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28 marzo 2024

Politica

Salvare vite umane non è più reato: cancellato il decreto Salvini

Reintrodotti anche gli Sprar dopo il clamoroso fallimento dei megacentri come l’ex caserma Serena di Treviso

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Salvare vite umane non è più reato: cancellato il decreto Salvini

ITALIA – Il decreto sicurezza, quello partorito da Salvini durante la sua permanenza al Viminale, non esiste più! Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto immigrazione che cancella o modifica in modo sostanziale quanto per due anni è stato in vigore, indignando molti persuasi dell’inumanità delle norme.

Tra i punti salienti del nuovo decreto, volto ad attuare un nuovo "sistema di accoglienza e integrazione", vi è la questione relativa alle navi umanitarie dello Ong: in caso di violazione del divieto di navigazione nelle acque territoriali non saranno più oggetto di multe milionarie, le sanzioni sono state infatti abbassate (dai10mila ai 50mila euro).

Nel caso di “comunicazione tempestiva” sono fatte salve le operazioni di soccorso. Quanto a chi viceversa non segue le direttive delle autorità marittime può incorrere anche in pene detentive che contemplano fino a 2 anni di reclusione. Insomma, la questione viene riportata a livelli meno drastici di prima.

Il nuovo decreto ha focalizzato l’interesse dei più attorno alla questione delle Organizzazioni non governative ma di fatto tra i punti salienti vi è la reintroduzione degli Sprar vale a dire il “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”, oramai auspicato da tutti, anche da molti sindaci della Lega.

Già perché con la pandemia, l’aver chiuso i piccoli centri di accoglienza, stipando all’inverosimile i richiedenti asilo in maxi-strutture (spesso fatiscenti) si è rivelata una scelta a dir poco infausta: un esempio per tutti l’ex caserma Serena a Treviso. Quindi si tornerà a realizzare progetti di accoglienza integrata dando vita ad una nuova rete territoriale che vede protagonisti consapevoli e propositivi gli enti locali.

Quanto alla protezione internazionale, con il nuovo decreto si amplia la casistica delle richieste, dando l’opportunità di ricorrere a questa tutela a coloro che nel loro paese rischio di subire trattamenti disumani e degradanti. I richiedenti asilo potranno inoltre iscriversi all'anagrafe: si sana così uno degli aspetti del decreto Salvini che la Consulta aveva giudicato incostituzionali.

Tra le nuove opportunità anche quella di cambiare il permesso di soggiorno in un permesso di lavoro oltre alla possibilità di svolgere lavori socialmente utili dando il proprio apporto alla comunità. Quanti quindi desiderano richiedere la cittadinanza non dovranno più aspettare 48 mesi ma 36.

Insomma, a cambiare in maniera sostanziale è l’approccio con cui le istituzioni affrontano il fenomeno migratorio e in particolare il dramma dei richiedenti asilo. Un passo fondamentale ma che non può restare l’unico visto che ad oggi non si è ancora messo mano ai rapporti internazionali con i paesi del Mediterraneo.

Emblematica la situazione in Libia dove quelli che dovrebbero essere dei campi di accoglienza temporanea per i migranti sono di fatto dei lager, come hanno testimoniato molte organizzazioni internazionali autorevoli. Su questa drammatica circostanza ora l’Italia non potrà più continuare a mantenere il silenzio o ancor peggio a tenere un comportamento che rasenta la complicità.
 

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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