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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

La storia infinita dei parcheggi dell'ospedale a Serravalle

spaccato dell'amministrazione leghista

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

VITTORIO VENETO - All'interno del programma " contratti di quartiere", bando indetto dallo Stato Italiano, in vista del recupero dei centri storici, e vinto, grazie alla convenzione del 13 gennaio 2004, sottoscritta tra impresa Camerin, Comune di Vittorio Veneto, Ater e Provincia di Treviso, si prevedeva da parte di tutti gli attori un impegno economico per rivalutare l'area dell'ex ospedale e la piazza Foro Boario.

In tal modo il Comune di Vittorio Veneto si aggiudicò un finanziamento di circa ottomilioni di euro, somma utilizzata per una serie di ristrutturazioni, che hanno toccato la zona storica dal vecchio ospedale, delle ex carceri, di Palazzo Todesco, del Monte dei Pegni, di Palazzo Piazzoni ed altri piccoli interventi di viabilità.

Il rischio per l'impresa Camerin era notevole in quanto aveva iniziato i lavori di ristrutturazione dell'ex ospedale, rispettando un disegno approvato in conferenza dei servizi a Venezia nel maggio 2005, non avendo ancora sottoscritto un preliminare con l'ULLS7, firmato invece nel settembre 2006.

Il tutto con un rapporto di fiducia che garantiva la realizzazione delle richieste degli amministratori pubblici interessati nell'intervento.

Venne chiamato a redigere un progetto cosi importante l'architetto MARIO FOLTRAN, noto nella Marca trevigiana per le sue capacità professionali, purtroppo ora deceduto.

Il 6 settembre 2008 veniva inaugurato il nuovo ospedale con la partecipazione di Luca Zaia.

I lavori, previsti per un triennio, iniziati il 5 settembre 2005, si conclusero rispettando i termini dell'accordo.

Nel corso di quel triennio venne tentata un'operazione immobiliare, che aveva come obiettivo il trasferimento della sede dell' ITIS, di proprietà della Provincia, in modo che lo stabile potesse diventare sede amministrativa dell' ULSS7 , attraverso l'acquisizione in bando pubblico, da aziende private, da programmare subito dopo il compimento della ristrutturazione dell'ala segusianiana e dell'ala Meschio.

Per questo motivo, visto che l'impresa Camerin era in procinto di realizzare i parcheggi sotterranei, le venne chiesto di progettare e realizzare anche la dotazione standard dell'edificio adibito alla scuola, in maniera tale che l'Ulss7 avrebbe potuto estendere l'acquisto dopo i 54 posti già comprati agli ulteriori posti disponibili per il distretto sanitario.

Il sindaco Scottà, dopo aver individuato la possibilità di edificare il nuovo ITIS, adiacente all' IPSIA, chiese informalmente all'impresa Camerin di occuparsi dell'esecuzione del progetto di massima.

Il progetto riguardante l'ITIS, eseguito per conto dell'impresa Camerin, redatto dall'architetto De Nardi venne presentato all'assessore provinciale Carla Puppinato dal sindaco Giancarlo Scottà, dall'assessore Antonella Caldart e da Roberto Camerin.

L' ITIS doveva essere provvisoriamente collocato negli spazi liberi del Dante, in affitto, fino alla costruzione di una nuova sede.

In tal modo sarebbero potuti cominciare i lavori per conto dell'Usl 7.

Questi rapporti informali, che dovevano essere sottoscritti successivamente, non andarono a buon fine, con il cambio dell'Amministrazione Da Re. Contestualmente il sindaco Scottà chiese espressamente alla ditta Camerin, nell'attesa di redigere la pratica burocratica, un impianto di regolamentazione del pagamento del parcheggio, non essendo il Comune in grado di poterlo effettuare direttamente.

Con l'apertura del parcheggio doveva essere avviare la vendita dei posti macchina ai singoli cittadini, un atto ben noto a diversi cittadini e residenti di Serravalle, ma tutto questo contrastava con la linea perseguita fino ad allora in funzione della dotazione di detti parcheggi all'ULSS7.

Per favorire l' utilizzo del parcheggio privato, il Comune avrebbe dovuto regolamentare il parcheggio in superficie, istituendo il pagamento a prezzo superiore a quello sotterraneo, d'intesa con il dirigente del patrimonio Piergiorgio Tonon.

Il nuovo sindaco Da Re non ritenne opportuno la realizzazione del parcheggio a pagamento in superficie.

Questa difficoltà unita al ritardo dei finanziamenti della Regione Veneto relativi ai contratti di quartiere, che tramite il Comune di Vittorio Veneto dovevano essere dati alla ditta Camerin per i lavori già svolti, comportò come conseguenza il rinvio dell' atto di cessione del primo piano del park da parte della ditta Camerin al Comune.

A quel punto cominciarono a intorbidirsi i rapporti tra l'amministrazione comunale e dell'azienda Camerin, che cominciava ad essere "sopportata" e venne abbandonato il progetto ITIS.

L'azienda spingeva per trovare una soluzione ai parcheggi, che aveva già realizzato, in modo che potesse ridurre la propria esposizione economica.

Per uscire da questa difficoltà, il Sindaco Da Re si fece promotore di una nuova proposta: vendere all'Usl 7 Palazzo Vascellari, per realizzare il centro di igiene mentale, in modo che l'Ulss7 potesse/dovesse acquistare i parcheggi già realizzati.

