Tradizione rinnovata a Vittorio Veneto: centinaia di bambini a tirar bandòt
La sera del 5 dicembre da nord a sud della città il fracasso ha richiamato San Nicolò
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Una tradizione tutta vittoriese, tramandata di generazione in generazione. Nonni, genitori e bambini ieri sera, 5 dicembre, si sono dati appuntamento da Forcal a Ceneda per tirar bandòt. «I bandòt – spiega Celeste, 4 anni – sono dei fili con appese delle lattine. Servono per chiamare San Nicolò con il rumore che si fa». E perché? «Perché ci porti doni». Così nella notte, dopo il gran baccano, San Nicolò con il suo asinello ha fatto visita nelle case dei bambini e lasciato loro un dono.
A Serravalle un centinaio di persone si sono date appuntamento in patronato e da qui hanno percorso le strade del centro storico fino al Centro tirando bandòt: anche genitori e nonni hanno potuto rivivere tanti ricordi legati alla loro infanzia. A Ceneda erano in 250 in piazza Giovanni Paolo I a tenere viva la tradizione rilanciata anni fa da Insieme per Ceneda e oggi tenuta viva da un gruppo di genitori. Decine i bambini in piazza Meschio e a Forcal, dove al circolo si è rinnovato l’appuntamento della sera del 5 dicembre.
Ai fili erano state appese lattine vuote di bibite, pelati, vernici, colori, biscotti, pentole e coperchi. C’è chi è arrivato con dei grossi barattoli per generare ancora di più rumore. Una serata in cui genitori e nonni hanno condiviso con i bambini i loro ricordi dei bandòt e anche le tecniche per farli più rumorosi: c’era chi utilizzava i grossi bidoni vuoti dell’olio recuperati nelle officine e chi riempiva le latte con dei sassi così da fare ancora più rumore.
Al termine del giro per le vie cittadine, come da tradizione, i bambini hanno fatto rientro a casa in silenzio.
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