Treviso, "zona rossa" in via Roma
La prossima settimana vertice in Prefettura per discutere il provvedimento. Pelloni (Pd): "La zona rossa certifica il fallimento della giunta Conte sulla sicurezza"
| Isabella Loschi |

TREVISO - In centro a Treviso, nel quadrante di via Roma, potrebbe scattare la prima “zona rossa”. Dopo mesi di incertezze sul tema la prossima settimana si svolgerà in Prefettura un vertice a cui prenderanno parte i rappresentanti delle forze dell'ordine, il Prefetto Angelo Sidoti, il sindaco di Treviso, Mario Conte, e rappresentanti delle associazioni del commercio della zona per discutere sul provvedimento. “La decisione spetta ovviamente alla Prefettura e al Ministero e quindi io mi adeguerò a quelle che sono le scelte che verranno fatte sulla base dei dati che hanno in mano. Ovviamente tutto ciò che può migliorare la sicurezza nella mia città e per i miei cittadini io lo accolgo con entusiasmo”, ha dichiarato il sindaco Mario Conte che approverebbe la zona rossa nell'area della stazione.
Sul provvedimento è intervenuto il consigliere del Pd, Stefano Pelloni, attaccando l’amministrazione: “Il provvedimento della "zona rossa" rappresenta una decisione senza precedenti per la nostra città. Dopo mesi di tentennamenti e dinieghi, l’amministrazione comunale si vede costretta ad ammettere la necessità di interventi incisivi in un quadrante che da sempre suscita grande preoccupazione tra i cittadini. È inaccettabile che molti residenti e pendolari si siano trovati costretti, negli ultimi tempi, a evitare via Roma. La percezione di un contesto fuori controllo è divenuta ormai realtà, e questa misura non fa che confermare l’incapacità del sindaco di gestire il problema sicurezza”.
“Dopo aver a lungo negato l’esistenza di criticità sul fronte della sicurezza urbana, ora il primo cittadino sembra essersi arreso, affidandosi esclusivamente alle decisioni della Prefettura, senza proporre soluzioni concrete e di lungo respiro - continua Pelloni - Speriamo vivamente che questo provvedimento non si riveli l’ennesima misura spot, come già accaduto con i famosi presidi, ma che possa rappresentare un reale punto di partenza per un cambio di rotta”. “Treviso merita un piano organico e strutturale per garantire ai cittadini la serenità e il diritto di vivere liberamente ogni zona della città. Per questo chiediamo al sindaco e alla giunta di adottare politiche integrate, che prevedano non solo misure repressive ma anche progetti di prevenzione e inclusione sociale”.
"Come sempre si cercano soluzioni immediate e sensazionali, senza però cercare di andare mai alla radice del problema perché può costare tempo e impegno e dà meno risultati mediatici - attacca la consigliera del Pd, Carlotta Bazza - Fare le zone rosse significa solamente pensare di spostare il problema sicurezza da una parte della città all’altra, in una rincorsa insensata invece di affrontarlo come merita. Non possiamo pensare che se i problemi di sicurezza si sposteranno in un’altra zona, saremo sempre a moltiplicare le zone rosse fino a fare di Treviso una gigantesca zona rossa. Una città si/cura è una città che agisce in modo propositivo, che si prende cura del problema, stimolando la cittadinanza attiva e creando percorsi sociali e culturali adeguati, certo non semplici e non di impatto immediato, ma che possono dare risultati concreti e duraturi anche nel prossimo futuro. Non prendiamoci in giro, la verità è che la città non ha spazi di aggregazione, luoghi dove creare stimoli per i giovani".
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