TREVISO – Tassisti sul piede di guerra anche a Treviso: tra oggi e domani potrebbe scoppiare pure nel cuore della Marca la protesta contro la liberalizzazione delle licenze allo studio del governo Monti.

Per il momento i proprietari trevigiani delle auto bianche hanno scelto di non seguire l'esempio dei colleghi di Roma, ma anche di Torino e Verona, che nella giornata di ieri sono tornati ad agitarsi riunendosi in assemblea nella Capitale. Ma le cose sono pronte a precipitare anche qui se l'incontro fissato per questo pomeriggio tra i delegati dei tassisti (per la Marca ci sarà Alessandro Nordio, presidente del consorzio Radio Taxi Veneto) e il governo dei professori dovesse concludersi con una fumata nera.

“Sino ad ora non abbiamo protestato perché è inutile protestare prima di sapere quali sono le misure che realmente verranno messe nero su bianco – spiega Paolo Busato, il presidente provinciale dei tassisti – qui c'è una sola cooperativa e le cose sono ben diverse da Roma, come esempio, comunque ci stiamo organizzando per i prossimi giorni”.

Dove per i prossimi giorni si intente oggi e domani. Come si potrebbe sviluppare la protesta? Inevitabilmente a macchia di leopardo. Solamente nella città di Treviso, infatti, sono operativi una trentina di taxi, più quattro auto di servizio. A Castelfranco e Conegliano le auto sono una decina. E ancora meno sono quelle al lavoro tra Vittorio Veneto e Montebelluna. In tutto nel territorio provinciale, quindi, gli uomini di Radio Taxi sono circa sessanta.

Tanti o pochi? Comunque agguerriti. “Sino ad oggi non ci sono state proteste perché alla fine non c'erano elementi per protestare contro qualcuno. Anzi, ci dissociamo da quelle messe in campo a Roma – conclude Busato – ma ci stiamo organizzando”. Anche in vista dello sciopero nazionale al momento fissato per lunedì prossimo. Monti, insomma, è avvisato.