Il 30 settembre 2011, con protocollo 32901, il sindaco Da Re inviava al Direttore Generale dell'Ulss7 Angelo Lino del Favero e, per conoscenza, al direttore amministrativo Eugenio Possamai una nota, in cui si diceva: " considerato che codesta ULSS ha manifestato l'interesse per la realizzazione della sede delle strutture del dipartimento di salute mentale (centro salute mentale - centro diurno) presso Palazzo Vascellari, di cui auspichiamo a breve l'acquisizione, sono parimenti a proporre l'acquisizione del parcheggio interrato San Marco, livello terzo, ora di proprietà della ditta Camerin ( n.50 posti macchina)...

Com'è noto, il parcheggio San Marco è strutturato su tre livelli, il primo di proprietà comunale, il secondo di proprietà dell'Usl e il terzo di proprietà della ditta Camerin.

"Infatti la proprietà in toto del parcheggio da parte del Comune e dell'Ulss, consentirebbe di realizzare un importante e significativo servizio pubblico per la comunità, in quanto la sua gestione sarebbe interamente pubblica e consentirebbe la totale soddisfazione dei bisogni e delle necessità delle funzioni socio sanitarie e pubbliche afferenti il comparto. Il Comune rappresenta fin d'ora la disponibilità a contribuire alla gestione del parcheggio, incluso anche un eventuale contratto di locazione, qualora l'USSL ne provveda all'acquisizione.

Si consideri inoltre che: il parcheggio interrato sarebbe a servizio anche delle realizzando Dipartimento di salute mentale; l'attuale proprietà, sentita dall'amministrazione comunale, si rende disponibile alla vendita allo stesso prezzo della precedente (2005).

Augurando che la presente possa suscitare e trovare interessi e attuazione". Firmava il sindaco Da Re.

La risposta del Direttore generale Del Favero si fece attendere e arrivò il 28 marzo 2012.

In essa si rendeva noto che il 10 febbraio 2012 era stato comprato l'immobile denominato Palazzo Vascellari per destinarlo alla realizzazione del nuovo centro di salute mentale e del nuovo centro diurno.

Ricordata la richiesta dell'amministrazione comunale, Del Favero comunicava che " l'azienda sta valutando la percorribilità tecnica ed economica di detta soluzione, al fine di permettere all'utenza che accederà al centro di salute mentale una volta ristrutturato, di avere la disponibilità di un numero di parcheggio adeguato nelle immediate vicinanze del nuovo stabile.

Per le motivazioni su esposte, si informa che tale proposta sarà attentamente valutata per l'eventuale inserimento nel programma degli investimenti aziendali compatibilmente con il quadro normativo di riferimento le risorse economiche disponibili e in ogni caso previo rilascio delle prescritte autorizzazioni regionali".

Dopo questa risposta vaga, il direttore Del Favero venne trasferito senza nessun preavviso e sollevando una serie di perplessità e l'incarico pro-tempore venne affidato al direttore Dario, titolare dell'Ulss di Treviso, che, dopo essere stato informato dello stato dell'iter, ritenne opportuno lasciare l' incombenza al futuro direttore che sarebbe stato nominato dopo alcuni mesi.

Il nuovo del direttore Gian Antonio Dei Tos , sollecitato sulla vicenda per completare l'atto di vendita, non condivise l'accordo tra amministrazione comunale e Usl 7.

Pertanto la ditta Camerin si rifiutò di firmare la cessione del parcheggio e il Comune chiese al Tar di poter avere la proprietà, nonostante il diniego dell'azienda. Contestualmente l'avvocato Maschio aveva ingaggiato un azione legale contro l'impresa Camerin e ne chiedeva il fallimento per il fatto che non erano state pagate parte delle spese del parcheggio.

Si trattava di spese che, secondo l'azienda Camerin, il segretario Traina aveva assicurato che sarebbero state pagate dall'amministrazione comunale, come da convenzione approvata in consiglio comunale 2009... mai più messa in atto, che obbligava il Comune a prendersi in carico i parcheggi e a gestirli assieme all'impresa Camerin.

Il Tar, investito della questione, rinviò l'udienza, pertanto l'azienda Camerin chiese all'amministrazione comunale che fossero pagate almeno le sbarre, che aveva acquistato per conto loro.

Gli vennero liquidati 85.000 euro dalla stessa Abaco su sollecitazione del comune, una somma che copriva solamente il valore delle spese sostenute e non dell'impianto.

Con questo atto l'amministrazione comunale chiuse il rapporto con la ditta Camerin, confermando che in tal modo riteneva chiusa la partita dei parcheggi sotterranei, la cui gestione del primo livello era stata affidata appunto alla Abaco .

Camerin, sentitosi "scaricato" dall'Amministrazione Comunale e dal cerchio magico politico-amministrativo che aveva gestito tutta l'operazione, all'inizio di luglio 2012, chiese ed ottiene un incontro con il Governatore, che lo ricevette immediatamente, per parlare di due argomenti: i parcheggi di Serravalle e la caserma di dei carabinieri di Godega di Sant'Urbano.

L'incontro avvenne nel comune di San Vendemiano, dove i problemi da discutere, oltre al parcheggio, c'era l'appalto della casema dei carabinieri del comune di Godega di Sant'Urbano, il cui sindaco, il leghista Alessandro Bonet, a seguito di un bando andato deserto, chiamò e affidò l'incarico alla medesima ditta Camerin.

 



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