29/03/2024nuvoloso

30/03/2024pioviggine

31/03/2024pioviggine e schiarite

29 marzo 2024

Treviso

Treviso tra le province peggiori d'Italia per riduzione delle emissioni di Co2

Secondo i dati dell’Ispra dal 2005 al 2019 la riduzione di anidride carbonica nella Marca è stata del 19,4%

| Isabella Loschi |

immagine dell'autore

| Isabella Loschi |

Treviso

TREVISO - La provincia di Treviso è tra le ultime in Veneto per riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Lo evidenziano i dati Ispra che posizionano Treviso penultima a livello generale, davanti solo a Verona, ma la riduzione di Co2 è nettamente inferiore anche rispetto la media italiana. Il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di alcuni gas ad effetto serra è stato sottoscritto l'11 dicembre 1997 a Kyoto in Giappone ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Proprio il 2005 è stato l’anno in cui in Italia si è registrato il maggiore volume di emissioni di anidride carbonica in atmosfera, poi è iniziata la loro riduzione che ha portato nel 2019 alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, in Italia, pari a 34,72%, passando da 474,7 milioni di tonnellate a 309,9 milioni. Il Veneto è passato da 43,9 milioni a 29,9 con una riduzione del 31,75%, mentre la Marca ha ridotto le emissioni del 19,42%, passando 5,2 milioni di emissioni annue a 4,2 milioni. L’esempio più virtuoso è Belluno che ha visto una riduzione pari al 79,1% e Rovigo con un -57,44%.

“E’ un dato poco rassicurante vista l’importanza che la diminuzione delle emissioni di gas-serra ha nella lotta al cambiamento climatico di cui l’aumento della temperatura è l’elemento chiave” - sottolinea Luigi Calesso di Coalizione Civica. Nel nostro Paese (dati ISPRA9) le emissioni più rilevanti di anidride carbonica sono quelle delle industrie energetiche (26.9%) e dei trasporti (30.7%). La combustione non industriale rappresenta il 22.6% di queste emissioni, l'industria manifatturiera e delle costruzioni il 14.4%, mentre le restanti emissioni derivano dai processi industriali (4.4%). “Non disponendo la provincia di Treviso di grandi centrali elettriche è evidente che questi sono gli ambiti in cui intervenire per tentare, almeno, di riallinearci alla media veneta della riduzione di emissioni di Co2”. E’ dunque necessario intervenire: “Favorendo la mobilità sostenibile, in particolare con massicci investimenti sul trasporto pubblico locale su ferro e su gomma per ridurre in modo molto significativo l’utilizzo dell’autoveicolo privato per ragioni di studio e di lavoro; incrementare per il riscaldamento domestico l’utilizzo delle fonti alternative e (nell’immediato) delle caldaie a condensazione che sono le meno inquinanti e promuovendo l’innovazione tecnologica nei settori industriali che risultano ancora responsabili di emissioni di Co2 particolarmente elevate”. “Per ottenere questo risultato - conclude Calesso - è necessario che la politica, le amministrazioni locali e quella regionale abbandonino la ”timidezza” dell’intervento per la riduzione delle emissioni “solo se non disturba”. Sono necessarie, al contrario, scelte chiare, di discontinuità rispetto alle politiche adottate finora perché il contrasto al cambiamento climatico non è un “optional” ma una necessità per la nostra stessa sopravvivenza”.

 


| modificato il:

foto dell'autore

Isabella Loschi

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×