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18 aprile 2024

Esteri

Turchia in rivolta, lacrimogeni sulla folla La polizia si ritira da piazza Taksim

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Turchia in rivolta, lacrimogeni sulla folla La polizia si ritira da piazza Taksim

ANKARA - Si infiamma la protesta in Turchia con decine di migliaia di manifestanti in piazza a Istanbul per contrastare la costruzione di un terzo ponte sul Bosforo che prevede la demolizione di una vasta area verde della città, il parco di piazza Taksim, così come pianificato dal governo di Recep Tayyip Erdogan.

Istanbul questa mattina è stata teatro di nuovi scontri tra la polizia e i dimostranti. Gli agenti hanno nuovamente usato gas lacrimogeni e acqua pressurizzata per disperdere la folla.

La manifestazione si è trasformata in una vera e propria protesta nei confronti delle autorità e di Erdogan, considerato sempre più autoritario. Numerose le persone rimaste ferite negli scontri. Diversi sono inoltre i dimostranti che hanno riportato fratture agli arti e centinaia coloro che hanno avuto problemi respiratori dovuti all'inalazione dei gas lacrimogeni, che sono penetrati anche all'interno della metropolitana. I manifestanti hanno reagito all'intervento degli agenti con il lancio di pietre.

La polizia turca ha poi iniziato a ritirarsi da piazza Taksim. Secondo il quotidiano 'Hurriyet' che sul sito cita fonti ufficiali, il ministero dell'Interno di Ankara ha ordinato il ritiro dopo una telefonata del presidente turco Abdullah Gul che ha sottolineato quanto fosse delicata la situazione a Istanbul.

La protesta si è estesa anche ad Ankara dove in migliaia si sono riuniti nel parco centrale della capitale per chiedere le dimissioni del governo. La polizia ha disperso decine di sostenitori dell'opposizione che tentavano di raggiungere la sede principale dell'AKP, il partito di Erdogan. Manifestazioni di solidarietà nei confronti dei contestatori di Taksim si sono registrate anche a Eskisehir, Mugla, Konya e a Bolu.

Secondo quanto riferisce Sky news sono 939 le persone arrestate in 90 manifestazioni in tutto il Paese.

Sull'uso eccessivo dei gas lacrimogeni sulla folla, denunciato da Amnesty International, il premier Erdogan ha annunciato l'apertura di un'inchiesta. ''C'è stato un errore nell'uso di gas urticante da parte della polizia. Okay. Ho ordinato al ministero degli Interni di indagare'', ha detto il premier che ha lanciato un monito alla piazza: ''Nessuno ha il diritto di aumentare le tensioni in Turchia usando come scusa alcuni alberi tagliati''.

Facebook e Twitter hanno avuto un ruolo determinante nell'organizzazione delle manifestazioni contro il disboscamento degli alberi storici nel parco di Gezi. Da ieri mattina, inoltre, fotografie e video sono stati caricati con l'hashtag #geziparki. I messaggi hanno mostrato la brutalità con cui le unità di polizia hanno cercato di sedare le proteste e mostrano scene toccanti, di persone, tra cui bambini, con difficoltà a respirare.

Sono proprio queste immagini, che hanno fatto il giro del mondo, a far temere agli utenti turchi che le autorità potessero bloccare l'accesso ai social media. Sempre tramite Facebook e Twitter, inoltre, i manifestanti in Turchia stanno ricevendo sostegno anche da altri paesi, come la Germania e la Gran Bretagna. Da qui arrivano messaggi come 'Occupate Gezi Park, non siete soli! Le persone in Oxford credono nel vostro diritto di protestare'. Solo pochi canali televisivi turchi, come Halk-TV, hanno invece trasmesso la copertura in diretta degli eventi.

(Adnkronos/Ign)

 



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