Rubano il marsupio di un operaio e tentano la fuga in auto: la vittima tenta di fermarli ma viene investito
L'episodio era accaduto a Tovena: i due sarebbero anche responsabili di altri furti a Gaiarine e in provincia di Pordenone
CISON DI VALMARINO - Tentano di rubare il marsupio di un operaio e lo investono.
Nelle scorse ore i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vittorio Veneto, al termine di attività d’indagine, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Treviso che ha disposto l’arresto in carcere di due soggetti pregiudicati di nazionalità albanese, il 31enne S.L. e il 40enne N.K., ritenuti responsabili del reato di rapina aggravata in concorso.
Le indagini dei militari dell’Arma vittoriese sono state avviate a seguito della denuncia di un dipendente della Provincia di Treviso che nel pomeriggio del 26 luglio 2021, mentre stava eseguendo dei lavori di manutenzione alla segnaletica stradale sulla SP 635, in località Tovena di Cison di Valmarino, ha notato un soggetto che asportava il suo marsupio, contenente denaro ed effetti personali, dall’abitacolo del proprio furgone. Quindi si è messo al volante di un’Alfa Romeo 147 guidata da un complice.
L’operaio, nel tentativo di recuperare il maltolto, si è messo di fronte all’auto intimando ai due malviventi di restituirgli il marsupio ma il conducente dell’autovettura ha accelerato per costringerlo a scansarsi, urtandolo agli arti inferiori, cosicché per non cadere la vittima si è aggrappato al cofano del veicolo.
Nella circostanza, mentre sopraggiungevano altre autovetture lungo la strada, il conducente dell’Alfa Romeo, per non rimanere imbottigliato, ha eseguito una brusca manovra in retromarcia durante la quale la vittima ha mollato la presa, cadendo a terra rovinosamente, mentre il passeggero dell’Alfa Romeo, dopo aver gesticolato minacciosamente verso l’operaio, si è liberato del marsupio gettandolo dal finestrino.
Sulla scorta dell’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del delitto, dalle dichiarazioni rese dalla vittima e da un approfondito esame degli spostamenti del veicolo utilizzato dagli spregiudicati malviventi, gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Treviso, sono giunti nell’arco di breve tempo all’analitica ricostruzione dell’evento criminoso e all’identificazione dei due.
Non solo. Le investigazioni hanno fatto, altresì, emergere che il veicolo utilizzato dai malfattori per compiere l’azione criminosa, l’Alfa Romeo 147, intestata a un connazionale dei due, è risultata presente in altri luoghi compatibili, per tempistica, con quelli dove si sono consumati altri delitti contro il patrimonio.
C’era in occasione di un tentato furto in abitazione perpetrato nel pomeriggio del 9 luglio u.s. in provincia di Pordenone, con le vittime che avevano sorpreso un individuo all’interno della loro casa mentre rovistava nei cassetti di una camera da letto e, disturbato, si era dato alla fuga con il complice proprio a bordo dell’Alfa Romeo 147.
L’Alfa è stata utilizzata anche in due furti commessi l’11 agosto scorso a un’abitazione e una ditta di Gaiarine.
Gli indagati, rintracciati in provincia di Pordenone dai Carabinieri di Vittorio Veneto in collaborazione con l’Arma locale, non hanno opposto resistenza e al termine delle formalità di rito sono stati associati presso la casa circondariale di Treviso, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante.
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