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23 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

SVENDUTA LA TIPICITÀ DEL PROSECCO A FAVORE DEI GRANDI PRODUTTORI

Gimmi Tormena chiede più tutele per l'area storica del Prosecco

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Farra di Soligo - Un consiglio comunale per discutere e preparare un ordine del giorno a sostegno della nuova DOCG del Prosecco.

Lo chiedono i consiglieri comunali Gimmi Tormena e Mattia Perencin del gruppo Farra per Voi, che quest’oggi hanno presentato la richiesta formale per una convocazione della seduta comunale.

In subordine, Tormena e Perencin hanno rivolto all’amministrazione un’interrogazione a risposta orale sulle iniziative che essa intende intraprendere “a salvaguardia del territorio, a tutela della storicità e tipicità del nostro prosecco e a sostegno delle aziende vitivinicole presenti nel nostro Comune, in relazione all’istituzione della nuova DOC e passaggio della zona storica a DOCG”.

La richiesta dei consiglieri fa seguito alla recente modifica del disciplinare di produzione del prosecco, in funzione dell’istituzione della nuova DOC, ed il conseguente passaggio a DOCG per la zona storica di produzione. Una misura, quella della DOCG, che rischia di non essere sufficiente per proteggere e distinguere le coltivazione locali rispetto al territorio ben più ampio in cui oggi si produce “prosecco”.

Tormena e Perencin chiedono una “maggiore tutela alla storicità del prodotto”, da attuarsi anche attraverso “uno sforzo dal punto di vista dell’immagine e del marketing”. Altrimenti, ci saranno gravi perdite sia dal punto di viste economico per i produttori della zona sia dal punto di vista della salvaguardia del territorio, che potrebbe essere abbandonato poiché la produzione in pianura verrebbe privilegiata.

«E’ stata svenduta la tipicità del prodotto a favore dei grandi produttori», denuncia Gimmi Tormena, che sottolinea: «Nella nostra zona, se il prezzo dell’uva scenderà ancora, chi andrà più a produrre in collina? Ci sarà un problema di mantenimento del patrimonio ambientale perché il rischio è che le colline vengano lasciate in uno stato di abbandono, ma anche un problema economico».

Sono in molti, da queste parti, coloro che si dedicano alla coltivazione del vigneto come secondo lavoro, attività che per alcune famiglie significa un’entrata annua di 8-10 mila euro in più e che ora è a rischio se la tipicità della produzione non sarà tutelata

 



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