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30 novembre 2024

Vittorio Veneto

Turisti sconsolati a Vittorio Veneto: costretti a fotografare solo le facciate dei musei

Sedi museali aperte in città unicamente nel fine settimana, nonostante la ragguardevole presenza turistica

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Musei Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO – Le città d’arte sono sempre più spesso una meta ambita dai vacanzieri e come dargli torto, l’Italia vanta luoghi così belli che i turisti giungono da ogni parte del mondo per ammirarli. Se le grandi città la fanno da padrona ad onore del vero, già da un po’ di tempo, anche mete alternative come l’elegante Vittorio Veneto è entrata giustamente di diritto tra i luoghi ambiti dai viaggiatori.

Il fenomeno è in crescita e sempre più spesso i vittoriesi notano con piacere la presenza di turisti che ammirano le tante bellezze della città: un patrimonio, artistico e storico di tutto rispetto che certo merita una visita alla Città della Vittoria. Unico neo in questo scenario positivo e ricco di opportunità future, l’impossibilità di accedere ad alcune sedi museali cittadine.

Già perché se per visitare il Museo della Battaglia non ci sono sostanzialmente grossi problemi dato che è aperto dal martedì al venerdì dalle 9.30 - 12.30 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18, viceversa, per le altre sedi la fruizione è ben più problematica.

Cominciamo dal Museo del Cenedese “ospitato nell'antica Loggia della Comunità di Serravalle, elegante esempio di architettura veneziana di terraferma, costruito fra il 1462 ed il 1476 dai Podestà Gabriele e Domenico Venier, sopra un precedente palazzo”, si legge nella pagina web dedicatagli dal Comune. Va detto che del complesso museale fa parte anche l’oratorio dei Ss. Lorenzo e Marco della Confraternita di S. Maria dei Battuti di Serravalle. Qui i visitatori hanno accesso limitatamente: venerdì, sabato, domenica e festivi con il seguente orario 10 -12 e 15 -17 (1° ottobre - 31 maggio), 10 -12 e 16 -18 (1° giugno – 30 settembre), o in alternativa su prenotazione (0438 57103).

Lo stesso vale per la Galleria civica d'arte medievale, moderna e contemporanea “Vittorio Emanuele II” che ha sede a Villa Croze dove i turisti possono ammirarne i tesori che ospita nei medesimi giorni e orari del Museo del Cenedese. Analoghi limiti di fruizione anche per: il Museo del Baco da Seta nella ex filanda Maffi a San Giacomo di Veglia, mentre a Palazzo Minucci-De Carlo l’ingresso è possibile solo il sabato e la domenica dalle 15 alle 18, salvo prenotazione.

Il Museo Diocesano di Arte Sacra "Albino Luciani" presso il seminario vescovile invece è aperto la 1ª e la 3ª domenica del mese, dalle 15 alle 17.30 e il 2° e il 4° sabato del mese, dalle 9.30 alle 11 ma non in agosto; il Museo di Scienze Naturali "Antonio De Nardi" è accessibile solo su prenotazione. Quanto al Museo della Cattedrale (sopra le sacrestie) bisogna fare riferimento a un numero telefonico o scrivere una mail (tel. 0438 53401 sintesicultura@inwind.it).

Ma Vittorio Veneto può vantare anche un Museo di Geologia allestito in località Nove, dove vi sono presentati in modo organico gli aspetti essenziali delle scienze della terra. L’esposizione comprende numerosi campioni, mentre i pannelli illustrano i cristalli, i minerali, i fossili, le rocce, le dinamiche terrestri, la storia geologica delle Dolomiti e della geologia locale: anche per questa sede l’unico riferimento sono alcuni numeri telefonici (tel. 0438 568929 - 0438 568983).

Insomma, Vittorio Veneto merita certo una visita, anche prolungata viste le tante cose da ammirare. Il problema è quando! Intendiamoci, alcune sedi sono comunali, altre private o appartenenti alla Chiesa ma resta il fatto che nonostante l’interessante sito Internet dedicatogli dalla Municipalità non vi è modo di accedere agevole a queste ricche raccolte espositive che magari sarebbe utile si coordinassero tra loro, proponendo un pacchetto turistico di certo apprezzato. Un vero peccato! Ai turisti sconsolati non resta che fotografare le facciate di questi luoghi che potrebbero offrire molto di più conquistando i visitatori con i loro tesori e inducendoli, magari a ritornare ancora in una città che non avrebbe (il condizionale è d’obbligo) nulla da invidiare a mete molto più note.
 

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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