontata pesantezza dei giochi di prestigio e di interdizione dei vecchi e nuovi 'potenti' che possono approfittare della impressionante debolezza e mancanza di visione di questa classe dirigente". "Naturalmente - e' il ragionamento del quotidiano della Cei - chi ha piu' ruolo ha piu' responsabilita'. E le dimisioni annunciate da Pier Luigi Bersani lo dimostrano. Il Partito Democratico, forza di maggioranza relativa, ha prima fallito la prova della 'larga intesa' attorno ad una figura di riconosciuto equilibrio di Franco Marini e ora, assieme ai suoi alleati, ha trasformato in devastante boomerang anche la prova di compatezza attorno a Romano Prodi, personalita' di statura internazionale e uomo-simbolo del centrosinistra secondorepubblicano". Il risultato e', denuncia il quotidiano dei Vescovi, che "anche la strada per il Quirinale e' diventata un percorso di guerra costellato di stendardi spezzati e di bandiere sbrindellate". Non tutto pero' e' perduto: "Il guasto non e' irreparabile, purche' si sappia tornare, con un soprassalto di saggezza poltica e istituzionale, sulla via maestra".
Crisi, Grilli: fermi su Tobin Tax, mercato titoli Stato è delicatissimo
''Abbiamo introdotto la Financial Transaction Tax con molta prudenza e soprattutto sapendo che il mercato dei titoli di stato e' un mercato delicatissimo su cui non vogliamo perdere alcuna chance''. Cosi' il ministro per l'economia Vittorio Grilli conferma a Washington la possibilita' che l'Italia faccia saltare l'intesa Ue sulla Tobin Tax se non sara' riconosciuta l'esenzione dei titoli di stato. "Siamo stati tra i primi, insieme alla Francia, ad introdurre la Financial Transaction Tax", ha ricordato il ministro spiegando che ''il dibattito e' appena incominciato e noi rimaniamo sulla nostra posizione, che e' condivisa dalla Francia, ed e' quella giusta". ''Il dibattito diventera' piu' consapevole e penso che anche gli altri capiranno che il mercato dei titoli di stato e' un mercato diverso dagli altri", ha concluso.
(Adnkronos)