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19 aprile 2024

Conegliano

LA SPADA DI DAMOCLE SULLE TESTE DI 4500 LAVORATORI

Sinistra Piave: quasi 2mila cassaintegrati e oltre 4mila precari a rischio

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Conegliano - Cassa integrazione e licenziamenti hanno flagellato anche la Sinistra Piave: dei 62mila lavoratori distribuiti tra vittoriese, coneglianese e Quartier del Piave 250 sono stati licenziati o messi in mobilità ad ottobre, 1.800 sono in cassa integrazione e altri 8.360 si sono visti ridurre l’orario di lavoro, e quindi lo stipendio, o sono stati invitati a sfruttare le ferie arretrate. Fortemente a rischio sono poi i precari, assunti con contratti a termine o tramite agenzie interinali: tra Vittorio, Conegliano e Quartier del Piave sono in 4.500 ad attendere di sapere se i loro contratti saranno rinnovati. La quasi totalità degli occupati, inoltre, non fa più lavoro straordinario.

“Stiamo registrando un forte rallentamento dell’economia”, ammette Ottaviano Bellotto, responsabile CGIL di zona. La responsabilità non è però tutta della congiuntura economica: "diverse aziende delle nostre realtà erano già fragili, perché non avevano investito in qualificazione e modernizzazione, non avevano spauto adattarsi alla globalizzazione", analizza Bellotto.

"Ma le conseguenze della crisi finanziaria in atto si stanno scaricando anche su settori qualificati che fanno parte dei distretti legno-arredo e inox-valley - prosegue l'esponente della CGIL - Stanno vivendo grosse difficoltà sia le piccole sia le grandi aziende. Tutto questo per effetto del calo dei consumi e della domanda interna. A salvarsi (relativamente) sono solo le aziende che esportano e che hanno una forte presenza nei mercati esteri".

Da questa situazione si può uscire solo attraverso interventi strutturali. Interventi che, secondo la CGIL, devono essere decisi dal Governo, come la defiscalizzazione dei redditi bassi e delle pensioni per sostenere il consumo  e il mantenimento delle leve del credito bancario. A livello locale  i Comuni potrebbero invece contenere le tariffe dei servizi comunali.

"Se lo Stato non interverrà ma proseguirà a prendere provvedimenti una tantum la situazione che stiamo vivendo potrebbe durare a lungo con ricadute preoccupanti sull’occupazione e sulla tenuta del potere d’acquisto delle famiglie", avverte Bellotto.

Laura Repossi

 

 


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