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19 aprile 2024

Nord-Est

"Si rischia di arrivare troppo tardi a vaccinare gli anziani del Veneto"

La denuncia dei sindacati dei pensionati: "Duecentomila i non autosufficienti ma la Regione non ha ancora pensato a una somministrazione a domicilio"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

NORDEST - Chi l’ha detto che gli anziani saranno davvero la categoria più protetta dal Covid con la campagna vaccinale che a singhiozzo ha appena preso avvio? A sentire i sindacati dei pensionati del Veneto Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil è un altro il film al quale stiamo assistendo nella nostra Regione. “Partendo dagli ottantenni e andando a ritroso, si rischia di arrivare troppo tardi agli ultranovantenni, cioè la categoria più indifesa di fronte al virus. I dati, da questo punto di vista, parlano chiaro. In Veneto sono appena il 3 per cento dei contagiati totali ma ben il 28 per cento di tutti i decessi”.

Una programmazione delle vaccinazioni, in altre parole, che non considera proprio le fasce più deboli della popolazione. Un piano vaccinale che dá la precedenza ai nati nel 1941 (dal 15 febbraio), poi i nati nel 1940 (dal 22 febbraio), i nati nel 1939 (dall'8 marzo), i nati nel 1938 (dal 15 marzo), risalando via via a ritroso. “Con questa programmazione – lamentano le categorie sindacali – non si garantisce una vera protezione per i nostri grandi anziani. Il Ministero della Salute ha dato priorità ai soggetti più fragili indicando esplicitamente gli over 80 e ci saremmo aspettati che la Regione fa coerentemente partisse dai più anziani”.

Ma c’è dell’altro che preoccupa e forse anche di più: com’è possibile che a persone così avanti con l’etá non si possano somministrare vaccini a domicilio? Il sessanta per cento dei 360 mila ultraottantenni veneti vive da solo; mentre sono duecentomila gli anziani non autosufficienti: “Anche sollecitata recentemente, la Regione non ha saputo dirci come intende agire con coloro che non possono recarsi, né autonomamente né accompagnati, ai centri di vaccinazione. Siamo allibiti che, da quel che traspare, la cosa sarà affrontata "al momento": è inaccettabile”.

Dalla Regione ci si attende ora che vengano rispettate le priorità stabilite dal Consiglio superiore di sanità, mentre i sindacati dei pensionati proseguiranno nella loro battaglia per una adesione responsabile e informata alla vaccinazione, forti anche di un sondaggio che rileva come 9 anziani veneti su 10 siano pronti a vaccinarsi. Un impegno che non demorde certo di fronte alle minacce dei negazionisti e dei no vax che nelle ultime settimane hanno attaccato frontalmente le organizzazioni sindacali proprio per le loro campagne a favore dei vaccini.

 


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