«Ne ho le scatole piene, ho perso la pazienza». È un Matteo Salvini furibondo, quello che sale sul palco di Piazza Gramsci a Cinisello Balsamo (in provincia di Milano) a sostegno del candidato sindaco Giacomo Ghilardi. «Sono due mesi che cerco come un dannato di mettere d’accordo tutti, ma non mi sembra che ci siano le condizioni per far nascere un governo politico».

 

Poche ore prima, il leader del Carroccio era a Milano in via Bellerio per il consiglio federale della Lega.

 

Lunedì, nel terzo giro di consultazioni, Salvini dirà a Mattarella «che non accetterò mai un presidente del Consiglio che faccia gli interessi dell’Europa e delle banche». Sono poche le alternative rimaste per costruire un governo. Quella proposta da Salvini è un governo di scopo, «che faccia poche cose, e le faccia bene e in fretta»: ad esempio la modifica della legge elettorale in senso maggioritario in modo che «chi prende un voto in più governi per cinque anni senza rotture di scatole».

 

 

Non è l’unica condizione posta da Matteo Salvini per un governo appoggiato dal centrodestra: no all’aumento delle tasse, abolizione della Legge Fornero, diritto a difendersi dai ladri in casa propria e lotta all’immigrazione. «Se c’è l’appoggio dei grillini su questi temi – assicura Salvini – sono sicuro che riusciremo a fare qualcosa di buono». E se Di Maio non ci sta? Salvini allarga le braccia: «E allora si torna al voto. Io miracoli non ne posso fare».

 

Chiara Martinoli