Scuola, dal Governo Meloni più soldi solo alle private e in quelle pubbliche spesso manca pure la carta igienica
Alle paritarie 50 milioni in più mentre la scuola pubblica dovrà affrontare anche una riduzione degli organici

SCUOLA - Il finanziamento alle scuole paritarie cresce di 50 milioni di euro, mentre la scuola pubblica subisce nuovi tagli. È quanto emerge dalle ultime misure contenute nella legge di bilancio, che destina un incremento alle scuole private a fronte di un disimpegno verso il sistema pubblico. La segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi, ha definito "inaccettabile" questa politica, accusando il governo di favorire le scuole paritarie a discapito di quelle statali. Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato due decreti assegnando 50 milioni in più alle paritarie, per uno stanziamento complessivo di 750 milioni. "Con questo stanziamento - dichiara il ministro -, si conferma il proprio impegno a sostenere e valorizzare le scuole paritarie, che rappresentano una componente fondamentale del nostro sistema educativo nazionale”.
La FLC CGIL non condivide la linea del governo. Gianna Fracassi: “Il ministro si è impegnato moltissimo per aumentare risorse in legge di bilancio per le scuole paritarie. Per le scuole statali frequentate da oltre il 90% degli studenti italiani invece solo tagli agli organici del personale docente e Ata a fronte di oltre 300.000 precari e nessuna risorsa aggiuntiva per il rinnovo del contratto… le priorità di questo governo e di questo ministro sono evidenti. La Flc cgil denuncia da tempo il definanziamento di tutti i settori della conoscenza e la progressiva privatizzazione, una politica inaccettabile sulla pelle degli studenti e dei lavoratori”.
Il quadro della scuola pubblica si complica ulteriormente con il rinnovo dei contratti. Gli incrementi previsti per il periodo 2022-2024 sono pari al 6%, ma l’inflazione si è attestata intorno al 18%. A partire dal 2025, si prevede un aumento economico accessorio dello 0,22%, destinato solo ai docenti e non al personale ATA. Inoltre, il governo ha previsto un fondo di 386 milioni per la valorizzazione del sistema scolastico, una cifra che appare insufficiente rispetto alle necessità del settore.
A fronte di questi tagli e mancati investimenti, la scuola pubblica dovrà affrontare anche una riduzione degli organici. Dal 2025 al 2026, si prevede il taglio di 5.660 docenti dell’organico dell’autonomia, mentre il taglio di 2.174 unità del personale ATA sarà rinviato all’anno successivo. Questa riduzione, seppur parziale, è stata ottenuta grazie alle battaglie sindacali. In questo contesto, l’aumento delle risorse per le scuole paritarie (arrivate a quota 750 milioni), che servono una percentuale limitata e socialmente selezionata di studenti, appare particolarmente controverso e poco giustificabile, alimentando il malcontento tra chi sostiene la scuola pubblica.
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