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15 maggio 2025

Nord-Est

Segregata e violentata per cinque giorni: 32enne riesce a fuggire

Donna grida aiuto dal cortile. Arrestato un coetaneo

| Redazione OT |

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foto d'archivio

MESTRE – È riuscita a scappare dopo cinque giorni di abusi e segregazione in un edificio abbandonato. Una donna di 32 anni, originaria di Venezia, è stata rinchiusa nell’ex sede Telecom di via Carducci da un uomo che l’ha violentata più volte.

Il suo incubo è iniziato venerdì, quando un coetaneo tunisino l’ha portata con sé all’interno della struttura dismessa, trattenendola contro la sua volontà. Solo ieri, attorno a mezzogiorno, la vittima ha trovato il coraggio e il momento per fuggire: nuda e sotto shock, è riuscita a uscire dall’edificio ma è rimasta bloccata nel cortile interno, da cui ha cominciato a urlare chiedendo aiuto.

Le grida hanno attirato l’attenzione di alcuni clienti di un bar nelle vicinanze. Il presunto aggressore ha tentato di riportarla dentro, ma l’intervento dei presenti ha permesso di lanciare immediatamente l’allarme. Sul posto sono arrivate pattuglie dei Carabinieri e della Polizia Locale. L’uomo è stato bloccato e arrestato, la donna è stata invece accompagnata in ospedale a Mestre.

La 32enne ha denunciato quanto accaduto ai militari. Gli esami condotti dai medici dell’ospedale dell’Angelo hanno confermato ripetuti episodi di violenza sessuale. Le lesioni riscontrate fanno ipotizzare anche l’eventualità di una violenza di gruppo, anche se al momento, all’arrivo delle forze dell’ordine, la donna si trovava da sola con il suo presunto aguzzino.

L’uomo, 32enne tunisino, irregolare e senza fissa dimora, è stato sottoposto a fermo con l’accusa di violenza sessuale e condotto in carcere. Sembra che i due si conoscessero e vivessero in situazioni di marginalità.

Il commento del govenatore veneto Luca Zaia: «Ancora l’orrore di una brutale violenza a una donna, questa volta a Mestre, con una segregazione di cinque giorni. Questo bollettino criminale è ormai quasi quotidiano, ma esorto tutta la comunità civile a non assuefarsi a tali notizie, e a fare sempre più squadra per tentare in tutti i modi di prevenire o impedire un delitto collaborando in ogni modo, anche segnalando situazioni sospette alle Forze dell’Ordine, che in tante occasioni, come in questa, intervengono tempestivamente e riescono ad arrestare il delinquente».

A questa donna come a tutte le vittime di questi efferati delitti– prosegue Zaia – rivolgo la mia totale solidarietà, con l’augurio di poter guarire il prima possibile dalle ferite fisiche e da quelle morali e psicologiche. Ringrazio per il civismo gli avventori di un vicino bar che hanno immediatamente dato l’allarme sentendo le grida della donna – dice ancora Zaia – e le Forze dell’Ordine che sono riuscite a intervenire in tempo per bloccare il violentatore, per il quale, lui come tutti gli altri che si macchiano di tali orrori, chiedo la massima durezza nell’applicazione delle leggi».


 

 

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