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28 marzo 2024

Atletica

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Sport mondiale oggi all’auditorium Prealpi di Tarzo con “Lezioni di futuro”

Sul palco show di Panetta, Lambruschini, Arese, Ortis e Gigliotti, il rugbista Zanusso e la "voce" dell'atletica Franco Bragagna

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Da sinistra Zanetti, Zanusso, Bragagna, Zocca, Panetta, Lambruschini, Gigliotti, Piccin

TARZO - Fatica, disciplina, impegno, costanza, determinazione, rispetto delle regole. Senza dimenticare il fair play. E perché no, anche un bel bottino di risultati.

Non solamente medaglie olimpiche, mondiali ed europee, soprattutto traguardi di vita. Queste le “Lezioni di futuro” che i grandi sportivi ospiti, da Franco Arese a Venanzio Ortis, da Francesco Panetta ad Alessandro Lambruschini accompagnati dal coach di plurimedagliato Luciano Gigliotti, fino al rugbista azzurro Matteo Zanusso, hanno dato ai giovani atleti delle società sportive Silca (guidate dai presidenti Aldo Zanetti e Francesco Piccin) e a tutto il pubblico presente oggi pomeriggio, sabato 18 novembre, all’auditorium Prealpi a Tarzo.

Due ore in cui alcuni dei campioni più rappresentativi del movimento dell’atletica e il promettente atleta della palla ovale si sono raccontati attraverso le loro imprese sportive ma anche attraverso i momenti difficili superati e quella voglia di non mollare mai che ne ha fatto dei veri e propri vincenti. Non solo sulle piste d’atletica, ma anche dopo, una volta che la carriera sportiva è stata archiviata e che quella di vita ha preso il sopravvento.

A portare il suo saluto, l’assessore provinciale Tommaso Razzolini. A dare il benvenuto, l’Amministratore Delegato di Silca SpA, Stefano Zocca. “Sono molto felice di incontrare oggi dei veri campioni e di farlo insieme agli atleti delle nostre società sportive - commenta Zocca – condividere con loro non solo le loro vittorie sul campo, ma anche giornate come questa rappresenta per me al meglio il ruolo che Silca attribuisce ai valori dello sport. Ascoltare poi il racconto di questi protagonisti è un insegnamento importante per i nostri giovani, che possono prendere concretamente esempio da chi ha vinto non solo nello sport ma anche nella vita.”

 

 

Non sono mancate le domande interessate dei giovani atleti di oggi, alcuni già campioni delle categorie Junior. Ad affascinarli imprese, cadute, rinascite, scoperte di sportivi che hanno visto alla tivù. Come quelle del calabrese Francesco Panetta, campione mondiale nel 1987 ed europeo nel 1990 nei 3000 siepi, che si è raccontato anche attraverso le pagine del suo libro “Io corro da solo”. Come quelle del toscano Alessandro Lambruschini, che durante una caduta è stato “risollevato” proprio da Panetta per andare poi a vincere la gara che vale il titolo europeo nei 3000 siepi (in quel 1996 vinse anche il bronzo alle Olimpiadi di Atlanta).

Come quelle del piemontese Franco Arese (in collegamento telefonico), che ha “7 vite come i gatti” (campione sportivo, oro continentale nei 1500 nel 1971, presidente della Fidal nazionale, dirigente aziendale, oggi chairman di Karhu Italia), che nella sua biografia “Divieto di sosta” racconta ben più delle vittorie su pista in quell’epoca, tra gli anni ’60 e ’70, in cui l’atletica era davvero pionieristica.

Come quelle del friulano Venanzio Ortis, oro europeo nel 1978 sui 5000, uno che alla fatica, anche quella dello sci di fondo, si è abituato fin da piccolo. Di scoperte se ne intende Luciano Gigliotti, triestino trapiantato a Modena, che ha condotto alle vittorie olimpiche nella maratona Gelindo Bordin nel 1988 a Seul e Stefano Baldini nel 2004 ad Atene.

Di traguardi già raggiunti ma molti ancora davanti a sé ne ha invece il rugbista 24enne Matteo Zanusso, pilone del team trevigiano Benetton Rugby che nel 2016 ha provato l’emozione, immensa, della maglia della nazionale.

“Ci siamo stupiti e ci stupiamo ancora oggi per un gesto (l’aver aiutato Lambruschini a rialzarsi dopo una caduta, ndr.) che non dovrebbe essere per niente una cosa rara – dice Panetta - in quel frangente, chiunque avrebbe fatto quello che ho fatto io o almeno questa dovrebbe essere la normalità. ”

“Io ho iniziato così per gioco, tutto mi veniva facile – commenta Lambruschini – poi ho iniziato ad allenarmi, ad allenarmi tanto. Ed è quando ho visto Venanzio Ortis vincere l’oro europeo a Praga che ho detto ce la voglio fare anche io, quella vittoria mi ha fatto venire voglia di uscire di casa e mettermi a correre. Ecco, allora avevamo tanti campioni ai quali ispirarci, oggi forse mancano.”

“Se dovessi pensare ai miei atleti, forse quello con più qualità è stato proprio Alessandro Lambruschini, che è stato un agonista eccezionale, nei momenti clou, nelle gare più importanti, lui rispondeva in maniera positiva”, sottolinea Gigliotti. “Ho vinto un campionato italiano allievi nello sci di fondo – riferisce Ortis – e quando non andava bene con l’atletica ho pensato tante volte “se avessi continuato con lo sci…”.

Poi invece è andata bene. Io ho fatto per un po’ di tempo sia sci di fondo che atletica, e posso dire che fare più discipline mi è servito, eccome.” “Ecco, io invece con l’atletica c’entro poco, nel senso che corro poco e male – aggiunge Zanusso – ma mi sono allenato tanto anch’io, senza però sacrificare la scuola. I miei genitori mi hanno sempre concesso il rugby, ma solo dopo aver concluso i compiti e gli impegni scolastici”.

 

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