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08 febbraio 2025

Treviso

"La scelta della politica è un diritto, vale per tutti"

Intervista a Felice Casson, magistrato

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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TREVISO - Mentre si avvicina la conclusione della campagna elettorale, vengono al nodo alcuni "affari" e arrivano all' attenzione pubblica situazioni, che, probabilmente, la politica berlusconiana potrebbe aver voluto ingessare. Oggi ci sono delle analogie con la fine della prima Repubblica. Questi gli ultimi "nati" in ordine cronologico, ciascuno individuabile con un nome: Monte dei Paschi di Siena, Finmeccanica, l' ex Ministro Fitto e l'ex Governatore Formigoni.

OggiTreviso ha intervistato sui rapporti politica-magistratura Felice Casson, magistrato prestato alla politica, vice-capogruppo del PD al Senato. Gli abbiamo chiesto risposte telegrafiche su quattro temi:  le leggi volute da Berlusconi; la legge annacquata sulla corruzione; i rapporti tra politica e magistratura; le correnti all' interno della magistratura.

 

Da politico e magistrato, in che modo è stata alimentata la conflittualità tra Parlamento e Magistratura con le leggi di Berlusconi in questa legislatura?

Le intenzioni di Berlusconi e della cricca erano quelle di non riformare la giustizia, che vive una situazione comatosa e fallimentare, ma di risolvere i problemi personali di natura processuale, di limitare i poteri della magistratura, di cancellare le ipotesi di reato che gli erano contestati, come il falso in bilancio, di ridurre i tempi della prescrizione e contemporaneamente di allungare i tempi del processo. Per lo più inserendo norme e privilegi, come quelli sul legittimo impedimento, certamente incostituzionali.

 

Non è stato tanto tenero nei confronti del Ministro Severino sull' ultima legge per ridurre la corruzione, perchè?

Si è arrivati ad una legge all'acqua di rosa, nel senso che nella parte relativa alla prevenzione, non ci sono strumenti adeguati per favorire la trasparenza e la correttezza dei pubblici amministratori e dei politici, mentre per la parte repressiva non si è intervenuti nelle questioni vere e cioè aumentare gli strumenti di indagine, aumentare i tempi della prescrizione, abrogando la legge Cirielli, prevedendo pene adeguate per i comportamenti di corruzione e di malaffare.

 

Il caso Ingroia ha messo il dito su un problema antico: i giudici che entrano in magistratura. Come si dovrebbe risolvere a suo avviso questo nodo?

La scelta della politica è un diritto costituzionale, che vale per tutti. Va peraltro regolamentata la situazione successiva e cioè, a mio modo di vedere, il magistrato che va in Parlamento non deve più tornare alla magistratura d'origine. All' apertura del Senato ripresenterò il mio disegno di legge, già depositato in questa legislatura.

 

L' ultimo intervento di Napolitano ha sottolineato i rischi che derivano dai ritardi di alcune nomine, spesso dovute alle correnti dei magistrati. Tali fatti emergono con maggiore frequenza e suscitano perplessità tra i cittadini.

Condivido le critiche di Napolitano. Le correnti in magistratura sono quanto di più deleterio possa esistere per il ruolo e l'immagine della magistratura.

 


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