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19 aprile 2024

Treviso

SCUOLE PARITARIE, LA REGIONE METTERA' IN MORA LO STATO

Così Zaia punta a recuperare i finaziamenti statali sino ad oggi negati

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

SCUOLE PARITARIE, LA REGIONE METTERA' IN MORA LO STATO

RONCADE - Se lo Stato non intende sostenere le scuole paritarie «noi ne chiederemo la messa in mora e, se necessario, ricorreremo anche alla Corte Costituzionale». Lo ha detto oggi, intervenendo ad un convegno sulle scuole paritarie e pubbliche, a Ca' Tron di Roncade, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

«La messa in mora - ha spiegato - significa azione legale e poi, se necessario, anche ricorso in Corte Costituzionale». Ricordando che la Regione «difende fino in fondo» i 94 mila ragazzi iscritti alle scuole paritarie, Zaia ha proseguito dicendo che «la nostra strategia è quella di dire al mondo intero che in Veneto c’è un modello che è unico nel suo genere, dove il 68% dei giovani vanno nelle scuole cattoliche paritarie e costano la metà al budget nazionale. Quindi - ha concluso - ci diano i nostri soldi, Roma apra le casse e ci dia i soldi che avanziamo».

Il modello veneto, secondo il presidente, è unico nel suo genere, partito dall’800 con gli asili dei poveri diventati man mano gli asili di tutti e poi nel corso del ‘900, a cavallo anche di una forte conflitto tra visione statalista e autonomista, i veneti hanno scelto quest’ultimo modello. «Oggi abbiamo oltre 94 mila bambini nelle scuole paritarie e oltre 45 mila in quelle statali; 1900 euro pro capite di trasferimenti per il Veneto a fronte di 3200 di media nazionale: nelle paritarie, insomma, il servizio costa la metà di quello che costa allo Stato - ha messo in chiaro il governatore - se portassimo i 45 mila bambini delle statali nelle paritarie lo Stato risparmierebbe 170 milioni di euro. E se portassimo invece i 94 mila bambini delle paritarie nel pubblico lo Stato spenderebbe 300 milioni di euro in più». Zaia ha concluso dicendo: «Non sto a dirvi che se i soldi delle nostre tasse restassero nel nostro territorio tutti questi problemi non esisterebbero».

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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